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Chi governa il mondo gli Stati Sovrani oppure la borsa mondiale?

Chi governa il mondo gli Stati Sovrani oppure la borsa mondiale?

Lettera aperta al Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro della Repubblica italiana.

 Egregio Ministro del lavoro e dello Sviluppo Economico della Repubblica Italiana Luigi Di Maio,

Oggi, che come tu asserisci “Lo Stato siamo Noi”, spero che nel breve periodo in cui hai occupato la tua importante e strategica carica, ti sia accorto che nel tuo ministero è incluso anche l’ufficio Brevetti Italiano. Questo ufficio, a parere del sottoscritto, è inserito in un sistema internazionale, che travalica gli interessi dei singoli paesi e gli interessi generali dei cittadini, ma tutela soltanto gli interessi della grande proprietà privata. Tuttavia, l’istituzione deve essere modificata, non eliminata. Mi permetto di asserire questo, essendo titolare di quaranta depositi di brevetti italiani, cinque internazionali e uno europeo. Non so se depositerò Il quarantunesimo brevetto italiano perché sono stanco. Se lo farò cercherò di dimostrare che possiamo produrre acciaio e incenerire rifiuti solidi urbani senza emettere polveri, diossina e CO2 nell’ambiente, a dispetto dei consulenti dei governi mondiali e di quelli italiani che stanno seguendo da anni la vicenda dell’ILVA. Si può già intuire, per sommi capi, come vorrei eliminare questi gravissimi problemi ambientali, che non si differenziano molto dalle grandi centrali termiche che ho già affrontato nell’indifferenza dei governi che vi hanno preceduto in Italia e nel mondo, e degli imprenditori italiani, che oggi vi contestano il decreto “Dignità”.  Purtroppo, i problemi del lavoro non sono soltanto normativi e sociali. Sono soprattutto, tecnici e scientifici. I governi mondiali più illuminati devono trovare il coraggio di sostituirsi agli imprenditori per dimostrare che il lavoro si crea soprattutto chiudendo tutti i cicli collaterali alle produzioni industriali lasciati aperti dagli imprenditori con il consenso dei legislatori e il silenzio della scienza mondiale. A questo proposito si legga l’articolo del sottoscritto https://www.spawhe.eu/lo-sviluppo-e-l-ambiente-penalizzati-dalla-scienza-e-dalle-leggi-internazionali/. In questo articolo io chiedo alla WIPO, ai Giudici internazionali, e alle Nazioni Unite, quello che ho già chiesto anche in altre lettere aperte: come può un inventore privato, senza soldi, sottostare alle regole che hanno imposto, per non vedere morire il proprio lavoro e i propri risparmi economici? Il problema è molto serio perché si penalizza proprio il lavoro creativo. L’unico che può creare ricchezza e benessere verso le classi meno abbienti. I tecnici con capacità inventive, che sono lavoratori dipendenti, quale io sono stato per quasi quaranta anni, non possono fare nulla essendo vincolati alla fedeltà aziendale. Non possono nemmeno esprimere liberamente le proprie idee se sono contrarie alla linea ufficiale della azienda di appartenenza. Questo dilemma, poco conosciuto, che non può essere denunciato dai diretti interessati, dovrebbe essere compreso soprattutto dai politici e dai legislatori ma questo non avviene in nessun paese del mondo. Nello stesso tempo, io dico: come può una persona come il sottoscritto, che si è occupato di impianti industriali e ambientali per tutta la vita, non provare a correggere i grandi errori che ha notato, almeno da pensionato?

 Come ha fatto la scienza a non accorgersi che il miglior principio generale dell’energia non è quello della termodinamica, ma quello non legiferato della fluidodinamica combinata con la forza di gravità e con la pressione dell’aria compressa?  Quale autorità scientifica mondiale ha concesso agli uffici brevetti il diritto di giudicare dal punto di vista scientifico i brevetti di pubblica utilità con generiche affermazioni come “l’energia non si crea dal nulla”? L’aria compressa non è il nulla e può essere usata in un modo molto più razionale rispetto all’uso che ne facciamo nelle attuali autoclavi, accoppiando queste alla circolazione a senso unico dell’acqua alimentata con le pompe con la doppia alimentazione separata, che hanno il potere di introdurre nel circuito di riciclo pressurizzato l’acqua espulsa  dalla stessa autoclave per il principio della impenetrabilità dei corpi, ma dopo che questa ha prodotto energia elettrica in un generatore di corrente collegato a una turbina idraulica.   

La scienza dovrebbe rispondere personalmente, con le massime autorità scientifiche, del gravissimo errore commesso. Ma questo errore condiziona la nostra vita quotidiana, l’aria che respiriamo l’acqua che beviamo, l’energia che usiamo per riscaldarci per lavorare per spostarci, quindi interessa in modo particolare i ministeri dello sviluppo economico e del lavoro mondiale. Se abbiamo sbagliato i principi fondamentali dell’energia e il modo di lavorare che non produce ricchezza ma debiti e disastri ambientali non possiamo continuare a far finta di niente. Prima dobbiamo correggere gli errori e poi programmare una nuova distribuzione della ricchezza. Altrimenti dove prediamo le risorse per fare le riforme?   Questo argomento l’ho trattato in particolare nel capitolo 8 e 9 dell’articolo sopra citato, che hanno rispettivamente i seguenti titoli: “La fluidodinamica combinata con la forza di gravità e con la pressione è la vera forza energetica mondiale”-“Gli impianti sostenibili si possono finanziare con i risparmi gestionali ottenibili dalla rottamazione degli impianti attuali”.  In questi due capitoli, c’è l’essenza dello sviluppo economico del futuro che consente anche di rispondere alle opposizioni, che chiedono provocatoriamente dove si prendono i soldi per fare le riforme.    Se le opposizioni avessero ascoltato, quando erano al governo, anche loro avrebbero saputo come si progettano gli impianti industriali, ambientali, energetici, agricoli, urbani razionalmente, e avrebbero saputo anche dove si possono prendere i soldi per fare le riforme. Ma non hanno ascoltato. Purtroppo, lo sviluppo economico non si può realizzare se non si sa progettare, e non si sa progettare se non si studia prima l’organizzazione scientifica del lavoro globale. Lo dimostrano gli attuali impianti pubblici e privati che hanno riscaldato il pianeta. Siamo ancora ancora all’anno zero in questa direzione, perché anche il nuovo governo, per quanto animato da buona volontà, non ha potuto avere nessuna formazione scolastica o pratica, essendo gli impianti ambientali ed energetici sbagliati a livello mondiale. L’intera società è divisa in specializzazioni scientifiche e di produzioni industriali in singoli settori che non aiutano a creare uno sviluppo sostenibile mondiale. Anche chi ha creato il sistema dei brevetti, non ha fatto nessuna distinzione tra brevetti di natura commerciale e brevetti di pubblica utilità sociale, a cui appartengono i brevetti che riguardano i sistemi depurativi, di dissalazione, ed energetici. Pertanto, è difficile che un progettista con esperienze trasversali, che propone brevetti trasversali ai vari settori per innovare gli impianti mondiali, possa trovare interlocutori pubblici privati. Le ragioni principali sono due:

1) soprattutto gli enti pubblici mondiali dovrebbero ammettere gli errori di progettazione delle infrastrutture.

2) Lo scambio di brevetti esistenti tra i ricercatori pubblici e le aziende private crea conflitti di interessi.

Questi due problemi sono strettamente interconnessi perché non avendo individuato le sinergie migliori tra i principi generali energetici e depurativi, non sono state create le infrastrutture pubbliche adeguate e hanno preso il sopravvento soluzioni parziali energetiche e depurative dominate delle aziende private che trattano separatamente acqua, aria, energia con le collaborazioni specialistiche dei ricercatori pubblici. Purtroppo, lo scambio di brevetti che si è creato è a senso unico, dal pubblico al privato. Infatti la maggior parte dei governi hanno privatizzato la gestione dell’ambiente, e dell’energia, pertanto i ricercatori pubblici, di fatto, svolgono ricerche e progettazioni di supporto alle aziende private.  Nella sostanza, i ricercatori pubblici prendono lo stipendio dai governi nazionali, che pagano anche le tasse di deposito e di mantenimento dei brevetti a livello internazionale, ma lavorano per le multinazionali. Queste ultime, acquistano soltanto i brevetti che maggiormente gradiscono e non sono in contrasto con gli investimenti già realizzati. Pertanto con l’acquisto dei brevetti non finanziano la ricerca pubblica, ma gli inventori pubblici loro alleati. Infatti, il ricavato della vendita di un brevetto pubblico a una azienda privata va per il 50% agli inventori e per il 50% all’ente pubblico. Cosa ci guadagnano i governi da questo commercio? Nulla, anzi, ci rimettono pagando ricerche che non creano benefici ambientali e non creano il lavoro che potrebbero creare, demolendo e ricostruendo gli impianti obsoleti che non chiudono i cicli termici, chimici, biologici, nucleari che si aprono. L’attuale asservimento della ricerca pubblica a quella privata crea lavoro soltanto se conviene alle multinazionali nel segno della continuità dei sistemi che hanno inquinato e riscaldato il Pianeta. Gli uffici brevetti e legislatori tutelando la proprietà industriale, non quella intellettuale, impediscono la ricerca di soluzioni energetiche e depurative alternative.

Ai rari inventori, come il sottoscritto, che sono fuori da questo giro di interessi, e che individuano nuove soluzioni energetiche, depurative, di dissalazione, che sono impianti di pubblica utilità, i legislatori chiedono le stesse tasse che chiedono ai brevetti commerciali. Non comprendono che al contrario dei brevetti commerciali i brevetti ambientali si devono diffondere. Non deve essere protetta la proprietà industriale, ma si devono tutelare gli inventori, in quanto l’alleanza che si è creata tra gli enti pubblici e le multinazionali sta penalizzando lo sviluppo, l’ambiente e l’equità della distribuzione della ricchezza mondiale.

Gli uffici brevetti mondiali pretendono che gli inventori rivendichino i dettagli delle invenzioni per tutelare la proprietà industriale. Ma un inventore che sa già di non trovare finanziatori pubblici e privati a causa delle alleanze che si sono create tra i ricercatori pubblici e le multinazionali, rivendica il principi scientifici individuati, opponendosi all’attuale sistema che vede gli inventori indipendenti discriminati rispetto agli altri autori di opere di intelletto.

 Mentre scrivo questo articolo arriva la notizia da Legambiente, che l’inquinamento appena rilevato sulle coste italiane è Inquinato o fortemente inquinato per il 48% dei punti campionati. Il vostro governo perderebbe il mio voto se aumentasse semplicemente il numero dei depuratori uguali a quelli attuali, che io ho installato per circa un ventennio, obbedendo agli ordini ricevuti. Sbagliando si dovrebbe imparare. Anche aumentando il numero dei depuratori attuali i problemi non si risolvono perché attraverso i depuratori passa soltanto una piccola percentuale dell’acqua inquinata e con gli attuali depuratori a fanghi attivi, in caso di piogge abbondanti, nei depuratori non passa nulla. La soluzione è la produzione di energia idroelettrica compressa interattiva nelle fogne, nei pozzi, nei bacini, nei laghi, nei golfi, nei porti, possibilmente abbinata a piogge artificiali in mini serre calcaree  che come effetto collaterale, oltre a solubilizzare ossigeno nell’acqua per effetto della legge di Henry consumano anche il CO2 producendo acque depurate e alcaline a costo zero, invece delle acque acide degli attuali depuratori, che come scritto nel capitolo 9 dell’articolo sopracitato ( https://www.spawhe.eu/lo-sviluppo-e-l-ambiente-penalizzati-dalla-scienza-e-dalle-leggi-internazionali/) La spesa pubblica per la gestione delle fognature e delle depurazioni è di circa 20 miliardi di euro all’anno.

 I ministeri dello sviluppo economico mondiali se veramente vogliono creare uno sviluppo sostenibile devono attrezzarsi per sperimentare immediatamente i principi scientifici individuati dagli inventori nazionali rivendicandoli moralmente e commercialmente a livello internazionale con le stesse leggi che usano gli editori per rivendicare l’originalità di un’opera d’arte letteraria o musicale. Chi ha stabilito che l’inventore della pompa centrifuga con la doppia alimentazione separata fino alla girante al quale è stato riconosciuto il brevetto internazionale PCT/IT2016/000202 debba essere costretto a diventare un potente imprenditore internazionale per ricevere il riconoscimento della sua invenzione? Devono essere le normative internazionali a stabilire come devono esser costruite le pompe affinché siano più utili alla società. I costruttori si devono adeguare. Si legga l’articolo https://www.spawhe.eu/pct-it2016-000202-lettera-aperta-alla-w-i-p-o-e-agli-uffici-legali-internazionali/, dove asserisco che questa invenzione è molto semplice, ma probabilmente, è anche la più importante di tutti i tempi ai fini energetici e della protezione dell’ambiente, essendo l’unica invenzione che consente di recuperare  senza costi l’acqua dopo che ha prodotto l’energia idroelettrica per reinserirla di nuovo nel volume di acqua produttore di energia, al fine di sfruttare gratis  i principi  fisici naturali individuati da Pascal, Torricelli ed Henry  molto tempo prima dell’invenzione dell’energia elettrica. L’importanza di questa invenzione è resa ancora più grande dall’abbinamento con l’aria compressa di un serbatoio autoclave, perché consente di sfruttare l’acqua a senso unico in un circuito ibrido (aperto – chiuso), che a causa della pressurizzazione e del riciclo dell’acqua può assumere dimensioni molto ridotte, fino a sostituire tutti gli attuali motori termici, di ogni dimensione. Dalle auto, alle navi, agli aerei e alle future navi spaziali. Infatti, poiché l’acqua è reinserita nel volume di acqua originario istante per istante, non varia né il volume di acqua, né il volume di aria, né la pressione statica dell’acqua che produce energia nella turbina. Pertanto, possiamo produrre energia e depurazione dell’acqua all’infinito consumando soltanto l’usura delle machine, ma senza emettere nemmeno un grammo di gas nocivo nell’atmosfera. Purtroppo, anche la scienza pubblica, con i propri silenzi, sta dimostrando la propria ignoranza e il proprio disinteresse nell’applicazione pratica dei principi della conservazione dell’energia. Mentre gli imprenditori tacciono per difendere gli investimenti fatti per produrre le pompe e gli impianti attuali. Questi problemi sono completamente sconosciuti ai politici e agli economisti che vogliono governare il mondo. Il mio obiettivo attuale è quello di battermi attraverso le mie pubblicazioni per sensibilizzare le Nazioni Unite, i legislatori i governi, affinché gli inventori di brevetti di pubblica utilità non paghino nessuna tassa, in nessun paese del mondo, poiché brevetti come questo e quelli collegati, devono essere accessibili a tutti i paesi del mondo, come le medicine.

Con i miei brevetti, che nessuno ha finanziato, io ho voluto dimostrare che attualmente, sia i governi sia le multinazionali fanno molto poco per la protezione dell’ambiente. Fanno poco anche la giustizia internazionale e le Nazioni Unite alle quali ho scritto diciassette lettere aperte senza ricevere nessuna risposta.  In tutte queste lettere invito le Nazioni Unite a separare la proprietà intellettuale da quella industriale, le quali, ovviamente, come adesso, possono anche coincidere se l’inventore è un lavoratore dipendente.  Chiedo questa modifica perché con la legislazione attuale gli inventori ambientali privati sono altamente penalizzati, non potendo fronteggiare le spese dei depositi dei brevetti e quelle di mantenimento degli stessi in attesa di improbabili finanziatori pubblici e privati interessati a cambiare le attuali soluzioni energetiche e depurative che hanno inquinato e riscaldato il pianeta.

Caro Ministro Di Maio, tra tutti questi grandissimi enti internazionali che pensano di fare il proprio dovere, ma creano soltanto intralci burocratici, secondo la mia esperienza, il più ostile alle innovazioni è proprio l’ufficio brevetti italiano, che tu oggi come ministro dello sviluppo economico italiano rappresenti.  Questo ufficio, come ho già scritto in https://www.spawhe.eu/lo-sviluppo-e-l-ambiente-penalizzati-dalla-scienza-e-dalle-leggi-internazionali/, con una raccomandata del 22/05/2018, mi invita a trasformare la domanda di brevetto italiana delle pompe e turbine con la doppia alimentazione separate in una domanda per modello di utilità, secondo gli articoli 82- 84DL. Vo n. 30/05. Nella sostanza, l’ufficio brevetti Italiano, in contrasto con l’ufficio internazionale, dice che questo deposito di brevetto non ha i requisiti del brevetto ma del modello di utilità. Se avessi avuto i soldi per completare il pagamento delle tasse internazionali, non mi sarebbe interessata l’opinione dell’ufficio brevetti italiano, che non ha compreso l’importanza dell’invenzione, se vuole concedermi il modello di utilità al posto del brevetto. Cerco di spiegare il concetto ancora una volta. Sebbene la prima pompa centrifuga sia stata inventata intorno al 1592 da un cittadino italiano che si chiamava Erone Alessandrino, e le prime turbine idrauliche alla fine del 1700, il modo corretto per poterle utilizzate con il massimo rendimento energetico, è quello indicato dal sottoscritto. Ma bisogna modificare anche gli impianti per poter aggirare per mezzo delle pompe modificate, la forza gravitazionale e la pressione idrostatica in mandata. Come spiegato in molte pubblicazioni e nei brevetti depositati, non compresi, soprattutto dall’ufficio brevetti italiano, occorrono due alimentazioni nettamente separate fino all’ingresso nella girante e una sola uscita. Questa soluzione consente di sommare le due portate in ingresso come se fosse una sola portata e di uscire con una sola pressione sfruttando dinamicamente il principio di Pascal, il quale ha dimostrato che la pressione maggiore si espande nell’intera sezione di passaggio. Pertanto sia le pompe, sia gli impianti idraulici devono essere progettati diversamente rispetto all’attuale stato dell’arte per consentire il recupero delle acque dopo aver prodotto energia per mezzo delle turbine, nonché il risparmio energetico nella fase di sollevamento delle stesse acque, per mezzo del riciclo dell’acqua prelevata sul circuito di mandata. La quale equilibrando le pressioni in entrate e in uscita della girante, consente l’entrata di acqua in bassa pressione dal lato aspirante con minore spesa energetica, perché l’acqua non deve essere sollevata ma inserita nel circuito di riciclo dotato di maggiore pressione. Questa non può essere considerata un’opzione sul modo di costruire le pompe e gli impianti ma un preciso obbligo legislativo a cui si devono attenere i costruttori di pompe e di impianti, tranne casi particolari, in cui le acque da sollevare contengono troppi corpi in sospensioni che potrebbero danneggiare la pompa. Ma queste innovazioni si possono realizzare soltanto se abbiamo persone competenti soprattutto nelle progettazioni pubbliche, che comprendono queste invenzioni e trasferiscono la loro opinione positiva ai legislatori, I quali devono emettere i decreti legislativi, ai costruttori delle pompe e in alcuni casi anche delle turbine, affinché adeguino il sistema costruttivo ai migliori rendimenti energetici e di risparmio idrico.

Come inventore, io mi batto soltanto per avere il riconoscimento della proprietà intellettuale e i diritti di autore, che la giustizia dovrebbe riconoscere a tutti gli inventori di invenzioni di pubblica utilità, se queste si dimostrano corrette e saranno realizzate.  Oggi non ci sono le condizioni per avere il riconoscimento di questo elementare diritto, perché i brevetti ambientali scomodi per i centri di potere nessuno li sperimenta e nessuno li realizza. Anche se in alcuni casi è concesso il brevetto, senza appositi decreti legislativi nessuno li può realizzare. Pertanto, anche se l’inventore avesse i soldi per pagare le tasse che i regolamenti dei legislatori richiedono in tutti i paesi del mondo, sarebbe stato inutile pagarle fino a quando gli enti pubblici e i legislatori non legiferano il modo corretto di costruire gli impianti di depurazione dell’acqua, dell’aria, della pulizia dell’energia fossile, le pompe, le turbine, gli impianti idraulici di sollevamento e distribuzione delle acque. Fino a quando gli enti pubblici fanno finta di non comprendere queste invenzioni, non le realizzano nei loro impianti e non le impongono ai costruttori privati non si possono fare grandi passi avanti nella protezione dell’ambiente e nella produzione di energia sostenibile.

Per il sottoscritto, non bastano i decreti sociali sul lavoro precario, le riforme pensionistiche. E’ necessario un modello di sviluppo alternativo, dove, soprattutto, le invenzioni ambientali ed energetiche siano tra loro collegate in modo interattivo per chiudere tutti i cicli che si aprono. Se si chiudono tutti i cicli, automaticamente, si crea anche maggior lavoro (non parassitario ma utile alla società). Questi sistemi avrebbero dovuto individuarli gli scienziati che collaborano con le Nazioni Unite (IPCC Intergovernmental Panel on Climate Change). Ma questi, sebbene siano stati premiati con il premio Nobel nel 2007, si sono limitati a denunciare la gravità dei problemi e tacciono sulle soluzioni per non farsi troppi nemici nei centri di potere mondiali. Non possiamo aspettarci molto dalla scienza pubblica mondiale che non progetta e obbedisce ai potenti che governano.  Non dimentichiamo che in anni recenti la ricerca pubblica italiana all’ordine di un governo precedente stava portando in Italia il nucleare francese e abbiamo scampato in pericolo solo per il disastro nucleare avvenuto l’11 marzo 2011 a Fukushima. Stiamo attenti alle scelte che facciamo e cerchiamo uno sviluppo sostenibile, perché a Fukushima, a oltre sette anni dal disastro la situazione è ancora molto grave, con alcune aree che presentano valori di contaminazione radioattiva fino a 100 volte superiore ai valori normali.

 Nell’attuale contesto internazionale, che non ha nulla a che vedere, con le ideologie della lotta di classe del secolo scorso e con le problematiche sociali che implicano il decreto “dignità” italiano, la progettazione sostenibile non si può realizzare se non si eliminano i conflitti di interesse dei ricercatori pubblici che vendono i brevetti alle multinazionali con il consenso dei legislatori.  Oltre tutto, i brevetti che vendono sono di singole macchine o singoli processi che non appartenendo a un processo globale, devono essere verificati caso per caso, se sono compatibili con un sistema globale e interattivo, che al momento nessuna istituzione mondiale ha concepito. Questo vuoto di potere mondiale, creato ad arte, per sfuggire a responsabilità politiche, giuridiche, legislative, scientifiche, tra le tante vittime che ha prodotto, include anche i miei depositi di brevetti nazionali e internazionali, che nessun centro di potere ha voluto realizzare e molti sono stati respinti dall’Ufficio Brevetti Italiano, che oggi tu rappresenti, con osservazioni formali, che non hanno nulla a che vedere con la scienza e la tecnologia.  Come già scritto le regole dei legislatori dei brevetti sono studiate solo  per proteggere la proprietà industriale, non quella intellettuale, degli inventori privati, che non appartenendo a centri di potere pubblici e privati, in un modo o nell’altro, vedono i loro depositi di brevetti, concessi o non concessi, ignorati dalle istituzioni e dagli imprenditori.

 Il sottoscritto si è prestato come vittima a questo perverso gioco di potere, a cui partecipano tutti gli enti di ricerca pubblici mondiali, la grande proprietà privata, i legislatori, i giudici internazionali e i politici internazionali, per dimostrare che è possibile un modello di sviluppo industriale alternativo, basato su soluzioni sostenibili studiate nei dettagli.  Questo modello, che loro non hanno saputo o voluto creare si chiama SPAWHE (Sinergic Plants Artificial Welling Hydroelectric Energy). Infatti, lo sviluppo sostenibile è fatto di sinergie tra impianti diversi, l’ampliamento dell’esplorazione oceanica ai fini ambientali e alimentari e la correzione dei principi fondamentali dell’energia mondiale, che non sono termodinamici ma fluido dinamici ed elettromagnetici.

Caro Ministro se come politici cambiate le leggi e le normative sul lavoro e sulle tasse da pagare, perché ritenete che chi vi ha preceduto ha fatto leggi sbagliate, dovete anche avere il coraggio di entrare nei dettagli tecnici e scientifici che coloro che vi hanno preceduto hanno sostenuto.  Anche la scienza non è infallibile, soprattutto, quella a pagamento che ha riscaldato il pianeta. Si può dire che sono infallibili i singoli principi scientifici accertati. Ma quando si parla della progettazione degli impianti contano soprattutto le sinergie tra tali principi che i progettisti riescono a mettere insieme per avere il massimo rendimento con la minima spesa e zero emissioni inquinanti.  I progettisti e gli inventori più bravi non sono quelli che complicano gli impianti, ma quelli che riescono a individuare invenzioni strategiche di basso costo che evitano di aprire cicli che non si possono chiudere perfettamente, come quelli termici e nucleari.   

 Il modello di sviluppo attuale lascia troppi cicli aperti che hanno riscaldato il pianeta e creato disastri ambientali e nucleari. Dobbiamo dedurre che, nonostante la grande quantità di scienziati che vi hanno lavorato e i grandi capitali investiti, pubblici e privati, è un modello di sviluppo improvvisato, non coordinato dalle autorità, non correttamente dimensionato e non sviluppato in tutti i dettagli, altrimenti non avremmo gli attuali problemi ambientali.

Il sito web https://www.spawhe.eu è nato a settembre del 2014 quando, dopo otto anni di lavoro ho individuato i principi generali delle depurazioni e delle produzioni energetiche compatibili con l’ambiente terrestri, ma non avevo ancora individuato l’energia idroelettrica pressurizzata che consente i maggiori rendimenti. Per questa ragione, questo è l’unico sito web che ha due “home page”. Quella vecchia e quella nuova. Chi vuole comprendere tutto dalle origini delle mie riflessioni sull’organizzazione del lavoro, l’ambiente e l’energia deve partire dalla vecchia “home page” e salire verso l’alto fino ad arrivare alla nuova, che parte con le invenzioni avvenute dal 2015 al 2018, le quali non stravolgono le precedenti, aumentano soltanto i rendimenti perché i principi generali sono rispettati. Invece, stravolgono gli attuali impianti energetici e depurativi, evidenziando i difetti che hanno portato al riscaldamento globale, all’incremento delle alluvioni, delle desertificazioni, all’incapacità di dominare i grandi incendi mondiali.   Il sistema SPAWHE non viola i principi scientifici legiferati dai padri della scienza ma li applica sinergicamente studiando l’organizzazione globale del lavoro scientifico considerando funzionanti tutte le invenzioni non finanziate prima del 2015 integrandole con quelle successive che con l’introduzione dell’aria compressa nei sistemi già individuati moltiplica i rendimenti energetici e depurativi. Mentre la scienza mondiale tace e si nasconde, l’ufficio brevetti italiano dichiara che l’energia non si produce dal nulla, nonostante tutta la documentazione tecnica presentata.  Tra l’altro pubblicata anche su internet perché il sottoscritto non si batte per avere la proprietà industriale.  Io chiedo al nuovo Ministro dello sviluppo economico Italiano se con il nuovo governo è cambiato qualcosa, perché continuo a ricevere affermazioni generiche di questo tipo dall’ufficio brevetti Italiano. Gradirei delle risposte ufficiali relazionate da chi governa il mondo scientifico italiano. Non mi interessano i ricorsi legali contro i brevetti non concessi, perché anche i brevetti che mi sono stai concessi nessuno li ha mai realizzati. Contesto l’attuale concetto di brevetto, che non riconosce la proprietà intellettuale separata da quella industriale a livello mondiale. Gli inventori non devono essere per forza legati agli imprenditori e ai centri di potere mondiali e i depositi di brevetto non devono decadere se nessuno li finanzia e nessuno li realizza. Ovviamente, i depositi di brevetto dormienti, che non creano nessun profitto, non devono pagare tasse di nessun tipo.    

Il modello di sviluppo SPAWHE ha il pregio di non costare nemmeno un dollaro o euro alle istituzioni mondiali, in quanto basato soltanto su ragionamenti logici di chi ha lavorato per metà della vita nella progettazione impiantistica industriale e per metà in quella ambientale, cogliendo i pregi e i difetti di entrambi i settori.   Questo modello dimostra che la ricerca si può fare anche senza grandi risorse economiche, semplicemente ipotizzando di far funzionare diversamente le pompe gli impianti idraulici, le turbine, i ventilatori e realizzando collegamenti tra gli impianti che oggi non esistono. Se da questo modello di sviluppo virtuale, viene fuori che possiamo produrre energia idroelettrica riciclando l’acqua pressurizzata su se stessa in circuiti parzialmente aperti, a che serve investire in grandi bacini idrici e grandi dighe? Se con lo stesso sistema possiamo produrre tutta l’energia che serve a bordo dei mezzi di trasporto, compresi quelli aerei, prima di costruire chilometriche gallerie e viadotti per attraversare le montagne, non è più prudente sperimentare, queste invenzioni strategiche che realizzare colossali opere strutturali che costano miliardi e deturpano e danneggiano l’ambiente. Se sfruttando le sinergie tra l’aria che si comprime e l’acqua incomprimibile possiamo produrre tutta l’energia che serve con piccoli ingombri, a che servono tutte le opere per estrarre, trasportare e raffinare il gas e il petrolio? A che servono le ingombranti pale eoliche e i pannelli solari ancora più ingombranti, con produzioni discontinue e bassi rendimenti? 

Caro ministro Di Maio in questi dodici anni che ho proposta invenzioni ambientali ed energetiche, tutti quelli che vi hanno preceduto in Italia e nel mondo, non hanno risposto per ovvi interessi di parte, perché queste proposte non vengono da uno sbarbatello che lavora di fantasia, ma da un pensionato che si assume le responsabilità di quello che scrive. Lo sviluppo sostenibile è possibile soltanto se si tagliano gli intrecci di interesse tra pubblici e privati e si stabilisce una collaborazione disinteressata. I brevetti di pubblica utilità sociale prodotti dai ricercatori e inventori che non sono imprenditori, non vanno venduti a privati, ma messi a disposizione di tutti, riconoscendo la proprietà intellettuale e i diritti di autore agli inventori.  La proprietà industriale dei brevetti deve essere riconosciuta agli industriali soltanto sui brevetti che le aziende producono in proprio.  L’attuale sistema dei brevetti che premia soltanto la proprietà industriale sta distruggendo la ricerca di soluzioni sostenibili per favorire quelle che producono profitto immediato senza approfondire tutti gli effetti collaterali negativi coinvolti nel commercio di soluzioni non integrate nell’ambiente a causa di carenze tecniche e scientifiche dei prodotti industriali, oppure per l’assenza delle infrastrutture che dovrebbe realizzare lo Stato.  Basti pensare agli impianti termici fissi e mobili, a quelli di riscaldamento, condizionamento, dissalazione, alle ciminiere, le fognature e ai depuratori posti a decine di chilometri dalle fonti dell’inquinamento, ma anche agli alti forni e agli inceneritori. Sono tutte opere incomplete e non integrate nell’ambiente.

Il sistema industriale e quello sanitario ragionano allo stesso modo. Estraggo  dall’articolo  di Anita Botwin https://www.conoscenzealconfine.it/la-nostra-cattiva-salute-e-molto-salutare-per-l-industria-farmaceutica/ la seguente frase che riguarda il sistema sanitario: “L’attuale modello di ricerca non investe nel sapere di più sulle malattie che non sono redditizie e impone prezzi esorbitanti alle nuove medicine, giocando con la vita dei pazienti e mettendo in pericolo la sostenibilità dei sistemi sanitari”. La stessa cosa è successa nei sistemi industriali, ambientali ed energetici. Fin dall’avvento dell’era industriale, nessuno ha indagato sulle soluzioni non redditizie per gli imprenditori, che devono vendere prodotti petroliferi e tecnologie abbastanza complicate da spaventare gli interlocutori che vogliono proteggere l’ambiente, soprattutto sindacati e ambientalisti. Questi, non sapendo progettare gli impianti autonomamente, considerano una vittoria l’uso del metano al posto del carbone nelle centrali termiche, oppure al posto del gasolio sui mezzi di trasporto.  Questo è dovuto al fatto che la scienza pubblica mondiale non ha corretto gli errori commessi dall’industria privata, ma gli ha fatto da supporto vendendo inutili brevetti e impedendo che le soluzioni sostenibili proposte da inventori privati senza soldi siano sperimentate nei laboratori pubblici.  Gli Uffici Brevetti hanno fatto il resto, costringendo gli inventori senza soldi a rivendicare la proprietà industriale e pretendendo che i brevetti di pubblica utilità pagassero le tasse di deposito e di mantenimento come quelli commerciali. Per giunta, In alcuni casi, gli uffici brevetti si arrogano il diritto di giudicare i depositi di brevetti anche dal punto di vista scientifico, dichiarando che l’energia idroelettrica con il riciclo dell’acqua non può esser prodotta in quanto contraria ai principi della conservazione dell’energia. La stessa cosa vale per l’energia idroelettrica sommersa, per la dissalazione sostenibile con scambio ionico in sfere galleggianti e l’energia idroelettrica compressa, che per il sottoscritto è la vera energia del futuro.

Caro ministro Di Maio, io non so chi abbia concesso la delega all’ufficio brevetti italiano a sostituire la scienza mondiale. Non so nemmeno se esista qualche autorità mondiale che possa concedere tale delega a qualcuno. Io so soltanto che la scienza è divisa in molti settori e non risponde perché non sa rispondere su cose che non ha sperimentato e probabilmente, non può nemmeno sperimentare per non scoprire il vaso di Pandora.  Dico anche che gli uffici brevetti sui brevetti di pubblica utilità dovrebbero semplicemente registrare i depositi di brevetti senza esprimere giudizi, se non vogliono coinvolgere anche le istituzioni pubbliche che rappresentano. Il sottoscritto, non ha fretta. Ha semplicemente dichiarato come si devono costruire gli impianti di depurazione dell’acqua dell’aria ed energetici per essere sostenibili e interagire positivamente con l’ambiente.  Se la legge è uguale per tutti gli autori di opere di intelletto, quando la verità sarà accertata, la giustizia internazionale gli dovrebbe riconoscere i diritti di autore. Non ha avuto senso realizzare in Italia nel 2015 il deposito telematico dei brevetti che costa solo 50 euro, per poi costringere gli inventori a spendere 600 euro per fare ricorsi legali contro l’arroganza degli uffici brevetti che si permettono di giudicare scientificamente le invenzioni che non comprendono proprio perché sono novità sfuggite anche alla scienza, che divisa in settori, non ha mai lavorato sinergicamente per individuare queste invenzioni.   Non ha senso battersi in ricorsi legali, che avrebbero senso solo se gli inventori avessero la possibilità di fare gli imprenditore a livello mondiale.  Io non mi batto per la proprietà industriale perché i miei depositi di brevetti sono di pubblica utilità. In quanto tali, vanno diffusi non protetti, sperando che la giustizia internazionale mi riconosca i diritti di autore. Come è chiaro che una rondine non fa primavera, nessuna invenzione può cambiare lo sviluppo mondiale, se le invenzioni sono messe insieme casualmente sul territorio, come avviene attualmente. SPAWHE non è un modello di sviluppo improvvisato perché i quaranta depositi di brevetti depositati sono tra loro collegati realizzando un avanzamento dello stato dell’arte globale. Non è importante se i brevetti sono stati compresi o non compresi dalla classe dirigente mondiale. Non è importante nemmeno indagare sulle ragioni per le quali questi brevetti non sono stati compresi.   E’ importante e che siano stati depositati.  La storia giudicherà il valore degli scienziati e degli imprenditori a senso unico che hanno riscaldato il pianeta per non aver compreso come gli impianti vanno progettati e collegati sul territorio. Ma la storia giudicherà anche i politici e i legislatori che li hanno lasciati fare senza sperimentare le soluzioni scomode di chi asserisce che l’intero sviluppo industriale è stato sbagliato da prima che noi nascessimo sbagliando il principale principio dell’energia. Il mondo si è riscaldato avendo scelto la termodinamica al posto della fluido dinamica. Non è strano che negli ultimi anni le emissioni antropiche mondiali di CO2 siano diminuite, ma nello stesso tempo la percentuale di CO2 nell’ambiente è cresciuta più del passato? La ragione di questo strano fenomeno i ministeri dello sviluppo economico mondiale dovrebbero saperla più degli altri ministeri, perché il pianeta si sta acidificando, in particolare le acque. L’acidificazione è un fenomeno che libera verso l’atmosfera il CO2 che non può essere trattenuto dai bicarbonati presenti nell’acqua dolce e salata, in particolare quelli di calcio e magnesio. Pertanto con l’aumento della temperatura oceanica i bicarbonati precipitano trasformandosi in carbonati, il CO2 sale verso l’atmosfera e il livello delle acque oceaniche aumenta anche per lo scioglimento dei ghiacciai [Ca(HCO3)2 ⇌ CaCO3 + CO2 + H2O, Mg(HCO3)2 ⇌ MgCO3 + CO2(g) + H2O]. Decarbonizzare il pianeta non significa sostituire le auto con il motore termico con quello a batteria ma cambiare la fonte energetica primaria. Anche se riuscissimo a costruire batterie talmente potenti da utilizzare anche sui messi agricoli e sui grandi mezzi di trasporto, la fonte energetica primaria sarebbe sempre la stessa. La classe dirigente mondiale si sta rendendo ridicola di fronte alle generazioni future perché ha trascurato l’unica energia sostenibile producibile su pianeta Terra, mentre ha sviluppato tutte le altre più inquinanti e con bassi rendimenti. 

L’ultima trovata del presidente americano Trump è quella della conquista dello spazio con le armi per sostenere il predominio americano anche nello spazio. Per il sottoscritto dovremmo invece conquistare lo spazio per prevenire fenomeni astrofisici distruttivi e guerre nucleari, creando satelliti artificiali che riproducono l’habitat della vita umana, autonomi energeticamente in grado di produrre tutta l’energia che serve per l’alimentazione umana e la costruzione dei pezzi di ricambio ed essere pronti all’evacuazione parziale o totale del pianeta in caso di bisogno. Questo lo possiamo fare soltanto se produciamo a bordo dei veicoli di trasporto e dei satelliti energia con acqua e aria nelle varie forme descritte su https://www.spawhe.eu/le-civilta-perdute-il-pensiero-di-einstein-e-l-energia-di-sopravvivenza/.  Ma su questo siamo all’anno zero perché nessuno dei cento novantasei stati sovrani ha speso un solo euro, compresa l’Italia in questa direzione. I governi mondiali, fino ad ora, hanno preferito acquistare l’energia dalle multinazionali per non sforzare le meningi dei ricercatori pubblici che lavorano al servizio delle stesse multinazionali per aiutarli a ridurre le emissioni, ma pagati dai contribuenti. E’ stata trascurata l’energia senza combustibili e senza emissioni inquinanti, che non ha nulla che vedere con il moto perpetuo, rispettando i principi di Pascal, Torricelli, Henry, e le invenzioni sull’elettromagnetismo di Ferrari e Tesla, usurando soltanto i materiali delle pompe, turbine, compressori, valvole che servono per realizzare i circuiti. Non serve il calore perché da sempre l’energia la produce la pressione per la portata per la densità del fluido di passaggio, che non è l’aria ma l’acqua, che ha una densità 830 volte superiore all’aria. La scienza dall’avvento dell’era industriale, non ha saputo sviluppare la pressione senza il calore prodotto dai combustibili, dall’energia nucleare o dall’idrogeno a pagamento estratto dal metano o dall’idrolisi dell’acqua.    

Caro Ministro Di Maio questo è il mondo che avete ereditato da chi vi ha preceduto. Io Spero che prima di spendere le scarsissime risorse che vi restano vogliate accertarvi con sicurezza se almeno chi vi ha preceduto, ha azzeccato i principi fondamentali dell’energia. Io sono certo che sono state sbagliate anche le scelte fatte sui principi fondamentali e credo di averlo ampiamente dimostrato anche senza mezzi economici. Solo chi ha studiato a memoria i principi dell’energia non può comprendere. Con questo non invito l’Italia a uscire dall’Europa per non fare la fine della Turchia. Invito il governo italiano a lavorare in favore della creatività nelle progettazioni pubbliche mondiali per cambiare l’Europa e il mondo intero.

Mi dispiace dirlo, ma io non credo nella politica e nell’economia. Credo che il mondo debba essere governato scientificamente. Ma la scienza deve essere applicata facendo avanzare lo stato dell’arte globalmente. Questo significa che è controproducente portarsi appresso sistemi depurativi ed energetici obsoleti, in concorrenza tra di loro, soltanto perché nessuno ha studiato le potenzialità massime ottenibili attraverso l’organizzazione del lavoro, che avrebbe portato, inevitabilmente alla individuazione delle energie interattive. Eppure, gli imprenditori sanno bene che solo organizzando il lavoro capillarmente e applicando le migliori tecnologie di automazione, negli stabilimenti industriali si possono produrre migliaia di auto o frigoriferi o televisori in un solo giorno. Perché l’organizzazione del lavoro non si applica all’intero sviluppo economico mondiale per aumentare le potenzialità di difesa dell’ambiente e la produzione di energia sostenibile scegliendo le migliori tecnologie di automazione? Nei sistemi ambientali ed energetici, automatizzare significa sfruttare contemporaneamente più principi scientifici legiferati con l’aiuto delle tecnologie esistenti. Il sistema Spawhe ha studiato l’organizzazione del lavoro in tale senso, arrivando alla conclusione che non abbiamo bisogno delle auto a batteria, né dell’idrogeno che diventi un combustibile, né di dividere l’atomo per sviluppare nuove energie. Ci bastano soltanto le tecnologie già sviluppate, sostituire l’energia termica con quella idroelettrica compressa per moltiplicare i rendimenti energetici e depurativi, creando un modello di sviluppo sostenibile per tutti.  Ma questo sistema può ancora migliorare i rendimenti con le ricerche sull’elettromagnetismo, partendo da una fonte energetica che non costa niente e addirittura protegge l’ambiente. E’ tutto scritto nero su bianco su https://www.spawhe.eu, ma i governi mondiali e le multinazionali continuano a tacere e a selezionare i migliori cervelli per mettere la scienza pubblica e privata al servizio delle borse mondiali.  Dovrebbe essere il contrario. Le borse mondiali si dovrebbero adeguare alle scelte scientifiche fatte studiando globalmente e imparzialmente le soluzioni nell’interesse di tutti dai migliori cervelli selezionati dai ministeri dello sviluppo economico e dalle Nazioni Unite. Le buone soluzioni studiate dalle multinazionali possono anche essere gradite ma lo stato dell’arte lo devono determinare soprattutto gli enti pubblici mondiali, attingendo imparzialmente, da tutte le fonti la capacità di progettazione e selezionando le migliori soluzioni. Questo oggi non avviene perché gli statisti di professione e gli imprenditori che si sono trasformati in statisti per difendere i loro investimenti e il loro potere, impediscono il corretto sviluppo economico, che dovrebbe essere il frutto di scelte rigorosamente scientifiche e di una capillare organizzazione del lavoro mondiale. Il tragico evento del crollo del viadotto a Genova accaduto mentre mi accingevo a pubblicare questo articolo mi ha indotto a ritardare la pubblicazione che, potrebbe sembrare fuori luogo e non rispettosa delle vittime della tragedia avvenuta. Ma ho deciso di pubblicarlo ugualmente, aggiungendo qualche altra riflessione. Anche questo disastro mostra che non siamo governati dai governi ma dai potenti della terra, che oltre a farci pagare le tasse sui redditi, sui prodotti, ci fanno pagare anche i pedaggi sulle strade e ci impongono di comprare combustibili che inquinano di loro produzione perché si sono impadroniti oltre che delle fonti di approvvigionamento, anche della scienza mondiale, pubblica e privata, che non osa inventare sistemi energetici e depurativi non a pagamento.

 Caro Ministro, se ho ragione, con l’energia che non costerà quasi niente, come ho già scritto, non converrà costruire gallerie e viadotti, le grandi distanze si percorreranno volando nell’atmosfera senza inquinarla, con meno infrastrutture, senza consumare i pneumatici. Ma soltanto l’usura delle macchine rotanti, sempre più efficienti e leggere grazie ai progressi che faremo nella ricerca dei materiali e dell’efficienza elettromagnetica.  Purtroppo, nel mondo, oltre alle società che gestiscono le autostrade, pensando solo al profitto, ci sono molte galline che producono uova d’oro per chi è già ricco e tutte svolgono lavori con tecnologie o principi scientifici incompleti. Basti pensare alle multinazionali delle grandi opere idroelettriche, a quelle dei trasporti, dell’aria condizionata, delle depurazioni dell’acqua e dell’aria rigorosamente separate; dell’acciaio, degli inceneritori, delle biomasse, e biotecnologie, dell’energia solare ed eolica.  Tutta la scienza mondiale è divisa in settori separati, evitando accuratamente l’interattività tra i processi, che potrebbe creare il salto di qualità e mostrare i limiti delle attuali soluzioni.  

Chiaramente, ho già compreso, che nemmeno voi giovani credete al sottoscritto, ma io vi ricordo che siete arrivati al potere, grazie a un mio coetaneo, capace come il sottoscritto, ancora di sognare e di ragionare con la propria testa. Sarebbe ancora un sogno anche il vostro governo se Beppe Grillo non fosse stato in grado di sognare tenendo gli occhi ben aperti. Fino a prova contraria è il bisogno che aguzza l’ingegno. Se io fossi stato un manager o un inventore super pagato, non avrei mai potuto pensare a alle mie soluzioni sostenibili, che sono quelle che cerca soltanto chi non ha nulla da spendere in ricerca, ma utilizza al meglio quello che ci circonda.  I silenzi che ho raccolto in Italia, li ho raccolti anche all’estero. Non perché le soluzioni siano sbagliate, ma perché nessuno dei pochi che le comprendono ne può parlare liberamente, senza violare la fedeltà aziendale, imposta dai datori di lavoro, pubblici e privati. Non è un caso che il sito web http:// www.spawhe.eu, nella “nuova home page” ha registrato, fino a oggi circa 21.000 visitatori.  Tutti rigorosamente silenziosi e in attesa degli eventi.  E’ giusto che sia così, purché chi va in parlamento nei singoli paesi tenga conto anche che ci sono molte persone che non possono esprimere apertamente la propria opinione tecnica e scientifica senza rischiare il posto di lavoro. Queste persone sono quelle che meglio di tutti saprebbero come effettivamente si potrebbero risolvere i problemi dello sviluppo e del lavoro. Tra queste persone c’era anche il sottoscritto, che ha preferito andarsene in pensione per fare l’inventore libero da condizionamenti senza essere pagato da nessuno. 

 Se io fossi uno statista riformerei soprattutto la progettazione pubblica mondiale, eliminando l’attuale commercio dei brevetti, e pretendendo, come ho ampiamente scritto su SPAWHE, che tutti i cicli che si coinvolgono nei processi pubblici e privati siano chiusi negli impianti progettati o in quelli adiacenti, già esistenti, o progettati contemporaneamente.  Non occorre altro per creare lavoro e sviluppo sostenibile. Ma questo concetto doveva essere compreso, all’inizio dell’era industriale. Oggi comporta la modifica sostanziale di tutti gli impianti mondiali, pubblici e privati, fissi e mobili, avendo sbagliato i principi fondamentali dell’energia mondiale. E’ una fortuna universale che gli studi effettuati dal sottoscritto abbiano portato all’individuazione dell’energia interattiva che è molto più potente ed efficiente dell’energia fossile e delle attuali rinnovabili. Purtroppo, è anche l’abito che fa il monaco. Se non fossi stato lasciato solo dalle istituzioni scientifiche nazionali a parlare di energia interattiva, oggi il sistema ITALIA e il sistema SPAWHE avrebbero molti punti in comune per ripartire con un nuovo modello di sviluppo, che non ha nulla che vedere con quello che portano avanti le multinazionali, purtroppo supportate dai ricercatori pubblici e dai legislatori mondiali. E’ chiaro che ritengo un positivo segno di cambiamento l’avvio della procedura di revoca della concessione alla società che gestisce le autostrade Italiane e spero che seguano anche altre revoche. Ma l’affidamento delle gestioni alle attuali classi dirigenti italiane, pubbliche e private, nemmeno è una garanzia a causa della corruzione e dei conflitti occulti. Per questa ragione occorre un modello di sviluppo scientificamente organizzato e sperimentato, dove nulla può essere improvvisato in fase di appalti e di gestioni. Tutto deve essere definito con precisione in fase di progettazione. Questo non è impossibile utilizzando i sistemi interattivi energetici e depurativi che aprono pochi cicli ma auto depurativi fissi e mobili che evitano le grandi opere strutturali, deteriorabili dal tempo, da fenomeni sismici e geologici. Ma come ho spiegato in questo articolo e in molti altri, su questa strada siamo all’anno zero e non mi sembra che siate pronti per percorrerla.  Spero soltanto che prima di fare investimenti con le scarse risorse italiane, troviate almeno il coraggio per fare le verifiche scientifiche che costano pochissimo e che nessuno di coloro che vi hanno preceduto al governo dell’Italia, dell’Europa e del Mondo ha fatto, essendo tutti implicati fino al collo con il modello di sviluppo attuale. Dalle scelte che farete non solo per distribuire meglio la ricchezza, ma anche per crearla, dipenderà il futuro degli italiani. Se tutto funziona, come dovrebbe, l’esperienza positiva italiana potrebbe rappresentare un esempio di crescita trasparente sostenibile politica, scientifica, tecnologica per tutti gli altri 195 Stati Sovrani.

Cordiali saluti

Luigi Antonio Pezone