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L’aria compressa è molto più potente pratica ed economica dell’idrogeno.

L’aria compressa è molto più potente pratica ed economica dell’idrogeno.
(Ottava lettera aperta alle corti di Giustizia Internazionali)
(Terza lettera aperta al Consiglio dell’Europa)
La fine di questo anno (2017) per il sottoscritto, è l’occasione per ringraziare la scienza medica. Lo faccio come paziente, per dare a Cesare quello che è di Cesare. Infatti, la scienza medica italiana, e il sevizio pubblico nazionale da circa trenta anni mi assistono come diabetico e iperteso. Quest’ anno, il servizio di prevenzione, mi ha consentito di individuare in tempo un tumore al colon che mi è stato asportato con grande competenza ed efficienza dall’Istituto Pascale di Napoli. Persone come il sottoscritto, devono molto alla scienza, ma a quella sana. Non possono parlarne male. Tuttavia, come inventore, continuerò a parlare male delle scienze ambientali e dell’energia, dove non sono stato un semplice paziente, ma un lavoratore obbediente al sistema e un inventore contro corrente. Mentre lancio in rete questo articolo, nelle maggiori città italiane e del mondo nemmeno la pioggia invernale riesce ad abbassare la soglia di 50 microgrammi al metro cubo di polveri sottili, e un attentato dei terroristi dell’Isis in Libia ha sollevato di colpo il prezzo del petrolio del 1,5 %. Nel frattempo, le autorità mondiali dell’ambiente, dell’energia delle, scienze sono in vacanza per festeggiare la fine dell’anno 2017 e l’inizio del 2018, ma dove sono state nell’intero arco dell’anno che è passato e negli anni precedenti se nessuna di loro ha trovato il tempo di replicare alle false o veritiere speranze di un modo migliore pubblicate dal sottoscritto su http://www.spawhe, Linkedin, Facebook, Twitter, Academia.edu, Xing, AquaSPE, ed altri network, dove asserisco che sia le polveri sottili che l’energia termica sono il più grosso errore ambientale ed economico mondiale, e che con le tecnologie attuali, si potrebbero eliminare in pochissimi anni salvando l’ambiente l’economia con un nuovo modello di sviluppo autodepurativo, a prova di alluvioni, siccità e attentati terroristici. Infatti, gli attuali sistemi energetici e depurativi, essendo soggetti a fonti energetiche commerciali, a grandi centrali di produzione e distribuzione, sono anche soggette a grandi disastri dovuti a cause naturali o attentati terroristici, mentre le energie interattive, prodotte istante per istante, ovunque, di qualsiasi dimensione, in versioni fisse e mobili, non potrebbero essere danneggiate eccessivamente né dalle calamità naturali né da quelle terroristiche e nemmeno da una nuova era glaciale, poiché gli ingredienti per creare energia e calore sono soltanto acqua e aria, senza trasformazioni chimiche. Non voglio esaltare più del dovuto queste speranze, ma più le autorità e i servitori si ostinano a tacere, più mi costringono a insistere sui miei ragionamenti, che non sono improvvisati, ma basati su una vita di lavoro, dove il sottoscritto ha visto sempre realizzare impianti energetici e depurativi incompleti, essendo sempre mancata l’interattività tra l’acqua e l’aria, sia ai fini energetici che depurativi. E’ troppo duro, soprattutto, per le autorità scientifiche mondiali, ammettere che hanno sbagliato tutto, non cercando le sinergie tecnologiche che avrebbero potenziato le già esistenti sinergie naturali tra l’acqua, l’aria e le forze gravitazionali. Il sottoscritto, come semplice tecnico installatore di impianti, ha cercato e trovato queste sinergie arrivando alla conclusione che anche se nel mondo venisse trovata un’energia ancora più conveniente, l’energia idroelettrica compressa, non potrebbe essere sostituita completamente, poiché non consuma l’acqua, mentre l’aria dissolvendosi lentamente nell’acqua ha un potente effetto depurativo.
Questo significa che dall’avvento dell’era industriale, con le energie termiche e nucleari abbiamo inutilmente inquinato e riscaldato il pianeta, mentre con l’energia idroelettrica tradizionale abbiamo prodotto disastri idrogeologici, con gli attuali depuratori abbiamo mal depurato, con le attuali rinnovabili, poco efficienti, stiamo sprecando risorse economiche immense. Che cosa aspettiamo a chiedere il conto alle attuali classi dirigenti politiche e scientifiche, che sono le eredi di quelle del passato, invece di continuare ad assecondarle?
Il mondo, compresa l’Italia, si appresta a introdurre sul mercato le auto a idrogeno a prezzi superiori ai 60.000 euro a vettura. Quanto costeranno i motori a idrogeno per i camion, i trattori agricoli, gli aerei, le navi? Quando costerà un pieno di idrogeno? A queste domande nessuno risponde perché l’obiettivo delle attuali classi dirigenti mondiali è quello di aumentare il divario, già insostenibile, tra ricchi e poveri. Per le multinazionali gli aspetti ambientali sono un altro modo per incrementare gli affari, mentre per i politici, che non sanno nulla di ambiente e di energia, è un’opportunità per prendersi dei meriti sulla lotta al riscaldamento globale e la creazione di posti di lavoro. La sostenibilità delle soluzioni non interessa né gli industriali, né i politici, né gli economisti, perché l’energia bisogna pagarla, altrimenti, nella logica sbagliata delle classi dirigenti mondiali, l’economia non gira. Nella realtà, invece, con l’energia pulita, che non costerebbe niente, avremmo uno sviluppo tecnologico ancora più avanzato, maggiori posti di lavoro e una maggiore equità nella distribuzione della ricchezza mondiale.
L’energia a idrogeno come tutte le energie mondiali, e un’energia commerciale, mono tematica, dove si sfrutta una sola fonte energetica, sta a testimoniare, ancora una volta, il fallimento della scienza pubblica mondiale in materia di ambiente e di energia. Infatti il ruolo della scienza pubblica non doveva essere quello attuale, che affianca la scienza privata insieme ai legislatori per regolamentare gli aspetti ambientali e limitare le emissioni tossiche.
Il ruolo della scienza pubblica doveva essere quello di studiare l’organizzazione del lavoro mondiale e individuare dei sistemi interattivi che fossero contemporaneamente produttivi, energetici e depurativi, man mano, che cresceva lo stato dell’arte generale in tutti i settori delle attività umane. In altre parole, doveva guidare il mondo a realizzare l’energia giusta, al posto giusto, al momento giusto, interfacciandosi, istante per istante, con i cicli naturali ambientali, in particolare, il ciclo naturale del carbonio e dell’alcalinità mondiale delle acque. Quando il sottoscritto ebbe, vagamente, tale intuizione era un semplice esperto dell’organizzazione del lavoro dell’industria automobilistica e degli impianti di produzione della stessa. Per approfondire l’argomento si dimise dalla grande industria e incominciò a lavorare in una piccola azienda che lavorava in un sub appalti del settore pubblico, soprattutto, sollevamento e distribuzioni acqua e depurazioni. Sono stati necessari altri venti anni di esperienze per conoscere i pregi e i difetti di questi impianti e solo da pensionato ha potuto studiate le soluzioni che aveva a cuore. Queste hanno portato alla creazione delle energie interattive o delle depurazioni interattive, secondo che l’aspetto prevalente del lavoro sia maggiormente energetico, oppure depurativo, ma in tutti gli impianti l’interattività tra l’acqua è l’aria è sempre presente perché è fondamentale sia per depurare l’acqua che l’aria, sia per produrre energia.
Queste soluzioni di pubblica utilità, che non sono commerciali e mono tematiche, come le attuali soluzioni energetiche e depurative, sono state riportate sul sito web https://www.spawhe.eu e cresciute soltanto virtualmente, perché nessun organismo mondiale le ha mai finanziate. Tuttavia, l’evoluzione virtuale, che è durata soltanto dieci anni di lavoro di una sola persona, è arrivata alla massima espressione di efficienza con l’energia idroelettrica compressa, che protegge l’ambiente mentre produce energia e moltiplica i rendimenti energetici e depurativi proporzionalmente alla pressione di esercizio, in accordo ai principi di Pascal, Torricelli e Henry. Ovviamente, senza l’abbinamento con un liquido incomprimibile e la circolazione dello stesso in un serbatoio pressurizzato per mezzo di una pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante, non è possibile usare l’aria compressa come fonte di energia. Quindi, non bisogna meravigliarsi del fatto che questa energia non sia mai stata prodotta ma, una volta individuata e spiegato il funzionamento, data la semplicità, ci dobbiamo meravigliare del silenzio della scienza mondiale, il quale fa perdere credibilità anche ai rami della scienza che hanno lavorato bene fino ad ora. Dovrebbero essere gli stessi rami delle scienze che tutelano l’ambiente e la salute umana a protestare contro la serie di interminabili errori, pubblici e privati, che avvengono nel settore dell’ambiente e dell’energia dall’avvento dell’era industriale. Troppi errori e troppi silenzi mondiali non possono essere casuali.
L’attuale mondo delle soluzioni energetiche monotematiche, a cui partecipano le maggiori società di ricerca pubbliche e private mondiali, dopo cento cinquanta anni dall’invenzione del motore termico, finalmente, ha partorito il motore a idrogeno. Per il sottoscritto, questo non può competere, con il motore idroelettrico compresso per efficienza, praticità ed economia, che nessuno ha finanziato.
Ovviamente, io non sono obiettivo nei miei giudizi, essendo l’inventore di una soluzione alternativa, ma credo di aver ampiamente dimostrato che non è stato il profitto a farmi diventare un inventore ambientale da pensionato, non avendo mai ricevuto nessun profitto da tale attività. Ho rinunciato a offerte di lavoro e a una parte dei miei risparmi per depositare brevetti validi come certificati, ma senza alcun valore legale perché le leggi non proteggono gli inventori ma gli imprenditori. Ho soltanto seminato e raccolto silenzi nazionali e internazionali. Tuttavia, entriamo nel vivo dell’argomento, affinché chiunque possa contraddirmi.
Che cosa è l’idrogeno nei mezzi di trasporto? L’idrogeno è un vettore di energia chimica, che viene sfruttato per produrre energia meccanica attraverso la camera di combustione di un quasi comune motore termico, oppure fatto reagire con l’ossigeno per produrre istantaneamente l’energia elettrica necessaria a spingere un motore elettrico. Pertanto, esistono due tipologie di motori a idrogeno:
HICEV: acronimo di Hydrogen Internal Combustion Engine Vehicle, come un veicolo con motore a combustione interna alimentato a idrogeno.
FCEV: acronimo di Fuel Cell Electric Vehicle, dove l’idrogeno è sfruttato per la produzione immediata di elettricità che va a alimentare il propulsore elettrico.
In entrambi i casi l’idrogeno (che non si trova in natura ma deve essere prodotto, con alti costi, estraendolo dall’energia fossile o dall’elettrolisi dell’acqua) per essere utilizzato sui mezzi di trasporto deve essere compresso a causa della scarsa densità energetica su base volumetrica, e distribuito da impianti appositamente progettati e sparsi sul territorio. Esso deve essere trasferito in alta pressione (700 bar) sui mezzi di trasporto e si consuma per produrre energia nei sistemi suddetti HICEV e FCEV. Invece, l’aria compressa non costa niente e non si consuma, perché nell’energia idroelettrica compressa si sfrutta solo la pressione statica dell’aria compressa, che agisce come una molla (https://www.spawhe.eu/hydroelectric-power-auto-with-torque-peripheral-to-the-wheels/, https://www.spawhe.eu/aerospatial-pressurized-hydroelectric-transport-system/): l’energia la produce l’acqua o l’olio idraulico che hanno una densità media ottocento volte superiore all’aria e 10.000 volte superiore all’idrogeno, circola sfruttando i principi di Pascal e Torricelli, che alimentano una pompa usata come una turbina idraulica collegata a un alternatore. Il liquido scaricato dalla turbina è inserito di nuovo nel circuito di riciclo pressurizzato con l’aria compressa per mezzo della pompa con la doppia alimentazione separata fino alla girante, che è la vera invenzione energetica più potente di tutti i tempi, sebbene sia anche la più semplice: basta modificare una pompa con girante chiusa esistente (per altre applicazioni meno potenti vanno bene anche le giranti aperte). Di conseguenza non abbiamo bisogno di una costosa rete di distribuzione dell’idrogeno a livello nazionale e mondiale, poiché abbiamo un’autonomia di esercizio quasi infinita, consumandosi soltanto l’aria che si dissolve nel liquido per il principio di Henry. Inoltre, l’aria compressa può essere utilizzata con qualsiasi pressione anche per altri impieghi depurativi ed energetici, come dalla figura allegata. La classe dirigente mondiale ha perso la ragione dall’avvento dell’era industriale, volendo far pagare a tutti i costi l’energia che non costa niente agli utenti. Per questa ragione io non rivendico la proprietà industriale sull’energia idroelettrica compressa, ma mi aspetto che il mondo mi riconosca i diritti di autore che sono riconosciuti a tutti gli autori di opere di intelletto, se e quando nel mondo, la scienza e la giustizia lavoreranno insieme nell’interesse di tutti. Oltre tutto, il sistema ideato, con l’impiego delle pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante, può trovare moltissime applicazioni, alcune già individuate e brevettate dal sottoscritto, senza la pretesa della proprietà industriale, sperando nella modifica delle legislazioni attuali. Man mano che questa soluzione sarà realizzata potranno crescere le pressioni di esercizio dell’acqua che esce dai circuiti raggiungendo potenze sempre maggiori e diminuendo le dimensioni dei motori stessi, con bassissimi costi. Mentre scrivo, mi viene in mente un’altra applicazione consentita dall’abbinamento della pompa con la doppia alimentazione separata, con girante chiusa, e il serbatoio pressurizzato, che anziché alimentate una pompa usata come turbina per produrre energia, potrà alimentare un ugello di uscita dell’acqua ad altissima pressione, senza gli attuali costi, che potrà essere usata a freddo, come un laser, soprattutto per lavorare materiali inerti come il marmo, le pietre, scavare pozzi, e canali, con o senza il recupero dell’acqua.
Ma su questo fronte tacciono gli scienziati, i legislatori e i giudici internazionali. Probabilmente, vorrebbero che un pensionato realizzasse i prototipi in competizione con le multinazionali dei trasporti, dell’energia e delle depurazioni, e delle applicazioni industriali, che si sono divise in settori, con la compiacenza della politica e della scienza pubblica. Quest’ultima, non solo è avvantaggiata perché le tasse di deposito internazionali le pagano i contribuenti, ma vende anche i propri brevetti alle aziende private con la complicità dei legislatori.
Oggi, gli inventori privati, che si occupano di ambiente e di energia sono considerati dei concorrenti della scienza pubblica e delle multinazionali. Devono pagarsi le tasse da soli, e non trovano acquirenti perché le multinazionali, acquistando i brevetti dalla scienza pubblica, implicitamente, si adeguano anche alle normative esistenti. Infatti, le normative non possono superare lo stato dell’arte e lo stato dell’arte ambientale lo determina la scienza pubblica e il legislatore imponendo i limiti delle emissioni tossiche da rispettare.
E’ ovvio che questo sistema ha dei vizi di origine insormontabili che si trascina appresso dall’avvento dell’era industriale, per il semplice fatto che gli impianti pubblici e privati energetici e ambientali non sono stati progettati con criteri multidisciplinari, pertanto, non possono chiudere tutti i cicli tossici che aprono. Il sottoscritto, ha dimostrato che progettando diversamente gli impianti anche l’energia fossile si poteva pulire completamente ma soltanto sugli impianti fissi, non sui mezzi di trasporto. Essendo state ignorate queste soluzioni dagli enti pubblici e dai legislatori, è ovvio che queste soluzioni siano state ignorate anche dalle multinazionali. Tuttavia, il criterio della multidisciplinarità e della interattività delle soluzioni ambientali ed energetici, continuando ad essere approfondito, ha portato il sottoscritto a trovare una soluzione energetica a freddo che non apre cicli termici e chimici, che si può montare anche sui mezzi di trasporto, che è appunto l’energia idroelettrica compressa. Ovviamente, essendo ignorata anche tale soluzione degli enti pubblici di ricerca mondiali e dai legislatori, questa soluzione è stata ignorata anche dalle multinazionali dei trasporti, ma è stata ignorata anche dalle migliaia di commentatori scientifici, pubblici e privati, senza nessuna spiegazione. Tutto questo è successo prima che il presidente Trump, considerato il nemico numero uno dell’ambiente, venisse eletto. Per il sottoscritto, è meglio avere un solo nemico da battere, che milioni di nemici nascosti, che non si battono per le proprie idee ma per quelle dei loro padroni.
Bisogna chiedersi perché i diritti di autore degli inventori, a livello internazionale, valgono soltanto un anno, mentre quelli degli scrittori non decadono? Perché i governi e i legislatori mondiali vogliono limitare la creatività degli inventori, costringendoli a diventare imprenditori e a cercare finanziatori? Non lo sanno che le idee seguono una logica scientifica e tecnica, mentre gli imprenditori accettano compromessi? Come si possono accettare compromessi sulle invenzioni di pubblica utilità sociali? Per il sottoscritto, gli inventori devono semplicemente sviluppare le idee e pubblicarle. Se il mondo non è pronto per realizzarle, non è un problema che riguarda l’inventore, ma la società intera. La proprietà intellettuale è un diritto inalienabile, che può essere ceduto, solo con la vendita dell’invenzione, non con il decadimento della stessa, perché non trova finanziatori.
Oggi, non possiamo meravigliarci se le autorità e gli imprenditori non rispondono sulle energie interattive. Soprattutto, se queste mettono in evidenza il non senso delle molte invenzioni ambientali ed energetiche che si sono succedute nell’ultimo secolo e mezzo, che danneggiano l’ambiente e la salute dei cittadini. Io non pretendo che le mie invenzioni siano realizzate, ma che almeno sia rispettato il mio lavoro. Le mie invenzioni, essendo di pubblica utilità, se non piacciono, devono essere congelate, senza limiti di tempo e senza pagamenti di tasse che non possono essere dovute, per mantenere brevetti che le autorità mondiali dell’ambiente e dell’energia ostacolano. Se e quando saranno comprese e realizzate e decorreranno i diritti di autore, l’inventore dovrebbe pagare le tasse. Le leggi attuali non concedono questo diritto elementare. Se sul piano giuridico siamo a tale livello di inciviltà, sul piano tecnico, siamo ancora peggio, perché il sistema degli appalti pubblici, non è aperto alla creatività degli inventori, ma alla realizzazione di grandi opere, sbagliate dalle fondamenta, dove l’organizzazione del lavoro scientifico ambientale, basata sulla chiusura dei cicli organici e inorganici istante per istante e sulle sinergie tra scienze e tecnologie non sono mai entrate. Oggi abbiamo grandissimi impianti termici e depuratori delle acque che realizzano cicli parziali, mentre la depurazione dell’aria urbana non è mai iniziata, come non è iniziata negli alti forni dove si produce acciaio, perché gli impianti dovevano essere progettati globalmente, seguendo il ciclo del carbonio nelle fabbriche e negli stessi centri urbani, man mano che aumenta la produzione industriale, il numero di abitanti o le auto che circolano. Queste cose io le ho scritte agli enti pubblici europei e mondiali senza mai essere stato preso in considerazione (https://www.spawhe.eu/closing-the-anthropogenic-carbon-cycle/, https://www.spawhe.eu/european-environmental-competition/)
Come è possibile che dopo un secolo e mezzo di sviluppo industriale sfrenato, ancora nessuno ha compreso che la natura creando l’aria comprimibile e l’aria incomprimibile, ha creato il moto perpetuo perfetto, che noi possiamo copiare e potenziare quasi all’infinito, aumentando la pressione dell’aria, la precisione delle lavorazioni meccaniche e la qualità dei materiali. Probabilmente, all’invenzione dell’idroelettrico compresso non ci sarebbe arrivato nemmeno il sottoscritto, se avesse avuto i mezzi economici per le varie sperimentazioni che hanno avuto gli enti di ricerca pubblici e privati. Come si dice, chi non ha mezzi aguzza l’ingegno. In questo caso, io ho cercato di copiare cose già sperimentate dalla natura e legiferate da importanti scienziati del passato come Pascal, Torricelli, Henry. Se ci facciamo caso, quello che avviene tra gli oceani e le perturbazioni atmosferiche è una continua trasformazione di energia di pressione dell’aria in energia cinetica dell’acqua, senza alterare e consumare nessuno dei due elementi. Negli impianti proposti dal sottoscritto per necessità, si riducono i volumi di acqua e si aumentano le pressioni, ovviamente, mettendoci anche la pompa con la doppia alimentazione separata, la pompa usata come turbina e il serbatoio pressurizzato usato a senso unico, che non fa espandere il cuscino di aria. Queste soluzioni sono certamente più efficienti, meno complicate e costose di un motore termico o a idrogeno, che producono energia, partendo da zero, in processi non naturali, senza sfruttare le condizioni vantaggiose messe a disposizione dal liquido incomprimibile, dell’aria comprimibile e la solubilità dell’ossigeno depurativo.
La società intera, quando comprenderà che ha perso tempo a migliorare sistemi con vizi di origine insuperabili, come le emissioni di CO2, o semplicemente economici dovuti a cicli di produzione sbagliati che prevedono inutili riscaldamenti (negli impianti termici); inutili accumulatori di energia (nelle energie discontinue e nelle auto a batteria); inutili trasformazioni e compressioni che si esauriscono (nelle auto con la sola aria compressa o con l’idrogeno compresso)? Il trasporto sostenibile, ma anche la depurazione sostenibile, si può fare solo con il sistema che il sottoscritto ha copiato dalla natura. La classe dirigente tace perché ha paura che io abbia ragione. Io mi chiedo quali siano le ragioni per le quali anche il popolo tace insieme a sindacati e alle associazioni ambientali. Che cosa ha da perdere a credere alla scienza alternativa piuttosto che alle parole dei partiti di opposizione che quando hanno governato, hanno fatto le stesse cose dei governanti attuali?
Io penso che noi cittadini abbiamo il diritto e il dovere di fare progetti alternativi se abbiamo le capacità, o semplicemente, pensiamo di averle. I governi hanno il dovere di rispondere sul piano tecnico e scientifico, non tacere soltanto per difendere le loro soluzioni, che sono risultate sbagliate, altrimenti nessun cittadino di buon senso, con oltre quarantacinque anni di esperienze di progettazioni e realizzazioni industriali e ambientali, avrebbe proposto i cambiamenti. Purtroppo, è abbastanza ovvio nella società attuale che un singolo cittadino non venga ascoltato dai potenti e probabilmente nemmeno dai giudici internazionali se comprendono che le sue soluzioni, a prescindere dal valore dei progetti, non sono condivise dal popolo che ne trarrebbe beneficio.
A che servono i net work? Solo a criticare i politici? Dove sono i progetti delle associazioni ambientali e dei sindacati, che raccolgono fondi e consensi soltanto per finanziare marce e proteste? Non lo sanno che le marce e le proteste senza progetti alternativi finiscono per finanziare una maggiore quantità di impianti uguali a quelli esistenti. Oppure nuove energie sempre più insostenibili economicamente. E’ questo quello che vogliono? Lo dicano chiaramente. Soprattutto i sindacati, dovrebbero conoscere l’organizzazione del lavoro. Se lo conoscessero, comprenderebbero che il lavoro si crea soprattutto ampliando i cicli di lavoro anche agli aspetti ambientali. Questo riguarda tutte le attività umane, perché dovunque si lavora si devono chiudere i cicli che si aprono. Infatti gli attuali depuratori, concettualmente, sono tutti sbagliati. I dirigenti sindacali e delle associazioni ambientali non possono seguire gli stessi corsi di formazione dei dirigenti industriali. Le risposte che forniscono i computer dipendono dalle informazioni che si inseriscono nei programmi. Le risposte che forniscono gli esperti mondiali dell’ambiente e dell’energia dipendono dalle loro esperienze e dai progetti che hanno pubblicato. Se nessuno di questi esperti ha mai parlato di sistemi globali di protezione dell’ambiente, di energie interattive tra acqua e aria, di energia idroelettrica compressa che potrebbe sostituire i motori termici, perché si continuano a interpellare questi esperti per risanare l’Ilva di Taranto, proteggere Venezia dalle acque alte e dall’inquinamento dei canali, risolvere i problemi delle alluvioni e delle siccità, il problema delle emissioni di CO2? Come si può depurare globalmente l’ambiente e come si può produrre energia sostenibile è riportato nei minimi dettagli solo su https://www.spawhe.eu, ma chi ha scritto queste cose viene isolato dalle classi dirigenti pubbliche e private, mentre le opposizioni stanno a guardare e tra queste ci metto anche gli istituti religiosi (https://www.spawhe.eu/also-churches/).
Oggi nel mondo, tutti i progressisti sono contro il presidente americano Trump. Per il sottoscritto, se non ci fosse Trump, bisognerebbe inventarlo, perché mette in evidenza l’inefficienza e le ipocrisie delle posizioni progressiste. Se vogliono sconfiggere le posizioni di Trump, lo devono fare sul piano economico, ma nessuno degli oppositori entra nel dettaglio economico delle soluzioni, perché sostengono soluzioni inefficienti. Infatti, se mettessero da parte le loro divisioni e si concentrassero soltanto sulle energie interattive, Trump e i propri sostenitori, dovrebbero tacere per sempre, dal momento che le politiche energetiche che sostengono, oltre a essere inquinanti sono anche, soprattutto, anti-economiche. Trump non fa nessun favore all’economia americana. Ma questo lo devono comprendere per prima gli oppositori, come Al Gore, che girano il mondo sostenendo energie rinnovabili e sistemi depurativi che non valgono niente.
Per il sottoscritto, i principi basilari per creare sviluppo e lavoro si basano sulla progettazione di sistemi completi che diano la massima resa con la minima spesa. Questo, oggi non avviene, in nessun sistema creato dall’uomo, che non ha saputo copiare dalla natura e continua a non saperlo fare, con la compiacenza del popolo, che protesta, ma ha paura di pensare con la propria testa, avendo delegato la politica e la scienza pubblica e privata a risolvere questi delicatissimi compiti. Purtroppo, Le alleanze scientifiche tra gli enti di ricerca pubblici e privati non hanno creato soluzioni alternative, ma collaborazioni e vendite di brevetti a senso unico, che tagliano fuori le soluzioni alternative con la collaborazione dei legislatori. Non è un caso che gli enti pubblici non rispondano vedendo gli inventori privati come concorrenti nella vendita dei brevetti. Non è stato un caso che La multinazionale Eni nel lontano 2011, mi scrisse che non era interessata alla mia soluzione della pulizia dell’energia fossile, perché già rispettava le normative esistenti. Come se le normative, accettando i limiti di emissioni di sostanze tossiche, avessero risolto i problemi, che invece si risolvono, come ha dimostrato il sottoscritto, cambiando le soluzioni e le fonti energetiche. Non è un caso che la multinazionale Siemens, mi scriva che non è interessata alle mie soluzioni, ma non può spiegare le ragioni per le quali non è interessata. Io queste ragioni le conosco molto bene e le ho ampiamente spiegate: “l’alleanza tra la ricerca pubblica e quella privata ha favorito le soluzioni commerciali invece di quelle interattive, che avrebbero protetto l’ambiente e risparmiato risorse” Sebbene io sia convinto che i brevetti di pubblica utilità non dovrebbero avere nessuna proprietà industriale ma soltanto intellettuale, non trovando interlocutori pubblici disponibili all’ascolto, sono stato costretto a cercare interlocutori anche tra le aziende private, che vivono di un’enorme quantità di prodotti industriali sbagliati, non nei concetti ma nelle dimensioni dei prodotti e del mercato gonfiato (pompe, compressori, motori termici, motori elettrici, turbine idrauliche, a gas, a vapore, condizionatori di aria, caldaie, trasformatori di corrente). Tutte queste invenzioni sono utili, anzi indispensabili, ma con il concepimento delle energie interattive, tra acqua e aria, saranno di dimensioni diverse da quelle attuali, per poter essere più utili, più pratiche, più economiche. Questo comporta il rinnovamento e la razionalizzazione dell’intera industria elettromeccanica mondiale. Chi ha concepito le regole dello sviluppo economico penalizzando coloro che hanno le idee attraverso le alleanze tra gli enti pubblici, le multinazionali, la burocrazia, la proprietà industriale, stanno rovinando l’ambiente, la salute dei cittadini e la dignità del lavoro. L’energia interattiva, soprattutto, compressa non può continuare ad essere nascosta nell’interesse di tutti.
Le mancate risposte degli organi istituzionali e le risposte ambigue delle multinazionali, hanno confermato al sottoscritto che doveva continuare a lavorare da solo, non potendosi aspettare nessuna collaborazione da chi ha riscaldato il pianeta e chi si nasconde dietro normative accondiscendenti e il sistema dei brevetti che non concede i diritti di autore a chi non vuole e non può pagare la proprietà industriale. Chi ha stabilito che i brevetti di pubblica utilità debbano essere protetti industrialmente per compensare il lavoro degli inventori? Non basta la proprietà intellettuale regolarmente registrata? L’ambiguità o l’incompetenza della legislazione mondiale è all’origine del mancato sviluppo alternativo, perché, nessun inventore, se ha una famiglia da mantenere, può permettersi di andare contro corrente, di pagare le tasse di deposito e di mantenimento, come è successo al sottoscritto, con 32 brevetti ambientali non finanziati, di cui uno trasformato in europeo e cinque internazionali.
Tuttavia, questi brevetti hanno dimostrato che per creare benessere e sviluppo, non esistono invenzioni scientifiche e tecnologiche miracolose, ma sistemi, più o meno completi che devono aprire e chiudere tutti i cicli che aprono, con la minima spesa e la massima efficienza, senza fare danni collaterali. I danni collaterali li producono gli impianti sbagliati e incompleti fissi e mobili. Su questo hanno fallito tutte le attuali energie e tutti gli attuali sistemi energetici. Per evidenti ragioni economiche, ha già fallito anche l’idrogeno. Non ha fallito l’energia interattiva idroelettrica compressa perché ha ricevuto zero euro di finanziamenti pubblici e privati, nonostante abbia evidenti, prospettive di efficienza energetica, depurativa, bassissimi costi e autonomia di esercizio non paragonabili a nessun sistema creato dell’uomo.
Infatti, in caso di calamità eccezionali, come grandi alluvioni, grandi terremoti, grandi guerre, tutti gli attuali sistemi energetici diventano inefficienti perché mancano le fonti di approvvigionamento dell’energia o di stoccaggio delle stesse. L’unica energia completamente autonoma è proprio l’energia idroelettrica compressa, ignorata dalle istituzioni, dalle multinazionali, dalle associazioni ambientali, dai sindacati, dalla stampa scientifica. Oggi, nonostante internet, l’informazione scientifica è a pagamento. Se avessi avuto i soldi per pagare molte riviste scientifiche avrebbero pubblicato i mei articoli. Perfino Twitter si fa pagare per mantenere in rete un messaggio di pubblica utilità sociale un poco di più del normale. Certamente, è molto meglio di prima, perché, qualche sito web fa eccezione e bene o male, con molta fatica, anche la voce di un inventore isolato può farsi sentire, ma per scardinare il sistema di potere non bisogna fossilizzarsi solo sugli scandali politici, e necessari entrare nel merito dei sistemi che creano e gestiscono la ricchezza mondiale. Se vogliamo il vero progresso è necessario evitare il commercio dei brevetti tra enti pubblici e privati e separare a livello mondiale la proprietà industriale da quella intellettuale, soprattutto sulle invenzioni di pubblica utilità sociale. Oggi le alleanze tra i potenti enti pubblici e le potenti multinazionali, che hanno sbagliato insieme le soluzioni energetiche e depurative e riscaldato il pianeta, stanno ostacolando l’emersione delle soluzioni logiche e sostenibili, mentre i propri dipendenti, sono tenuti alla fedeltà aziendale, non a quella morale. Questo è un grave contro senso per gli enti pubblici mondiali, che commettono pubblicamente il reato di omissione di atti di ufficio, contemplato nel “Progetto di codificazione sulla responsabilità degli stati per atti internazionalmente illeciti”, sottoscritto e non rispettato, da quasi tutti i cento novantasei stati sovrani nel 2001 presso le Nazioni Unite. La Giustizia internazionale e la scienza, non di parte, non possono consentire che Il mondo intero sia governato dall’ipocrisia, altrimenti i governanti diventeranno sempre più ignoranti ed arroganti, continuando a credere di aver ragione, soltanto perché nessuno si oppone. Oppure coloro che si oppongono non sanno progettare soluzioni alternative.
Chi può dimostrare queste cose scientificamente se i migliori cervelli sono selezionati fin dalle università per lavorare secondo direttive che non consentono l’emersione delle alternative? La spallata di Donald Trump alla rete internet, che diventa più veloce per chi paga, non va in tale direzione? I fatti dimostrano che chi lavora per il bene comune e solo qualche sprovveduto, scartato dai centri di potere perché non si è laureato con il massimo dei voti e qualche pensionato sottovalutato, che non ha nulla da perdere, come il sottoscritto. Troppo poco per far emergere soluzioni alternative come l’energia idroelettrica interattiva compressa per produrre a bassissimi costi grandi quantità di energia per tutti gli usi, capace anche di creare grandi vuoti di aria per sollevare gli aerei e mongolfiere e spostare grandi pesi nell’atmosfera. Quest’ultimo aspetto è importante perché ancora oggi la scienza non si spiega come antiche opere come le piramidi e i templi della cultura maia abbiano spostato di centinaia di chilometri con notevoli variazioni altimetriche, grandi massi di pietre lavorate in un solo pezzo, del peso di centinaia di tonnellate. Il sollevamento e lo spostamento di grandi pesi nell’atmosfera può avvenire soltanto con la produzione di un’energia potente che non costa niente, dovendo creare il vuoto intorno al carico da sollevare, come ha ipotizzato il sottoscritto nella soluzione illustrata in https://www.spawhe.eu/aerospatial-pressurized-hydroelectric-transport-system/. Le opere antiche, che non trovano spiegazioni scientifiche, potrebbero essere molto più antiche di quanto attualmente stimato, poiché la datazione dei tali opere si fa indirettamente, in base ai residui fossili ed organici circostanti ai manufatti. Con un poco di ritardo, in questi giorni, sto leggendo un interessante libro di Graham Hancock, dal titolo “Impronte degli dei”, essendo stato pubblicato da una ventina di anni. In questo libro, con molte citazioni scientifiche e mitologiche, si avanza il fondato sospetto, che non siamo i primi abitanti della terra e che altri uomini ci hanno preceduti, raggiungendo un livello tecnologico molto vicino a quello attuale, che è stato resettato da sconvolgimenti climatici, tellurici e da diverse migliaia di anni di glaciazione assoluta. Non sappiamo se a tale resettamento abbiano contribuito anche le scelte energetiche fatte dalla passata, presunta generazione di uomini. Certamente, il prossimo resettamento della generazione umana sarà anche dovuto alle scelte energetiche fatte dall’uomo, soprattutto termiche e nucleari. L’aspetto ridicolo di tale situazione è il fatto che l’energia pulita e addirittura protettiva dell’ambiente è anche quella che costerebbe di meno e che, come sopra affermato, ci avrebbe consentito di sopravvivere anche in condizioni di glaciazione totale del pianeta, tenendo sempre in circolazione e in temperatura l’acqua. Se questo non sarà vero, qualcuno mi chieda il rimborso dei danni che produco affermando queste cose. Dopo una vita di lavoro trascorsa ad obbedire agli ordini senza poter ragionare con la mia testa, chi governa l’ambiente e l’energia, non può aspettarsi di convincermi soltanto con i silenzi ben pagati a chi ha dimostrato di non saper progettare globalmente per l’ambiente, l’energia, l’industria, l’urbanità e l’agricoltura. C’è un solo modo di progettare globalmente in tutte le attività umane ed è quello di chiudete istante per istante, tutti i cicli che si aprono negli stessi impianti o in quelli adiacenti. Se non li chiudiamo, mettiamo in gioco la vita e il futuro dei nostri figli e nipoti. Se amiamo i nostri cari, non esistono margini di trattativa con i potenti della terra che continuano a dimostrare la loro ignoranza, affidando la progettazione degli impianti a coloro che, in cento cinquanta anni di sviluppo industriale non ne hanno realizzato nemmeno uno completo, o che assomigli vagamente agli impianti riportati su https://www.spawhe.eu. Dove i cicli, si aprono e si chiudono nel rispetto dell’ambiente, oppure, semplicemente, non si aprono. Cosa c’è di tanto complicato?
Cordiali saluti
Luigi Antonio Pezone