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il riscaldamento globale è stato prodotto legalmente.

Anche se quelli che non rispettano le leggi ambientali sono molti, purtroppo, i danni maggiori, del riscaldamento globale, le alluvioni le siccità, le scorie radioattive, i disastri nucleari sono dovuti a impianti realizzati e gestiti legalmente a livello mondiale. Prima di inventare le energie interattive, il sottoscritto ha inventato le depurazioni interattive, ma nemmeno queste sono mai state realizzate. Un funzionario della multinazionale Eni mi scrisse che loro non erano interessati al mio sistema di neutralizzazione del CO2, per mezzo delle serre calcaree perché già rispettavano le normative  (http://www.meteoweb.eu/2013/01/inquinamento-globale-botta-e-risposta-con-eni/179710/). 

Questo significa che esistono grandi vuoti tecnici, scientifici, che impediscono alla scienza, ai legislatori e alla giustizia di fare bene il loro lavoro. Nel mondo servirebbero gruppi di ricerca scientifici trasversali alle varie discipline scientifiche che sintetizzassero con prototipi universali le migliori soluzioni e aiutassero i governi a realizzare gli impianti di pubblica utilità e nello stesso tempo, i legislatori a legiferare e i giudici a giudicare. Ma il vero problema mondiale è il fatto che nessuno si è accorto di questa assenza, né gli scienziati, né i tecnici, né i politici, né gli economisti, né i giornalisti, né i sindacati, né gli ambientalisti, né i legislatori, né i giudici nazionali, né quelli internazionali.  Se ne è accorto il sottoscritto, che nella vita lavorativa si è occupato di organizzazione del lavoro e di progettazione e installazione di impianti industriali e ambientali, che nel 2006, decise di anticipare la sua pensione per proporre nuove soluzioni di sviluppo globale, partendo appunto, dall’organizzazione del lavoro molto carente in tutti gli impianti pubblici depurativi ed energetici mondiali. Ma quando ha iniziato a depositare i brevetti delle sue soluzioni, si è accorto anche dei vuoti legislativi. E’ mai possibile che il sistema dei brevetti, non concede i diritti di autore agli inventori che non trovano i finanziatori nel breve tempo concesso dai legislatori? E mai possibile che i legislatori non fanno nessuna distinzione tra brevetti di pubblica utilità e brevetti di beni commerciali? E’ mai possibile che i legislatori consentono la vendita dei brevetti pubblici ai privati?  E’ mai possibile che questo sistema legislativo così assurdo, sia gestito direttamente dall’Organizzazione delle Nazioni Unite attraverso un organismo denominato W.I.P.O. (world, intellectual property organization)? Purtroppo, tutto questo succede. Questo modo di legiferare, non solo ha permesso enormi conflitti di interesse, ha anche impedito agli enti di ricerca pubblici, di cercare le soluzioni depurative imparziali che io mi accingevo a studiare. E’ ovvio che con tali leggi nessun organo di ricerca pubblico è stimolato ad allargare i propri orizzonti e studiare soluzioni globali che non possono trovare acquirenti tra le aziende industriali che acquistano i brevetti. Infatti, anche le aziende private sono specializzate in singoli settori tecnologici.  E’ mai possibile che i ricercatori pubblici non comprendono che non possono lavorare a compartimenti stagni sia nelle università che nei ministeri e a produrre brevetti parziali e specialistici senza studiare gli impianti globalmente? Infatti, se gli impianti pubblici si studiano globalmente, fin dalla progettazione iniziale si prevedono correttamente i collegamenti con gli altri impianti presenti sul territorio, ma anche quelli interni ai vari cicli di depurazione dei gas, dell’acqua, dei fumi, per realizzare cicli completi e interattivi tra loro. Il sottoscritto ha trovato sempre porte chiuse da parte dei progettisti pubblici su questi ragionamenti. Non ha potuto fare altro che andare avanti nelle sue ricerche, sapendo che era la strada giusta per trovare le giuste soluzioni ai problemi ambientali ed energetici del nostro tempo. Questa assenza istituzionale di organi pubblici di riferimento della progettazione globale, per il sottoscritto è la ragione per la quale lo stato dell’arte nella protezione dell’ambiente e la ricerca di energie veramente sostenibili non avanza, mentre tutti a livello scientifico cercano le soluzioni e sembra che ognuno faccia il proprio dovere, sia dal punto di vista scientifico che legislativo. Nella realtà nessuno fa completamente il proprio dovere, nascondendo le soluzioni globali, che richiedono un modo di progettare gli impianti completamente diverso da come li progettano gli specialisti di singoli impianti urbani, industriali, agricoli, dell’acqua, dell’aria, dei fumi, senza mai realizzare cicli globali. Questo era lo stato dell’arte degli impianti mondiali depurativi ed energetici nel 1987, quando lasciai gli impianti industriali per occuparmi di impianti ambientali. Questo era lo stato dell’arte che era nel 2006, quando anticipai la mia uscita dal lavoro per trasformarmi in inventore e questo è lo stato dell’arte del 2019, nonostante abbia depositato quaranta brevetti, alcuni dei quali trasformati in depositi internazionali, sottostando ad assurde regole di pagamento di tasse che sui brevetti di pubblica utilità, soltanto legislatori ciechi e incompetenti possono pretendere dagli inventori. Nessuno dei miei quaranta brevetti di pubblica utilità è mai stato realizzato in nessuna parte del mondo perché la progettazione globale comporta la modifica di tutti gli impianti attuali e la creazione di collegamenti logici e razionali che nessuno ha previsto tra i cicli delle acque, dell’aria e dei fumi. E’ ovvio che gli enti pubblici mondiali non avendo utilizzato il mio metodo di lavoro non potevano individuare le depurazioni interattive, ma quello che è peggio è il silenzio che stanno mantenendo anche sulle energie interattive, alle quali è arrivato il sottoscritto inaspettatamente, per cercare di rendere più economiche le depurazioni interattive che ripeto realizzano cicli unici di depurazione dell’acqua dell’aria e dei fumi sia negli impianti urbani, sia nei sistemi fognari, sia nei grandi impianti finali che sono contemporaneamente energetici depurativi termici fossili e biologici. Oggi questi centri di potere scientifici ed economici continuano a tacere come hanno sempre taciuto nei tredici anni di lavoro che ho impiegato per arrivare allo stato attuale dello sviluppo virtuale delle depurazioni ed energie interattive. Con il loro silenzio questi centri di potere vogliono lasciare nel dubbio il popolo mondiale? Oppure vogliono dimostrare senza prototipi che le mie soluzioni non funzionano? Io sono l’opposto di San Tommaso: anche se non vedo, sono certo che funzionano perché ho fatto soltanto il mio lavoro di progettista e installatore di impianti industriali e ambientali. Non ho inventato nulla di complicato. Ho solo messo insieme gli impianti razionalmente, facendo le modifiche necessarie alle macchine e ai circuiti. Con le attuali leggi sulla proprietà intellettuale, anche se le mie invenzioni risultano corrette non ho diritto ai diritti di autore, perché, pur avendo depositato regolarmente i brevetti e pagato le tasse di deposito, non ho pagato le tasse di mantenimento. Con quali soldi avrei potuto pagarle se mi sono occupato di soluzioni di pubblica utilità che gli enti pubblici mondiali non hanno voluto finanziare? A cosa sarebbe servito all’inventore spendere i soldi per fare dei ricorsi legali? Anche vincendo il ricorso l’inventore sarebbe sempre stato al punto di partenza. Se gli enti pubblici mondiali non hanno finanziato i brevetti sulla pulizia dell’energia fossile concessi anche a livello internazionale, e ovvio che non avrebbero finanziato nemmeno quelli delle energie interattive. Gli enti pubblici mondiali trattano gli inventori privati come anticorpi indesiderati, mentre collaborano attivamente con le aziende private che comprano i loro brevetti. Non sono questi conflitti di interesse?  

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