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COP 23, i misteri dell’energie e delle depurazioni interattive occultate dalle istituzioni.

(Quinta lettera aperta alle Corti di Giustizia Internazionali)

(Prima lettera aperta al Consiglio dell’Europa)

La conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop 23) si terrà a Bonn, in Germania, dal 6 al 17 novembre 2017 sarà un altro buco nell’acqua (nel senso che non lascerà nessuna traccia), perché siamo  lontanissimi dalla possibilità, che qualcuno degli addetti ai lavori accenni ai misteri dell’energie e delle depurazioni interattive occultate da tutte le istituzioni mondiali per nascondere errori madornali scientifici, di progettazione e gestionali che avvengono dall’avvento dell’era industriale. Se questo non avverrà, il prossimo anno, pubblicherò di nuovo questo articolo cambiando soltanto la località e la data in cui avverrà la conferenza. Io farò questo anche per gli anni successivi.

Come cittadino Italiano e del mondo, mi sento preso in giro dalle istituzioni pubbliche mondiali per il silenzio mantenuto sulle soluzioni interattive per la protezione dell’ambiente e la produzione di energia, perché ho impiegato undici anni di lavoro, soprattutto di ragionamenti, per metterle insieme, che hanno portato a realizzare sistemi unici energetici e depurativi, purtroppo solo virtuali, in assenza di interlocutori pubblici disponibili all’ascolto. Ma anche le soluzioni virtuali sono qualcosa rispetto al nulla che hanno espresso nel frattempo le istituzioni pubbliche mondiali. Dal sito web https://www.spawhe.eu si possono trovare diversi articoli e depositi di brevetti che descrivono nei dettagli  lo studio razionale della pulizia dell’energia fossile, che prevede l’ampliamento del ciclo dei fumi oltre le ciminiere, che per il sottoscritto dovrebbero essere modificate per catturare i fumi per farli reagire con l’acqua di raffreddamento e da depurare e materiale calcareo, è venuto fuori che anche l’energia fossile può interagire positivamente con  l’ambiente, producendo  carbonati nelle acque  che neutralizzano il CO2, solfati e nitrati che neutralizzano i SOx, NOx e le polveri sottili semplicemente abbattute con piogge artificiali. Mentre il calore recuperato delle acque di raffreddamento e dai fumi stessi, può essere utilizzato per riscaldare digestori anaerobici, che producono biogas e il digestato liquido utilizzato per produrre di nuovo biomasse digeribili depurando l’acqua in stagni biologici sovrapposti. Questo importante sistema interattivo tra energia e depurazioni dell’acqua e dell’aria, che parte dell’energia termica fossile e chiude tutti i cicli interessati al processo producendo acque depurate e alcaline ed energia biologica è stata depositata in numerosi brevetti nazionali e internazionali dal 2010 al 2014, tutti ignorati e occultati dagli enti pubblici mondiali, che hanno continuato a realizzare impianti termici non interattivi con i sistemi depurativi.

Bisogna chiedersi perché le istituzioni mondiali hanno ignorato tutto? Io penso che abbiano nascosto queste soluzioni perché  dimostrano i loro errori: non si possono realizzare centrali termiche da migliaia di KW/h disposte a caso sul territorio, senza analizzare i cicli depurativi completi, senza avere le quantità di acque e di materiali calcarei necessarie per neutralizzare chimicamente il ciclo del CO2 dei SOx e NOx e gli spazi necessari per affiancare gli impianti collaterali. Non si possono realizzare a caso sul territorio nemmeno grandi depuratori lontani dai centri urbani perché le acque i fanghi devono essere separate all’origine e l’acqua e l’aria devono interagire negli stessi centri urbani auto depurandosi a vicenda in processi interattivi. Inoltre, come detto sopra i depuratori devono lavorare insieme agli impianti termici fossili e biologici per realizzare un solo processo completo. Queste soluzioni non sono nate a caso, ma applicando all’ambiente l’organizzazione scientifica del lavoro sul modello utilizzato da Frederick Taylor nel 1911, quando studiò l’organizzazione scientifica del lavoro industriale. Il sottoscritto, non ha fatto altro che sostituire i cicli ambientali ed energetici a quelli delle macchine e degli uomini. Come l’organizzazione del lavoro industriale ha portato a nuove invenzioni che hanno velocizzato la produzione e migliorato la qualità dei prodotti, altrettanto l’organizzazione del lavoro ambientale ha portato a realizzare diversamente gli impianti energetici e depurativi che non possono essere separati tra loro e non possono separare i processi dell’acqua e dell’aria, altrimenti si perde il vantaggio dell’interattività che incrementa il rendimento di tutti i processi.  Tuttavia, la scoperta di questa interattività, che avrebbe la capacità di pulire l’energia fossile degli impianti fissi, è stata soltanto la punta dell’iceberg, perché continuando l’analisi dei cicli di lavoro ambientali la situazione può ancora migliorare moltissimo e anche i costi di produzione dell’energia e delle depurazioni si possono abbattere moltissimo.  Infatti, continuando a ragionare razionalmente, se mettiamo da parte l’inquinamento, e ci concentriamo sull’aspetto economico delle soluzioni, possiamo constatare che all’attuale stato dell’arte l’energia più diffusa e più economica, è quella prodotta con i combustibili, con un rendimento medio 0,35 rispetto al potere calorifero inferiore.  Questo rendimento è migliaia di volte inferiore all’energia interattiva che non è mai stata prodotta. Per comprenderlo basterebbe considerare che la pressione prodotta nella camera di combustione bruciando un combustibile produce dei gas la cui densità è quasi mille volte inferire all’acqua, mentre la pressione al massimo può arrivare a 40 bar. Se invece di utilizzare la pressione di scoppio, utilizziamo l’aria compressa, possiamo superare anche 100 bar. Se moltiplichiamo la pressione per la densità del fluido, a parità della sezione di passaggio, abbiamo una potenza producibile superiore di quasi 2500 volte. Pur considerando la maggiore velocità dell’aria, avremo sempre potenze altissime rispetto ai motori termici.  Inoltre, il motore idroelettrico compresso è più semplice da costruire e gestire: sfrutta la pressione dell’aria staticamente, sulla superficie dell’acqua, all’interno della quale circola a senso unico una parte della stessa acqua per mezzo di una pompa con una bassa prevalenza (poiché la pressione statica di un liquido incomprimibile non si oppone all’energia cinetica sviluppata all’interno del volume accumulato). Pertanto, se pratichiamo un foro sulla parete del serbatoio e da questo alimentiamo una turbina, questa viene alimentata con una pressione di 100 bar invece di 40 e con la densità dell’acqua invece dell’aria. Il problema da risolvere nel motore idroelettrico pressurizzato non è quello di trovare le turbine adatte a sfruttare la pressione perché tutte le pompe possono essere usate come turbine, se si alimentano al contrario rispetto all’uso normale, soprattutto, le pompe multi giranti, che possono arrivare a cento bar, e le pompe volumetriche a ingranaggi, usate nell’oleodinamica, che con minori ingombri possono arrivare a pressioni molto superiori. Il problema da risolvere era come recuperare l’acqua o il liquido che produce l’energia elettrica attraverso la turbina e inserirla di nuovo nel circuito pressurizzato con bassi costi energetici, per realizzare un ciclo energetico continuo. A questo ci pensa la stessa pompa di circolazione dell’acqua con bassa prevalenza che ricircola l’acqua all’interno del serbatoio pressurizzato, la quale rispetto alle attuali pompe ha una seconda alimentazione perfettamente separata dalla prima, che entra nella stessa girante della pompa. Se dividiamo il cosiddetto occhio di entrata della pompa in quattro settori alternati, due alimentati in alta pressione e due in bassa pressione, con l’acqua scaricata dalla turbina, quando la girante ruota, in ogni settore entra in successione acqua in alta e bassa pressione. Poiché i flussi vanno nella stessa direzione, l’acqua in alta pressione, non solo equilibra la pressione in entrata e uscita della girante, spinge anche verso l’uscita l’acqua con minore pressione. Ovviamente, per il principio dell’impenetrabilità dei corpi, può entrare nel serbatoio pressurizzato soltanto la quantità di acqua (o altro fluido motore) che contemporaneamente espelle la turbina. Si può comprendere facilmente che in questo circuito la pompa serve solo a far entrare l’acqua nel circuito di riciclo dell’acqua pressurizzata consuma soltanto una piccolissima percentuale dell’energia prodotta dalla turbina. L’energia cinetica all’acqua che attraversa la turbina è fornita dall’aria compressa, che agisce staticamente attraverso il principio di Pascal su tutta la superficie dell’acqua del serbatoio pressurizzato. L’acqua attraversa la sezione di passaggio esistente nella turbina con una velocità calcolabile con il principio di Torricelli. Non c’è consumo di acqua   e nemmeno di aria compressa perché questa è imprigionata in uno spazio chiuso non collegato all’uscita dalla turbina.  Tuttavia se applichiamo il principio di henry ci accorgiamo che una parte di aria si dissolve nell’acqua proporzionalmente alla pressione esercitate sulla superficie, pertanto, poiché l’aria contiene circa il 20% di ossigeno, questo sistema oltre ad essere il sistema energetico più potente ed economico inventato dall’uomo, è anche il sistema depurativo più potente ed economico. Infatti, ogni volta che l’acqua dalla pressione atmosferica entra nel serbatoio pressurizzato assorbe spontaneamente l’ossigeno per la legge di Henry senza spese energetiche, mentre con i sistemi di ossidazione attuali occorrono immense potenze assorbita perché la potenza dei compressori o delle elettro soffianti devono vincere la pressione del battente idraulico sui diffusori di aria. Questo comporta anche enormi costi per i diffusori che si intasano di fanghi. Quindi con il sistema idroelettrico pressurizzato, possiamo produrre energia e ossidazione nelle falde inquinate dai nitrati e fosfati agricoli e urbani. Inoltre è anche il sistema di prevenzione più potente ed economico delle siccità, delle alluvioni, acidificazioni, eutrofizzazioni. Infatti, riciclando l’acqua, senza dighe e bacini in montagna, ma nelle valli, rallentiamo i flussi delle acque dolci verso il mare, rendendole più disponibili per l’agricoltura, facendole arricchire di ossigeno mentre produciamo energia, ma anche di carbonati tramite il contatto con rocce e terreni calcarei. Nello stesso tempo, gli stessi impianti che producono energia possono deviare una maggiore o minore quantità di acqua verso i canali di irrigazione o le vie di fuga delle acqua alte verso il mare quando si alzano i livelli dei fiumi, che già saranno mento frequenti di quelli attuali, svuotando i bacini in montagna. Possiamo considerare interattivi anche i dissalatori dell’acqua che tramite le pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante, possono consentire la circolazione di sfere forate contenenti resine di scambio ionico e contemporaneamente produrre energia con la pressione cinetica in una turbina idraulica  (https://www.spawhe.eu/sustainable-desalination/).

Possiamo considerare interattiva la lotta alla acidificazione oceanica e l’incremento della produzione alimentare realizzabile direttamente negli oceani per mezzo del Welling Artificiale: Non ha senso sfruttare ai fini alimentari soltanto il 5% della superficie oceanica dove avviene il Welling naturale, e lavorare la terra con il sudore della fronte e inquinandola con concimi chimici, quando abbiamo a disposizione una superficie immensa, due volte più grande della terra, dove possiamo creare cibo a lavoro semplicemente sollevando il carbonio e il calcio solubilizzati nelle profondità oceaniche, senza utilizzare concimi e mangimi chimici   (https://www.spawhe.eu/artificial-welling-files/)

Soprattutto, con l’energia interattiva tra acqua e aria, possiamo motorizzare tutti i mezzi di trasporto, compresi quelli aerei con basso costo energetico, possiamo prevenire gli incendi per mezzo di autentiche mongolfiere piene di acqua, che producono a bordo tutta l’energia che serve per riscaldare l’aria, lo spostamento orizzontale e verticale con turboventilatori elettrici, senza consumare combustibili, che possono addirittura stazionare nello spazio ed essere telecomandate sul luogo dell’incendio.  Oggi gli aerei a mala pena reggono il proprio peso galleggiando con le ali sull’aria per effetti aerodinamici. L’acqua che possono trasportare i canadair e gli elicotteri è pochissima mentre i consumi energetici e l’inquinamento che producono è altissimo. Inoltre, non potendosi fermare sul focolaio dell’incendio gran parte dell’acqua di spegnimento si disperde (https://www.spawhe.eu/aerospatial-pressurized-hydroelectric-transport-system/). Non parliamo dei trasporti terrestri marini e navali che non avranno bisogno di nessun combustibile non emetterebbero un grammo di CO2 (https://www.spawhe.eu/hydroelectric-power-auto-with-torque-peripheral-to-the-wheels/).  Tutte queste cose ci confermano che non dobbiamo nessuna gratitudine alle scienze energetiche sviluppate nel secolo scorso che hanno fatto le scelte peggiori che potevano fare sia sbagliando il modo di progettare le pompe, che sono il cuore di tutti gli impianti, sia sbagliando i motori termici e le caldaie che non solo producono energia inquinante, sono anche meno potenti e antieconomici rispetto all’aria compressa, che si può usare staticamente. L’energia interattiva poteva nascere all’inizio del secolo scorso.   Gli eredi scientifici, soprattutto pubblici, ancora non comprendono che tutto l’attuale sviluppo sbagliato e il riscaldamento globale è dovuto solo al mancato approfondimento dell’impiego dei principi di Pascal, Torricelli ed Henry che doveva essere integrato con piccole invenzioni strategiche, soprattutto le pompe con la doppia alimentazione separate fino alla girante, di cui non esiste nemmeno un prototipo perché l’attuale classe dirigente mondiale ha una paura matta che funzionino. Ma la cosa peggiore è il fatto che nessuno parla, poiché il sistema creato produce lavoro ai dipendenti pubblici e privati mondiali. Tutti sono legati alla fedeltà aziendale e nessuno sputa nel piatto in cui mangia.  Molte aziende private sono legate a quelle pubbliche da appalti e subappalti, altre costruiscono e vendono apparecchiature che diventerebbero obsolete se cambia il sistema energetico e depurativo mondiale. Molte aziende comprano i brevetti degli enti di ricerca pubblici con la compiacenza dei legislatori, creando conflitti di interessi che frenano l’avanzamento delle soluzioni alternative. I sistemi di potere mondiali si sono organizzati per selezionare i migliori cervelli, dar loro uno stipendio, e farli lavorare solo nella direzione che loro hanno stabilito, con i risultati che, purtroppo, tutti conosciamo. Tutto è stato organizzato nei minimi dettagli dalla classe dirigente mondiale per nascondere gli errori scientifici pubblici e gli interessi delle multinazionali, affinché il vaso di Pandora non si apra e non esca fuori l’unica speranza residua per salvare l’umanità che sono proprio le energie interattive, sulle quali ci ha potuto lavorare solo un pensionato, che non ha potuto fare altro che scoprire il vaso dopo undici anni di lavoro senza trovare un solo interlocutore, pubblico o privato, disponibile all’ascolto. La verità deve venire fuori nell’interesse di tutti, anche dei progettisti e inventori dipendenti di enti di ricerca pubblici e privati che non possono lavorare sulle soluzioni alternative agli interessi aziendali e nemmeno parlare di tali soluzioni. 

Meno male che la genialità libera da condizionamenti è entrata almeno nell’informatica e nell’elettronica dove con bassi investimenti si fanno passi da giganti, di cui indirettamente ne beneficiano anche i progettisti tradizionali di opere civili, meccaniche, idrauliche. I settori tradizionali al contrario dell’informatica e dell’elettronica, richiedono grandissimi investimenti e tempi di attuazione molto più lunghi. Inoltre sono frenati dai mestieri che si tramandano da una generazione all’altra che migliorano le tecnologie ma non possono superare i vizi originali dei sistemi, se si basano su principi fisici o chimici sbagliati.  Cambiare un programma informatico o circuito elettronico costa molto poco, mentre accorgersi dopo oltre un secolo, che modificando soltanto il modo di alimentare le pompe possiamo aggirare la forza gravitazionale e trasformare tutti i sollevamenti idraulici mondiali (che dopo i trasporti sono la spesa energetica più grande dell’intero pianeta) da assorbitori di energia in produttori di energia, comporta rifare o modificare sostanzialmente tutto quello che è stato fatto fino ad ora nelle opere pubbliche e private mondiali. Se consideriamo che tale modifica può portare anche a sostituire i motori termici con un sistema più economico e potente, è ovvio, che i grandi manager mondiali facciano finta di non comprendere l’invenzione fino a quando ai piani alti delle gerarchie mondiali gli statisti non si assumono la responsabilità di riconoscere per tutti gli errori commessi e dare il via alla vera ricostruzione. Esistono Statisti con tale coraggio nel mondo? Io penso che possano venire fuori più dai paesi in via di sviluppo che da quelli che hanno troppi impianti obsoleti da abbattere.

Sarà necessario accettare il crollo di tutte le borse mondiali ma non si perderà un posto di lavoro perché il mondo intero sarà da ricostruire. Si può fare con calma, stabilendo delle scadenze, ma sapendo almeno cosa fare e gli obiettivi da perseguire. E’ inutile continuare a incentivare energie rinnovabili discontinue anti economiche e macchine a batteria che non possono risolvere il problema del trasporto mondiale e nemmeno quello dei mezzi di lavoro della terra e dei cantieri.  

Per fortuna, la natura ha fatto le cose perbene, costa pochissimo realizzare dei prototipi dimostrativi delle varie versioni di energie interattive e di un motore idroelettrico compresso, perché non ci sono formule segrete. Io mi chiedo: cosa aspettano le Nazioni Unite che organizzano le COP a creare un prototipo di modello di sviluppo ideale per indirizzare i singoli paesi verso le soluzioni migliori dal punto di vista economico e ambientale? Non lo sanno che l’organizzazione scientifica del lavoro industriale (Taylorismo) ha dimostrato che uno solo è il modo migliore di fare le cose in tutte le attività? Questo vale soprattutto nel settore dell’ambiente e dell’energia, che avrebbe dovuto essere un unico settore, fin dall’avvento dell’era industriale per ridurre le spese degli investimenti e moltiplicare i rendimenti. Tutto questo è stato sempre evidente per il sottoscritto che dal 1970 al 1987 si è occupato contemporaneamente di organizzazione del lavoro e degli impianti di produzione nell’industria automobilistica. Per rafforzare questa convinzione lasciai la grande azienda per lavorare in una piccola azienda installatrice di   impianti pubblici ambientali ed energetici in Italia e in Tunisia fino al 2006. Sommando queste due esperienze, che complessivamente sono durate trentasette anni, ho potuto affrontare diversamente il lavoro di inventore ambientale ed energetico dal punto di vista organizzativo e impiantistico, incrociando le sinergie tra i principi fisici, chimici, biologici, meccanici, idraulici, termici, dell’acqua e dell’aria, unificando i cicli di trattamento. Come Taylor dimostrò nel 1911 che cambiando il modo di lavorare si poteva addirittura raddoppiare la produzione, il sottoscritto ha dimostrato, purtroppo solo virtualmente, possiamo depurare e produrre energia contemporaneamente, senza utilizzare combustibili.  Ha anche dimostrato che l’energia idroelettrica compressa si può realizzare con piccoli ingombri e che si può montare sui mezzi di trasporto e che queste soluzioni sono sempre state sempre accolte dal silenzio e mai finanziato dagli addetti ai lavori e dalle istituzioni che si occupano di ambiente e di energia. 

Le NAZIONI UNITE che gestiscono le COP, gestiscono anche la WIPO, l’organizzazione mondiale dei brevetti, La Banca Mondiale, e Le Corti di Giustizia Internazionali. Possono fare molto di più di quanto facciano adesso. Le COP non possono dare risultati sperati perché in nessun paese al mondo l’organizzazione scientifica del lavoro è entrata nei dettagli di cicli dell’ambiente e dell’energia.  Se i progetti ambientali finanziati dalla Banca Mondiale fossero stati anche sperimentali e innovativi, avrebbero potuto funzionare da guida per un modello di sviluppo alternativo più aggiornato rispetto all’attuale stato dell’arte dell’ambiente e dell’energia.  Questa non era una cosa impossibile da fare, sarebbe bastato metter insieme tecnici con esperienze diverse raccomandandogli di cercare le soluzioni migliori applicando lo stato dell’arte e l’organizzazione scientifica del lavoro. Questo non è successo perché le Nazioni Unite si comportano come i singoli paesi in materia di ambiente e di energia, non tenendo conto dell’organizzazione scientifica del lavoro globale che richiede una maggiore multidisciplinarità dei progettisti, non per realizzare impianti più complicati, ma più semplici e funzionali.  Infatti, l’errore commesso da tutti i paesi che si sono copiati a vicenda dell’avvento dell’epoca industriale è stato quello di realizzare impianti monotematici termici, nucleari, solari, eolici, idroelettrici, biologici, non interattivi, i quali non possono chiudere tutti i cicli che aprono, né possono incrementare i rendimenti realizzando due o più processi contemporaneamente, come possono fare le energie interattive.

  Le Nazioni Unite se non afferrano questi concetti elementari non possono guidare i singoli paesi verso soluzioni ambientali ed energetiche che migliorano l’ambiente, degenerato dagli attuali impianti antropici sbagliati.  Quando nel 2006 ho iniziato a produrre le prime invenzioni ambientali la percentuale di CO2 nell’ambiente era 360 ppm, oggi supera i 400 ppm. Le undici COP organizzate dal 2006 al 2017 non hanno prodotto nessun effetto. Certamente non saranno i palliativi delle auto a batteria e delle rinnovabili non interattive, discontinue e con bassi rendimenti a ridurre questa crescita continua. Lo stesso effetto degenerativo lo stiamo avendo sulle acque, perché si depurano soltanto le poche acque che attraversano gli impianti di depurazione (con alti costi), mentre con la produzione delle energie interattive la depurazione delle acque sarebbe un effetto collaterale della produzione di energia, con costi centinaia di volte inferiori a quelli attuali, dovuti solo all’usura delle macchine. Occorreva un modello di sviluppo alternativo che si poteva simulare soltanto attraverso uno studio dettagliato dell’organizzazione scientifica del lavoro ambientale, che il sottoscritto ha realizzato dal 2006 a 2017, individuando le invenzioni strategiche necessarie nelle varie situazioni ambientali: termiche, urbane, domestiche, fognarie, agricole, lacustri, marine, nei trasporti, terrestri, marini e aerospaziali. E’ tutto scritto su https://www.spawhe.eu.      

Mi dispiace per tutti coloro che sono nella soluzione imbarazzante di dover riconoscere gli errori ereditati dal passato, ma personalmente, anche senza prototipi, metto la mano sul fuoco che le energie interattive funzioneranno. Se e quando quello che asserisco sarà dimostrato, penso che I diritti di autore, che sono diritti inalienabili riconosciuti a tutti gli autori di opere di intelletto, debbano essere riconosciuti anche al sottoscritto, indipendentemente dalla proprietà industriale, che non ha nulla a che vedere con le invenzioni proposte dal sottoscritto. Io non ho padroni industriali. Le mie invenzioni sono accessibili a tutti coloro che vogliono realizzarle rispettando le leggi della democrazia mondiale. Se qualcuno, pubblico o privato, voleva condividere queste invenzioni, acquisendo la proprietà industriale, doveva collaborare prima, consentendomi di acquisire i miei diritti di inventore, nonostante le ingiuste legislative attuali. Adesso confido soltanto che La giustizia Internazionale faccia la propria parte per separare definitivamente la proprietà intellettuale da quella industriale, che per logica possono coincidere soltanto se l’inventore è un dipendete dell’azienda che deposita il brevetto.  

Come possono le Nazioni Unite avallare le normative attuali della WIPO (world intellectual prorpety organization), punitive nei confronti degli inventori? Come si può soltanto pensare che un inventore privato non legato a nessun potere economico possa pagare le tasse richieste? La cosa più logica è quella di riconoscergli i diritti di autore se l’invenzione sarà realizzata, e lasciare liberi gli imprenditori di produrla e  commercializzarla senza il diritto della proprietà industriale, ma pagando alle istituzioni le tasse dovute sul prodotto, di cui una piccola parte andrebbe all’inventore. Nella società moderna, con la gestione computerizzata dei prodotti e delle fatture non c’è nulla di più semplice. La libera circolazione delle invenzioni sarebbe un grosso affare anche per la ricchezza mondiale con minori monopoli aziendali.  I monopoli aziendali diventano controproducenti se si creano delle complicità tra gli enti di ricerca pubblici che vendono i brevetti ad aziende private e i politici e i legislatori fanno da garanti. Infatti, se l’invenzione pubblica garantita dalle istituzioni diventa obsoleta per colpa di un inventore privato, la soluzione più semplice è quella di tacere su tale invenzione e non finanziarla.  Allo stesso modo se un’invenzione semplice di un inventore privato mette a nudo sistemi costosi e complicati consolidati nel tempo che stravolgono l’economia, anche positivamente, ma troppo velocemente, è meglio frenarla facendo finta che non esiste. Una famosa frase attribuita al politico italiano Giulio Andretti diceva: “A pensare male si fa peccato ma spesso si indovina”.  

Ovviamente, non ho potuto adempiere a tutti i pagamenti che richiede il sistema mondiale dei brevetti (WIPO world intellectual prorpety organization), che molto stranamente, pretende che gli inventori siano anche imprenditori di se stessi, concedendogli un anno di tempo per decidere se esserlo solo a livello nazionale o internazionale, pagando la differenza delle tasse dovute alle istituzioni, senza distinguere sulla natura dell’invenzione effettuata. Dovrebbe esserci una differenza di regolamentazione tra un’invenzione commerciale di un bene di consumo e una di pubblica utilità sociale. Queste ultime non dovrebbero essere monopolizzate e gli inventori non dovrebbero pagare tasse di deposito e di mantenimento se le leggi fossero fatte correttamente.

Si da il caso che tutte le invenzioni del sottoscritto, riguardanti problemi ambientali sono di pubblica utilità sociale, non ho i mezzi finanziari, né per fare l’imprenditore a livello nazionale, né a livello internazionale e nemmeno l’età giusta per fare l’imprenditore, avendo iniziato l’attività di inventore solo da pensionato, con una prospettiva di vita abbastanza limitata, ma con un’esperienza alle spalle, che mi consentiva di affrontare correttamente i problemi ambientali internazionali. Inventori ambientali non si diventa vincendo un concorso pubblico, ma allenandoti tutti i giorni studiando contemporaneamente i problemi e gli impianti attuali per coglierne i difetti e i pregi, al fine di semplificarli, cercando le possibili sinergie tra principi scientifici e tecnologie. Nei sistemi ambientali, quando le depurazioni diventano complicate vuol dire che i principi scientifici utilizzati sono sbagliati.  In molti casi è molto meglio tornare indietro e cercare altri principi scientifici e altre tecnologie, ma questo lo può fare soltanto un inventore libero con esperienze trasversali, non un ricercatore vincolato dalla propria azienda o dalla propria facoltà scientifica, a trovare la soluzione in una singola disciplina scientifica o in una sola tecnologia.

Ho adempiuto solo alle spese indispensabili per dimostrare che le invenzioni degli inventori privati in materia di ambiente e di energia non sono prese in considerazione da nessuno a livello nazionale e internazionale e i legislatori sono in prima fila per impedire che le innovazioni ambientale estranee ai centri di potere vengano fuori. Esistono anche altri aspetti che devono essere chiariti: a che serve aver ricevuto il riconoscimento di brevetti per la pulizia interattiva dell’energia fossile che è di competenza pubblica, se gli enti pubblici che dovrebbero realizzarla ignorano le invenzioni e l’inventore? A quale titolo dovrebbe pagare le tasse l’inventore che non può nemmeno accedere alle zone da depurare e dove si dovrebbe produrre energia?

Un altro aspetto doloroso è il fatto che l’energia interattiva idroelettrica compressa, che è un invenzione valida anche dal punto di vista commerciale, per gli esaminatori dei brevetti della WIPO è contraria ai principi della conservazione dell’energia. Per loro, l’energia non si può creare dal nulla. Tutto questo avviene mentre la scienza mondiale, ben rappresentata all’interno delle Nazioni Unite tace.  Io ritengo che gli esaminatori dei brevetti che non comprendono che l’aria compressa non sia il nulla e che non afferrano il concetto che all’interno di un liquido incomprimibile la pressione statica non può opporsi alla energia cinetica interna, si siano formati nelle università che non hanno mai approfondito questi aspetti, per tali ragioni le energie interattive non esistono.  Nei sistemi interattivi proposti, rispettando i principi di Pascal, Torricelli ed Henry, rispetto anche i principi della conservazione dell’energia. Gli errori energetici li hanno fatti coloro che hanno sottovalutato tali principi, sprecando l’energia e creando l’inquinamento inutilmente.

Le attuali normative sui brevetti sono sbagliate perché le opere di intelletto, soprattutto di pubblica utilità, devono essere messe a disposizione dell’intera comunità mondiale, come i libri e la musica senza limiti di tempo e senza pagamento di tasse di mantenimento dei brevetti. Come gli scrittori e i musicisti, non devono diventare editori per ricevere i diritti di autori e non devono pagare tasse di deposito e di mantenimento, altrettanto dovrebbe avvenire per gli inventori e i ricercatori privati. Se gli scrittori e i musicisti non trovano editori o case discografiche i loro diritti non decadono. Per quale ragione le leggi attuali fanno decadere i diritti degli inventori e dei ricercatori privati se non pagano le tasse di mantenimento dei brevetti?

Per mantenere in vita un brevetto internazionale per venti anni occorrono circa 150.000 euro. I legislatori legando la proprietà intellettuale a quella industriale stanno facendo in modo che i brevetti li possano depositare solo i poteri forti. Gli Uffici brevetti non devono dare giudizi tecnici sui brevetti ma semplicemente non accettarli se sono contro la morale pubblica e contro l’ambiente. Quest’ultimo aspetto non è da sottovalutare perché le nuove invenzioni devono superare lo stato dell’arte attuale in materia di ambiente.  Questo è possibile soltanto se gli impianti che saranno realizzati in futuro chiudono tutti i cicli termici chimici e biologici che aprono, oppure nella descrizione dell’invenzione si dimostra che l’impianto brevettato è parte di un processo più completo che alla fine i cicli interessati siano chiusi.  Questo significa che tutti gli impianti attuali termici, fissi e mobili e gli impianti di depurazione, quelli nucleari, che lasciano cicli in sospeso, come il CO2, le scorie radioattive o semplicemente, scaricano acque acide o non raffreddano i fumi e le acque, non devono essere brevettabili e devono andare ad esaurimento, man mano che si progettano e si installano gli impianti compatibili con l’ambiente.

Come inventore, Io mi appello alla magistratura internazionale perché penso che deve esserci una ragione logica per la quale non ho trovato interlocutori pubblici e privati in undici anni di attività, depositando circa quaranta brevetti ambientali, tra cui uno europeo e cinque internazionali. Queste invenzioni anche se non sono state realizzate da nessuno, probabilmente, rappresentano l’unico studio alternativo di sviluppo energetico e depurativo globale.  Tutti gli altri o sono energetici, o sono depurativi. Questo sistema non elimina gli altri sistemi, ma li ridimensiona, in quanto in alcuni casi potranno essere anche essere realizzati, ma in generale, non potranno competere anche per ragioni economiche.  

Se le leggi internazionali hanno stabilito che il modo in cui deve avvenire l’avanzamento dello stato dell’arte nel mondo dell’ambiente e dell’anergia lo devono decidere i centri di potere pubblici e le multinazionali, scrivano ufficialmente che ai cittadini privati è vietato depositare brevetti riguardanti questi argomenti.  Non si nascondano dietro ridicole normative sulla proprietà intellettuale, che puniscono proprio l’intelletto.

Io non cerco colpevoli ma soltanto delle risposte scientifiche e giustizia, Se le mie soluzioni non sono sbagliate e più efficienti di quelle attuali, mi aspetto che la Giustizia con la “G” maiuscola intervenga nell’interesse comune e dia a Cesare quello che è di cesare, e agli inventori quello che è degli inventori.

Io non so cosa spingano gli altri autori a realizzare le proprie opere scientifiche, letterarie, artistiche, so soltanto che come tecnico, sapevo di poter dare un contributo alla società superiore a quello che la società mi chiedeva come onesto lavoratore dell’industria e dell’ambiente. Se ho cercato di dare di più di quanto dovevo è dovuto proprio al fatto che ho amato il mio lavoro e ho creduto nella democrazia e nella giustizia. Non sono diventato inventore per caso ma preparandomi a tale compito in una intera vita di lavoro. Chi è stato un lavoro dipendente sa bene che le aziende pagano bene le alte specializzazioni in singoli settori. Ma la parcellizzazione del lavoro non consente una formazione multidisciplinare per affrontare i problemi ambientali.   Chi vuole crescere professionalmente si deve mettere continuamente in discussione. Questo è il prezzo da pagare.  Se nonostante il silenzio delle istituzioni mondiali e zero euro di finanziamenti, riesco almeno a seminare il dubbio che blasonati specialisti a senso unico di economia, e dei vari rami della scienza, premiati con Nobel, si sono lasciati sfuggire le energie e le depurazioni interattive, può darsi che qualcuno si accorga che l’esperienza non è acqua. Non basta creare gli specialisti dei singoli settori, ma anche chi riesce a ragionare globalmente, conservando la capacità di entrare nei dettagli.  Molti sono i chiamati, pochi gli eletti. Per il sottoscritto, dipende da dove viene la chiamata. La chiamata del sottoscritto è venuta dalla propria coscienza, quando ha compreso, facendo il proprio lavoro di tecnico installatore di impianti industriali e ambientali, che nel mondo intero non esiste nessun impianto che chiude completamente i cicli che apre.  Dopo aver dimostrato inutilmente con la pazienza dei dettagli sviluppati che i cicli si potrebbero chiudere, ho anche dimostrato, altrettanto inutilmente, che se non vogliono chiudere i cicli dobbiamo evitare di aprirli producendo a freddo l’energia e le depurazioni per mezzo dell’energia interattiva idroelettrica compressa. Come scritto sopra, l’energia fossile potrà essere superata anche migliaia di volte dalle prestazioni globali dell’energia idroelettrica compressa, senza violare i principi della conservazione dell’energia, ma applicando istante per istante, i principi di Pascal, Torricelli, ed Henry, e cogliendo l’attimo in cui nella girante delle pompe modificate, l’acqua incomprimibile può passare senza assorbimenti di energia, dalla pressione atmosferica alla pressione del circuito di riciclo dell’acqua pressurizzata. Tutto questo può avvenire senza nessun acquisto di combustibile fossile o nucleare ma solo accumulando una piccolissima quantità di energia in una batteria che deve soltanto aprire una valvola che alimenta la turbina che produce energia, ma solo all’inizio del ciclo. Dopo l’energia continua ad essere prodotta quasi all’infinito a causa della grande differenza tra l’energia prodotta dalla turbina e quella consumata dalla pompa di circolazione. I costi che dovrà sostenere la comunità mondiale, saranno dovuti principalmente alla demolizione delle grandi opere termiche idroelettriche, depurative, energetiche con basso rendimento e dei mezzi di trasporto dell’energia, degli uomini e delle cose che diventeranno obsoleti.   Non saranno dovuti alle innovazioni tecnologiche, certamente necessarie, ma inferiori in ogni caso alle attuali soluzioni, perché l’energia e la depurazione dell’acqua può essere prodotta istante per istante senza inquinare l’aria in ogni angolo della terra e anche nello spazio, a tutte le ore del giorno e della notte, nella quantità che serve istante per istante, accumulando nel motore idroelettrico la quantità di acqua e aria compressa necessarie, usurando soltanto i materiali che compongono l’impianto. 

Tutto questo sembra che per i partecipanti ai passati   vertici mondiale sia stata una sgradita notizia perché non ci hanno mai creduto e non hanno mai collaborato. Il mio lavoro di inventore ambientale è terminato. Solo a questo compito mi sono dedicato e molte volte ho pensato di non farcela, soprattutto quando mi è stato diagnosticato un tumore al colon, che fortunatamente, il servizio di prevenzione italiano, la scienza medica e l’istituto Tumori Pascale di Napoli, hanno individuato e operato in tempo, consentendomi di portare a termine il mio compito. Ho citato questo episodio personale, per dire che non sono contro la scienza pubblica in generale, ma solo contro quella che non funziona e per motivi oscuri, crea più danni che benefici agli uomini e all’ambiente.

Non ho niente altro da inventare. Che cosa costa verificare se ho sbagliato e dove? Sono molti i dettagli sviluppati che coloro che hanno avuto la delega alla difesa dell’ambiente hanno trascurato.  Come si dice, gli esami non finiscono mai. Hanno paura di esaminare il mio lavoro o di essere esaminati? In ogni caso, l’esame è già in corso e non possiamo tirarci indietro. Il mondo non può accettare soluzioni assurde come il C.C.S., Che già costato molte decine di miliardi in ricerca e del quale si prevedono costi di realizzazione di circa 8,6 miliardi di euro per ogni impianto da 1.000 MW prodotto che non neutralizza il CO2, ma lo interra nelle profondità terrestri, con il concreto pericolo che crei danni ancora maggiori (http://stopcarbone.wwf.it/la-ccs-carbon-caption-and-storage/). Il mondo non può vivere nel dubbio che la scienza, la classe dirigente politica ed economica in materia di ambiente e di energia abbia sbagliato tutto. Se è vero bisogna accertare la verità. L’accertamento della prova non è possibile con certezza se non si individua con precisione, luogo per luogo, il sistema migliore in assoluto per depurare e produrre energia dal punto di vista ambientale ed economico. Se come spero, sarà accertato che i sistemi interattivi saranno insuperabili, nel mondo ci sarà lavoro per tutti per la ricostruzione, una maggiore equità nella ripartizione della ricchezza e una maggiore democrazia. Io sono certo che la trasparenza delle scelte delle Istituzioni mondiali, che ho constatato, oggi non esiste, sia la migliore cura anche contro le guerre e il terrorismo, che sta crescendo insieme alla disoccupazione, siccità, alluvioni, cicloni, l’acidificazione dell’intero pianeta.

 Io prego tutti i lettori e tutti gli editori a diffondere questo articolo, affinché da questo vertice esca l’impegno, non generico di ridurre il CO2, ma quello della sperimentazione dei sistemi energetici e depurativi interattivi che costa poche migliaia di euro, per la realizzazione di piccoli impianti campione, secondo i principi scientifici di Pascal Torricelli ed Henry e quelli tecnici del sottoscritto. Dopo aver eliminato con tali sistemi tutti i vizi di origine degli attuali sistemi energetici e depurativi, gli altri miglioramenti li apporteranno le singole aziende produttrici, soprattutto con nuovi materiali per sfruttare meglio le pressioni e alleggerire i sistemi. La sfida è appena iniziata. Ai vertici mondiali COP si deve entrare nel dettaglio delle soluzioni, dimostrando scientificamente e praticamente le migliori soluzioni per tutti i paesi dal punto di vista economico e ambientale, non il cattivo esempio della superficialità delle soluzioni, che è stato dato fino ad ora, escludendo le migliori energie: quelle interattive tra l’acqua e l’aria che sono intorno a noi. 

Cordiali saluti

Luigi Antonio Pezone. 

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