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Nel mondo servono politici, scienziati e giudici più vicini al popolo e all’ambiente.

(Dodicesima lettera aperta alle corti di giustizia internazionali e alle Nazioni Unite)

RIASSUNTO

Le recenti elezioni politiche italiane del 04/03/2018 hanno prodotto un fatto anomalo a livello mondiale, in quanto i partiti tradizionali sono stati puniti dagli elettori e sono stati premiati i cosiddetti “Populisti”. L’anomalia sta nel fatto che nel nord del paese hanno vinto i populisti conservatori e al sud hanno vinto i populisti che cercano lavoro. Gli errori politici si pagano, ma per il sottoscritto, si dovrebbero pagare anche gli errori scientifici. I politici non governano da soli. Si appoggiano a una classe dirigente che dipende dai ministeri, la quale resta al potere anche quando cambiano i governi. Questa classe dirigente, in gran parte scientifica, ha stipendi superiori ai ministri, che in Italia svolgono uno dei lavori più precari. Nella maggioranza dei casi, i ministri non riescono a completare nemmeno una legislatura. Pertanto, chi governa realmente è questa classe dirigente inamovibile che coordina gli istituti di ricerca, la pubblica istruzione, prepara i regolamenti ministeriali, le gare di appalto, stabilisce i limiti di emissioni tossiche tollerabili e non tollerabili. Tuttavia, questa classe dirigente non sa ancora rispondere a una domanda fondamentale per la sopravvivenza umana: “Esiste o non esiste la possibilità di produrre energia per viaggiare, lavorare, cucinare, riscaldare, raffreddare, senza l’uso di combustibili fossili, chimici e nucleari?”  A questa domanda non sa rispondere l’intera classe dirigente mondiale, pertanto questo non è un problema soltanto italiano. Io penso che la classe dirigente scientifica mondiale stia fuggendo dalle proprie responsabilità. Abbiamo una scienza astrofisica di avanguardia che indaga sul mistero dell’universo, dei buchi neri, ma nessuno che risponde ad applicazioni pratiche molto semplici. Poi abbiamo una classe dirigente nei ministeri dell’ambiente, dell’energia dello sviluppo economico che non sviluppa i progetti globalmente, si comporta come se il problema globale non fosse di sua competenza. Si occupa soltanto di problemi specifici e di singoli progetti, senza nessun coordinamento generale. Questa stessa classe dirigente ha legiferato, a livello mondiale, il sistema dei brevetti con un mare di cavilli burocratici e regolamenti, affinché nessuno possa depositare idee sinergiche che siano contemporaneamente energetiche e protettive dell’ambiente. Chi sono gli scienziati che hanno insegnato agli esaminatori dei brevetti che sfruttando contemporaneamente i principi di pascal, Torricelli ed Henry si violano i principi della conservazione dell’energia? Chi sono i legislatori che pretendono da un l’inventore privato, ideatore di un sistema globale energetico e depurativo, che abbia anche la forza economica e l’organizzazione industriale per realizzare tutti i brevetti compresi nel sistema e di sottostare ai pagamenti dovuti a tutti gli uffici brevetti mondiali?  Non è sufficiente descrivere nei minimi dettagli come si devono realizzare gli impianti per produrre energia proteggendo l’ambiente, affinché chi ha i mezzi economici e l’organizzazione per farlo lo possa fare, pagando le tasse alle istituzioni? Perché l’inventore deve sottostare e ai giochi di potere costituiti e non può mettere le sue invenzioni a disposizione di tutti? E queste se sono grate all’inventore che ha inventato il sistema riconoscere i diritti di autore come avviene per gli altri autori di opere di intelletto? In altre parole, il sottoscritto, che in una vita di lavoro ha notato gli errori di molti impianti energetici, depurativi e dell’organizzazione del lavoro che sono le cose di cui si è occupato nella vita lavorativa, e ha deciso di i correggerli da pensionato, per mezzo di progetti virtuali ma applicati alla vita quotidiana. Facendo questo, si è trovato nelle stesse condizioni dei giovani italiani. I quali, non trovando lavoro e nemmeno interlocutori politici disposti all’ascolto, hanno deciso di fare da soli, creando un movimento politico populista indipendente, che non accetta le candidature di persone già compromesse con le passate amministrazioni. Ho compreso le difficoltà di questi giovani, non molto diverse dalle mie, e sono stato tra i primi elettori. E’ un miracolo se sono riuscito ad arrivare alla fine del mio lavoro, sebbene virtuale, con le scarsissime risorse fisiche ed economiche personali, come è un miracolo che loro abbiano vinto le elezioni, sebbene con una maggioranza relativa.  In questo articolo, consiglio ai giovani che si accingono a prendere il potere politico in Italia, di aprire gli occhi, perché il vero potere non è quello politico, ma quello economico, soprattutto nascosto da mezze verità scientifiche. Questo potere va contrastato con verità scientifiche complete, entrando in tutti i dettagli.

E’ NECESSARIA UNA NUOVA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE PER CORREGGERE GLI ERRORI DELLA PRIMA.

Chiudere o non chiudere un ciclo termico, chimico o biologico, oppure non aprirlo, su impianti fissi e mobili realizzati in milioni di esemplari nel mondo comporta, non solo l’eliminazione dei problemi che stanno distruggendo il pianeta ma anche lo spostamento della ricchezza mondiale verso il popolo che cerca lavoro. Se chi ha progettato gli impianti fino ad ora, non ha trovato le soluzioni, non significa che tali soluzioni non sono possibili, ma semplicemente che non vogliono investire per correggere gli errori commessi. Oggi i controllori e i controllati sono dalla stessa parte. Per dimostrare che è necessario rifare tutti gli impianti sbagliati è necessaria una cultura tecnica e scientifica in favore del popolo che non esiste in nessun paese del mondo, altrimenti di siti web come https://www.spawhe.eu ce ne sarebbero molti. Invece ce n’è uno solo e tutti fingono di non conoscerlo per non mettersi in contrasto con i propri datori di lavoro.  Chi sono gli oltre 18.000 visitatori che non hanno mai lasciato un commento?  Fare le denunce ambientali alle autorità non è più sufficiente, bisogna presentare progetti alternativi dettagliati. Fare le cose giuste dal punto di vista globale: tecnico e scientifico e organizzativo del lavoro è molto più complicato che fare politica, perché si è completamente soli. Dovrebbe essere la giustizia e i legislatori a tutelare la libera progettazione di scienziati, inventori e progettisti.  Ma questo non avviene.  Oggi, le multinazionali e gli imprenditori vanno a prendersi i migliori giovani cervelli direttamente nelle università per coltivarli in singole discipline, affinché non sviluppino conoscenze globali che rallentano gli obiettivi commerciali. Gli altri vincono concorsi pubblici o accedono a professioni a numero chiuso, altri fanno carriere universitarie. Al popolo restano i cervelli non selezionati dai centri di potere economici e scientifici. Queste persone, che sono la grande massa, lavorano nelle grandi fabbriche o piccole aziende, se vogliono sopravvivere e avanzare economicamente e culturalmente, devono aguzzare l’ingegno e cambiare molti mestieri, imparando soprattutto l’organizzazione del lavoro. Personalmente, pur appartenendo alla generazione passata, io ho vissuto le esperienze dei cervelli non selezionati dai centri di potere. Le mie esperienze, mi hanno portato ad approfondire l’organizzazione del lavoro industriale, ambientale ed energetico, che mi hanno consentito di scegliere imparzialmente quello che propone la scienza e le multinazionali senza accettare nulla che non sia utile globalmente. Ovviamente, le scelte le ho potute fare solo virtualmente non potendo cambiare tutto quello che la scienza pubblica e privata impongono alle masse, convinte che nel popolo non ci siano unità pensanti.

Personalmente, io non credo che la parola “populista” sia una cattiva parola perché se andiamo a vedere su un qualsiasi dizionario significa: “Atteggiamento o movimento politico tendente a esaltare il ruolo e i valori delle classi popolari” Alcune persone legate alle vecchie ideologie del comunismo, socialismo, liberalismo, identificano ancora il populismo con il qualunquismo. Dopo il crollo del muro di Berlino, questa discriminazione non ha più senso, perché tutti i paesi sono diventati capitalisti. Chi comanda sono le Borse mondiali, che non si sono spaventate di fronte all’esito elettorale italiano. Le borse mondiali avevano già valutato i programmi elettorali e non avuto paura della Flat tax (basata su un’aliquota fissa) del populismo conservatore e nemmeno del reddito di cittadinanza del populismo sociale e di una nuova riforma delle pensioni. Personalmente, non sono favorevole né alla Flat tax, che non è favorevole ai redditi medio bassi, né al reddito di cittadinanza, perché tutti hanno diritto alla dignità di un lavoro, non alla beneficenza.  Scrivo queste cose perché appartengo a quelle categorie di persone che non gestiscono la ricchezza prodotta da altri, ma la producono attraverso il proprio lavoro, se li lasciano lavorare. Alle ultime elezioni e alle precedenti, da quanto da pensionato faccio l’inventore, non ho potuto dare il mio voto a chi ha governato, che non ha mai preso in considerazione le mie invenzioni. Come molti cittadini, ho premiato con il mio voto il populismo sociale, che ugualmente non ha mai espresso un’opinione sulle mie invenzioni, ma almeno ha dimostrato la buona volontà dei parlamentari che si sono autoridotto lo stipendio, destinando i fondi risparmiati al micro credito statale per creare nuovi posti di lavoro. Altri due aspetti che mi sono piaciuti dei populisti sociali sono: non aver accettato candidature di personaggi che già si erano impegnati politicamente con i governi e le amministrazioni locali precedenti e aver limitato le candidature a due legislature per evitare che la politica diventi una professione. Queste scelte sociali e comportamentali, uniche al mondo, non hanno spaventato le borse mondiali.  Probabilmente, le borse mondiali si sarebbero spaventate se nei programmi dei populisti sociali italiani, ci fossero state anche le sperimentazioni e la messa in cantiere delle invenzioni ambientali ed energetiche del sottoscritto, le quali avrebbero comportato delle profonde riflessioni scientificamente critiche sull’attuale modello di sviluppo. 

Quello che non comprendono i politici, compresi quelli populisti, che gestiscono la ricchezza mondiale è l’origine della ricchezza che gestiscono, per questo si concentrano sui sistemi fiscali e di assistenza alla disoccupazione. Mentre il problema da approfondire è conoscere la fonte della ricchezza e la durata nel tempo della ricchezza stessa. Noi con le politiche attuali stiamo consumando anche le risorse delle generazioni future, ma i politici di qualsiasi tendenza si affidano alle consulenze scientifiche economiche, che sono altrettanto ignoranti in materia di organizzazione scientifica del lavoro globale, che sarebbe l’unica specializzazione mondiale che potrebbe dare qualche risposta seria. Questa specializzazione scientifica non esiste in nessuna università mondiale, per crearla è necessaria una nuova rivoluzione culturale e industriale.  

Che tale rivoluzione possa essere considerata populista o no, non ha molta importanza, né posso essere io a suggerirla, non essendo un attivista politico, ma un semplice cittadino inventore che agisce solo con la propria coscienza. Certamente, la buona volontà e l’onesta dei giovani accusati di populismo, non è sufficiente a sciogliere gli inestricabili legami che si sono intrecciati tra interessi pubblici e privati fin dall’avvento dell’era industriale. Le scelte sbagliate e l’interesse comune a tenerle nascoste da parte degli enti pubblici e degli imprenditori, hanno creato insanabili debiti pubblici e insanabili danni all’ambiente. Se non si riparte dall’origine degli errori e non si correggono, la situazione mondiale politica economica ed ambientale diventerà sempre più grave e il divario tra ricchi e poveri sempre più incolmabile. Questi problemi non possono essere risolti elargendo piccoli benefici economici come ha fatto il precedente governo italianoo redditi di cittadinanza, ma soltanto organizzando capillarmente e scientificamente il lavoro umano in tutti i settori.

Oggi, il lavoro è scientificamente organizzato solo per le grandi produzioni di serie. E io lo conosco molto bene perché ho fatto questo tipo di lavoro per ben diciassette anni nell’industria automobilistica. Ho amato questo tipo di lavoro e ho voluto approfondirne gli aspetti anche a di fuori dei grandi stabilimenti industriali. L’occasione mi fu offerta da una piccola azienda privata che cercava un tecnico esperto di impiantistica industriale.  In questa azienda, che lavorava soprattutto nel sollevamento e depurazione delle acque pubbliche in Italia e i Tunisia, ho potuto apprendere i pochi pregi e i molti difetti degli impianti pubblici mondiali (https://www.spawhe.eu/about-us-curriculum-vitae/). Solo da pensionato ho potuto sommare le due esperienze. Ma la somma non è stata automatica perché nel mondo dell’ambiente e dell’energia c’è poco da salvare, a parte, i principi fondamentali elaborati dai padri della scienza, ben prima dell’invenzione dell’energia elettrica. 

I primi settori da riformare sono gli enti pubblici mondiali, soprattutto gli enti di ricerca e di progettazione pubblica. Anche contro la volontà degli stessi enti di ricerca, che oggi si finanziano vendendo i loro brevetti alle multinazionali. Questo non significa che la ricerca pubblica mondiale non debba sviluppare soluzioni industriali e che non debbano essere premiati i ricercatori bravi. Devono essere evitati gli attuali conflitti di interesse che producono l’attuale vendita dei brevetti. Sarebbe sufficiente riconoscere agli enti di ricerca pubblici la proprietà intellettuale insieme ai diritti di autore, a livello internazionale, come tutte le opere di intelletto, rendendo i brevetti accessibili a tutti i paesi del mondo e a tutte le aziende private in grado di realizzarle. Probabilmente, agli enti di ricerca più bravi arriverebbero da tutto il mondo maggiori fondi per la ricerca rispetto alla vendita dei brevetti ad aziende private e senza creare conflitti di interesse. Perché questa riforma è rivoluzionaria e nello stesso tempo indispensabile per il progresso e la salvaguardia del lavoro intellettuale scientifico, pubblico e privato?

1) la ricerca di soluzioni commerciali da vendere ai privati distoglie i ricercatori e i progettisti pubblici dallo sviluppo di soluzioni di pubblica utilità globali che non possono essere facilmente commercializzate.

2) Le attuali opere pubbliche, soprattutto, depurative ed energetiche, a causa della loro arretratezza dal punto di vista organizzativo del lavoro ambientale, sono poco funzionali e sbagliate nella posizione e nella dimensiona; svolgono cicli incompleti, che danneggiano l’ambiente e comportano, grandi spese che aggravano il debito pubblico dei singoli paesi.  

3) Oggi le soluzioni depurative ed energetiche complete nessuno le sviluppa perché anche gli enti di ricerca studiano macchine e impianti specifici per trovare acquirenti delle loro invenzioni. Ma secondo la mia esperienza nel settore dell’ambiente e dell’energie le macchine devono svolgere una funzione importante,  ma non di consumo energetico, come gli attuali impianti. Servono a vincere lo stato d’inerzia affinché il processo diventi autonomo sfruttando le energie interne prodotte dalla circolazione dell’acqua incomprimibile che esce entra da un circuiti chiuso pressurizzato dall’aria compressa dalla gravità oppure artificialmente. Si consuma  soltanto l’usura delle macchine, ma l’intera energia del processo la produce l’energia di posizione dovuta al principio di Torricelli e l’energia per la depurazione la produce il principio di Henry nel passaggio a senso unico dell’acqua incomprimibile attraverso due regimi di pressioni diverse prodotte dall’aria. La quantità di energia e di depurazione prodotta è proporzionale alla differenza di pressione idrostatica tra il circuito aperto e chiuso. Se gli enti pubblici e le aziende private mondiali, avessero sfruttato questi principi fisici in tutte le versioni possibili, invece di sviluppare le attuali soluzioni termiche, nucleari, solari, eoliche incomplete del punto di vista depurativo ed energetico, il riscaldamento globale sarebbe insistente. Le varie applicazioni sono sintetizzate nell’articolo https://www.spawhe.eu/relativty-and-technology-in-the-new-hydroelectric-energy/

4) Anche nelle grandi aziende industriali hanno commesso gli stessi errori scientifici, e parcellizzato il lavoro, ma almeno hanno creato delle figure professionali che fanno da collegamento tra i vari settori studiando le sinergie tra i diversi cicli di produzione, e i collegamenti tra le macchine e gli impianti. Questi collegamenti hanno dato buoni risultati, moltiplicando la produttività industriale, la quale non è stata automatica, ma ha stimolato nuove invenzioni di automazione dei processi che hanno ridotto il numero delle operazioni manuali.

5)  Bisogna chiedersi quale è stata la ragione per la quale la scienza pubblica mondiale, alla quale vanno addebitati la maggior parte degli errori energetici e depurativi, non ha creato, come l’industria manifatturiera delle figure professionali di collegamento per studiare le sinergie possibili tra i vari rami della scienza, al fine di aumentare la produttività depurativa ed energetica. La scienza pubblica, costituita da migliaia di ricercatori nazionali e milioni di ricercatori mondiali, per quale ragione non ha pensato che mettendo insieme diversamente i principi di Pascal, Torricelli ed Henry non si violiamo i principi della conservazione dell’energia, ma si esaltano? Non lo comprendono che senza l’organizzazione scientifica del lavoro nemmeno la produttività industriale sarebbe aumentata?

6) I politici e gli economisti nazionali che hanno gestito la ricchezza prodotta non si sono accorti delle diverse velocità di sviluppo tra i vari settori. Non se ne è accorta nemmeno la comunità europea e nemmeno le Nazioni Unite. Le consulenze occasionali non sono sufficiente a realizzare soluzioni energetiche interattive perché e necessario seguire istante per istante, non soltanto i cicli principali delle attività umane ma anche quelli collaterali. Quindi era ed è necessario lavorare insieme tutti i giorni fino ad aver risolto tutti i problemi. Accettare gli attuali limiti di emissioni dei fumi e dagli scarichi acquiferi è stata una resa della scienza e della tecnologia perché bastava semplicemente cambiare la fonte energetica, risparmiando immensamente anche dal punto di vista economico. Dove sono gli statisti mondiali in grado di afferrare concetti così elementari? Dove sono quelli che hanno il coraggio di scusarsi con i popoli mondiali per lo sviluppo industriale sbagliato?

 7) L’alternativa alla collaborazione globale e continua nello sviluppo di soluzioni complete energetiche e depurative è la creazione di figure professionali eclettiche, con esperienze trasversali che studiano il layout del territori e riescano a mettere insieme razionalmente gli impianti attraverso l’organizzazione del lavoro globale, anche proponendo nuove macchine e impianti di collegamento, come si fa nella grande industria.

 Ancora oggi tutto questo non esiste nel mondo dell’ambiente e dell’energia mondiale Chi vuole apprendere come si lavora globalmente, deve essere disponibile al sacrificio personale e compiere il difficile percorso che ha dovuto compiere il sottoscritto: cambiare uffici e settori ogni due o tre anni in una grande industria che usa tecnologie avanzate e cambiare completamente settore se vuole conoscere anche il settore degli impianti pubblici mondiali. Dopo una vita di lavoro, probabilmente, da pensionato, si possono avere le idee chiare e impostare ragionamenti e progettazioni globali. Questa è la dura realtà mondiale, che non si può apprendere facendo sempre lo stesso mestiere e neppure leggendo molti libri.  Le sinergie si creano entrando nei dettagli e guardando gli stessi dettagli da diversi punti di vista. Tuttavia, gli enti di ricerca pubblici e le multinazionali, continuano a non cercare le sinergie e a premiare gli specialisti, sperando che magiche invenzioni commerciali coprano i loro errori iniziati fin dall’avvento dell’era industriale.

Non avendo sviluppato l’organizzazione scientifica del lavoro ambientale, tutte le attuali opere depurative, energetiche e di distribuzione idrica sono disposte a caso sul territorio e non hanno nessuna possibilità di chiudere i cicli chimici e biologici che aprono. Quindi, anche se chi le ha progettate insegna nelle università, non si può dire che rappresenti la scienza. 

Ma quello che mi preme sottolineare è il fatto che queste persone hanno inculcato nei giovani principi scientifici sbagliati talmente radicati che è difficile sradicare solo con le parole, anche perché non hanno nessuna voglia di leggere il pensiero scientifico, essendo concentrati soltanto a conquistare il potere politico. Il potere politico lo perderanno presto senza una sostanza scientifica alle spalle, come lo hanno perso i governi precedenti. Il lavoro non si crea con le parole ma con i progetti e oggi i progetti devono essere sviluppati globalmente, non superficialmente come quelli che ci hanno portato al riscaldamento globale. I rimedi superficiali come le auto a batteria i veri statisti non li possono accettare. Provino a immaginare un trattore agricolo o un autotreno alimentato a batteria.  Per il sottoscritto la crescita sostenibile non è mai iniziata in nessun angolo del pianeta perché  non abbiamo mai estratto l’energia primaria dall’ambiente correttamente. Tantomeno, si possono individuare le vie della salvezza di fronte a catastrofi che potrebbero verificarsi a causa di fenomeni naturali ma sconosciuti alle esperienze dirette degli uomini, che non superano i 5.000 anni. I quali sono una piccola cosa di fronte a un’età geologica della terra di circa ottanta miliardi di anni, durante i quali, si dice, che il pianeta, per rigenerare la sua energia interna, abbia invertito i poli magnetici, circa centosettanta volte: Il polo nord da negativo diventa positivo e il polo sud, da positivo diventa negativo. Ovviamente, il fenomeno non è istantaneo, ma  nemmeno indolore per gli uomini e le opere realizzate dall’uomo, con grandi movimenti della crosta terrestre, immense eruzioni vulcaniche, terremoti e mare moti:  Le uniche speranza di salvezza sono le energie interattive con l’ambiente, tuttora ignorate dalla scienza, sebbene la scientificità delle stesse potrebbe essere verificata praticamente spendendo poche migliaia di euro, che nessuno tira fuori  per dare una speranza alle generazioni future, non solo di salvezza, ma anche di lavoro immediato, essendo  quasi tutto da demolire e ricostruire per diventare razionale: https://www.spawhe.eu/le-civilta-perdute-il-pensiero-di-einstein-e-l-energia-di-sopravvivenza/, su questi argomenti tacciono anche i populisti italiani come hanno taciuto i governi decaduti. 

In questo articolo, non voglio parlare dei disastri naturali che potrebbero avvenire a causa dell’inversione dei poli magnetici, ma riprendere il discorso sulle sinergie tra l’elettromagnetismo e l’energia idroelettrica compressa che la scienza mondiale non comprende o finge di non comprendere.  Tuttavia, senza assumersi la responsabilità di tale silenzio e senza che la giustizia mondiale, a sua volta, sciolga il proprio silenzio e le imponga di parlare. 

I politici, e gli enti pubblici mondiali, probabilmente non hanno mai saputo che la ricchezza la producono gli inventori i progettisti, gli imprenditori, chi lavora la terra e nelle fabbriche. Tutti gli altri sono consumatori della ricchezza prodotta. Non si devono sentire in colpa perché ognuno deve svolgere il proprio ruolo, ma nemmeno devono creare ostacoli burocratici ingiustificati.

Negli ultimi trent’anni in Italia la quantità di persone che producono ricchezza sono diminuite perché le campagne si sono spopolate e le fabbriche si sono chiuse mentre sono aumentati i consumatori di ricchezza e contemporaneamente   si sono incrementati anche i danni dovuti alle calamità naturali.

L’ultimo sondaggio pubblicato il 12/03/2018 dalla rivista “Adnkronos” afferma che nel 2016 la quota di italiani residenti a rischio di povertà è salita al 23%: si tratta del massimo storico da quando la Banca d’Italia ha iniziato questo tipo di rilevazioni. Il livello di povertà è quello di persone che dispongono di un reddito equivalente inferiore al 60% di quello mediano.

Tuttavia, le classi dirigenti italiane si permettono di cestinare i brevetti che si adattano a pennello all’economia italiana, che è fatta di piccole e medie imprese.   Per il sottoscritto il modello di sviluppo italiano, sebbene sia nato spontaneamente, senza uno studio accurato dell’organizzazione scientifica del lavoro, si sta rivelando il migliore del mondo. La crisi che sta vivendo con la scomparsa delle grandi fabbriche, è dovuta soprattutto al settore pubblico che continua a credere alle grandi opere pubbliche obsolete depurative energetiche e all’acquisto di combustibili energetici che aggravano la bilancia dei pagamenti. Eliminando le grandi centrali termiche, i grandi depuratori, eliminando i motori termici sui mezzi di trasporto e di lavoro,  modificando i sistemi fognari e rendendoli energetici e depurativi è possibile creare un’immensa quantità di piccole e medie imprese specializzate nella costruzione e nella gestione degli impianti tecnologici che svolgerebbero contemporaneamente la funzione di riscaldamento condizionamento, depurazione dell’acqua e dell’aria, scambiando il calore con il sottosuolo, senza nessuna emissione di CO2, SOx, Nox  o polveri sottili nell’atmosfera. Ovviamente i mezzi di trasporto viaggerebbero con motori idroelettrici compressi senza combustibili, molto più potenti di quelli termici, perché alla scienza pubblica e privata è sfuggito il fatto che l’energia cinetica non la produce il calore ma la pressione per la sezione di passaggio per la densità del fluido che circola in una turbina. I motori termici a pistone con l’espansione dei fumi di combustione sono centinaia di volte più costosi e complessi e meno efficienti di una turbina idraulica che deve semplicemente ruotare a senso unico grazie alla circolazione dell’acqua che ha una densità almeno 830 volte superiore ai fumi. E’ anche sfuggito il fatto che conviene sfruttare staticamente la pressione dell’aria senza farla espandere e che conviene far circolare negli impianti ibridi (aperti – chiusi) l’acqua incomprimibile a senso unico.  Ovviamente, anche i motori dei trattori che lavoreranno la terra funzioneranno allo stesso modo e le serre  agricole riscaldate con pompe di calore elettriche alimentate allo stesso modo, mentre le falde acquifere, inquinate da fosfati e nitrati prodotti dai concimi agricoli si autoepureranno per la legge di Henry, producendo l’energia idroelettrica compressa sommersa,  che serve per riscaldare le serre e sollevare le acque per l’irrigazione, consumando soltanto l’usura delle pompe e turbine sommerse.    

NON C’E’ BISOGNO DI ROMPERE L’ATOMO PER CREARE ENERGIA INFINITA, SONO SUFFICIENTI LE SINERGIE TRA ELETTROMAGNETISMO E LA FLUIDO DINAMICA. 

L’energia elettrica nucleare non potrebbe essere prodotta senza l’esistenza dell’elettromagnetismo. La stessa cosa vale anche per le altre forme di energia, che sfruttano l’energia cinetica: termica, idroelettrica e eolica. Il magnetismo è un fenomeno naturale. L’elettromagnetismo è la moltiplicazione del magnetismo per mezzo della scienza e della tecnologia, che ci ha consentito di realizzare, motori elettrici, alternatori, generatori di corrente continua.

L’elettromagnetico per durare nel tempo necessità di un’energia primaria, estratta dalla natura che fa girare il rotore del generatore di corrente. Allo stato dell’arte, ci sono molti modi per produrre l’energia primaria, ma il migliore è quello che costa di meno, non inquina e ha il minore ingombro a parità di potenza energetica sviluppata. Tuttavia, allo stato dell’arte i sistemi che non inquinano sono poco efficienti e ingombranti (energia solare ed eolica) Ma le cose potrebbero cambiare se la scienza ammettesse i propri errori e gli imprenditori mondiale, compresi i governi, facessero altrettanto. Infatti, anche il terzo principio dalla dinamica di Newton è un fenomeno naturale. Dice che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Ma per il sottoscritto, contrariamente a quanto asserito dalla legge, con l’aiuto della tecnologia, in un particolare ambiente, possiamo moltiplicare la forza applicata, e l’opposizione al moto, dovuta solo all’attrito delle molecole diventa una piccolissima cosa rispetto all’energia cinetica che si sviluppa sfruttando le forze gravitazionali e le energie di pressioni statiche a senso unico. Naturalmente parlo dell’ambiente acquatico, non riferito allo spostamento dei corpi solidi ma dello stesso liquido incomprimibile con la stessa densità. Infatti, in tale caso, c’è un semplice attrito tra le molecole, non una spinta di reazione: il liquido assume la forma del contenitore e viene respinto soltanto se il contenitore è chiuso e completamente pieno, per il fenomeno dell’impenetrabilità dei corpi, non per l’opposizione della pressione idrostatica.

Infatti, in un serbatoio aperto se intubiamo l’acqua dalla superficie e montiamo in profondità una pompa con la mandata orientata verso il basso, non è vero quello che asserisce il terzo principio di Newton, perché sul lato aspirante della pompa agisce la pressione atmosferica che ha un valore pressostatico di circa 10 m di colonna di acqua, alla quale dobbiamo aggiungere la distanza tra la superficie dell’acqua e l’asse della pompa installata in profondità. Se questa si trova a venti metri di profondità dal lato aspirante della pompa abbiamo 30 m di colonna di acqua. La stessa pressione statica l’abbiamo anche all’uscita della pompa. Tuttavia, se mettiamo in esercizio la pompa (cioè applichiamo la forza), le cose cambiano completamente perché creiamo una depressione nel tubo di discesa dell’acqua dove si sviluppa l’energia cinetica E = mgh = 1/2 m v2/2g, che è molto superiore all’energia fornita dal motore della pompa, il quale deve vincere solo lo stato d’inerzia. Pertanto, all’uscita della pompa abbiamo il massimo della portata e la la massima velocità dell’acqua, mentre  nel tubo di discesa abbiamo la massima velocità  consentita dalle resistenze di attrito senza altre forze di opposizione. Questo succede perché l’energia cinetica sviluppata all’interno di un volume di liquido incomprimibile, che non esce da tale volume, risente delle perdite di carico dovute agli attriti con le pareti dei tubi e tra le molecole. Non  risente della opposizione della pressione idrostatica all’uscita della turbina. Abbiamo soltanto la perdita di carico allo sbocco sommerso ( V2 /2g) essendo le pressioni in entrata e uscita della pompa  equilibrate.

Questo significa che nell’ambiente aquatico, orientando la mandata della pompa verso il basso si crea un grande squilibrio energetico come avverrebbe nell’ambiente atmosferico con un’autovettura in discesa che deve essere frenata dallo stesso motore altrimenti, se la discesa fosse infinita, raggiungerebbe una velocità infinita e produrrebbe una quantità di calore da distruggere il veicolo. Un esempio di questo fenomeno lo abbiamo con il rientro sulla terra delle navicelle spaziali che riportano sulla terra gli astronauti senza motori autonomi, che si proteggono con piastrelle ceramiche fissate alla struttura metallica per resistere alle alte temperature causate con l’attrito con l’atmosfera.   Nell’ambiente acquatico, contrariamente a quello che succede nell’ambiente atmosferico, possiamo sfruttare l’energia cinetica prodotta dalla circolazione a senso unica dell’acqua senza sviluppare il calore. Ma per poterlo fare dobbiamo mettere in serie alla pompa una turbina, che rallenta la velocità del fluido e collegata al generatore di corrente elettromagnetico sommerso e produce energia elettrica, al posto del calore, fino all’usura dei materiali. E’ ovvio che in questo impianto, l’origine dell’energia è la stessa forza gravitazionale che distruggerebbe l’autovettura in discesa e la navicella spaziale con il calore prodotto dall’attrito. Invece,  realizzando l’impianto nel modo suddetto, nell’ambiente acquatico possiamo controllare tale forza, che viene esercitata su comando e trasferita all’esterno per mezzo  dell’elettromagnetismo. In altre parole, rispetto all’attuale produzione di energia idroelettrica,  con il salto idraulico, trasformiamo in elettricità l’energia cinetica dell’acqua dovuta ai 30 m di pressione idrostatica (20 +10 m), senza disperdere l’acqua e senza realizzare dighe, bacini e grandi opere idrauliche.  Nel nostro caso La pompa non produce energia ma consuma una piccola quantità dell’energia elettrica prodotta, per vincere lo stato d’inerzia.

Quale è la differenza tra questo sistema e l’attuale sistema di produzione dell’energia idroelettrica, che sfrutta il salto idraulico a senso unico utilizzando solo le turbine?  La differenza è sostanziale perché l’attuale produzione di energia idroelettrica nell’ambiente atmosferico avviene con il contemporaneo sfruttamento dell’energia di posizione dell’acqua e dell’energia di pressione. Attualmente, all’uscita della turbina, invece di avere uno sbocco sommerso abbiamo uno sbocco alla pressione atmosferica che è sempre uguale a V2/2g ma con un coefficiente di attrito tra le molecole dell’acqua e dell’aria diverso, essendo l’aria circa 830 volte meno densa dell’acqua. Invece, avremmo avuto la stessa perdita di carico allo sbocco se l’uscita della turbina avvenisse ugualmente sommersa in un bacino idraulico posto a una quota inferiore.  Infatti, in tale caso, la perdita di carico allo sbocco sarebbe uguale poiché l’attrito avverrebbe ugualmente tra molecole di acqua. Non ha importanza il livello di acqua presente nel bacino idrico ricevente se non supera l’altezza piezometrica che origina il flusso di acqua.

Da questi ragionamenti si comprende facilmente che il grande vantaggio dell’idroelettrico sommerso, scaturisce soprattutto alla piccolissima resistenza allo scarico dell’acqua nel fondale e dal non necessario sollevamento dell’acqua in superficie per continuare a produrre energia in un ciclo continuo senza spese   energetiche, a parte quella necessaria a far girare la pompa che è prodotta dallo stesso sistema.  Ma esistono anche altri vantaggi ambientali ed economici perché questo sistema è la punta di un iceberg che rivoluziona la produzione dell’energia sostenibile mondiale anche su mezzi di trasporto, come già pubblicato, e che continuo a pubblicare nel silenzio generale.

Perché è importante comprendere che lo sbocco sommerso è molto simile a quello atmosferico? La risposta è semplice: Perché gli attuali impianti idroelettrici mondiali sprecano risorse idriche ed opere di ingegneria per produrre energia proprio perché non è stata compresa tale similitudine, la quale però per essere sfruttata deve mettere in serie una pompa e una turbina e mantenere gli impianti idrici sempre pieni al massimo livello per sfruttare l’energia di posizione delle acque di superficie rispetto a quelle del fondale nell’ambito dello stesso bacino. Questo concetto, non solo ci porta a comprendere il modo di aggirare la forza gravitazionale, ma anche a comprendere il mistero della produzione dell’energia sostenibile e interattiva che sfrutta insieme i principi di Pascal Torricelli ed Henry.  Infatti, con questo sistema possiamo produrre una quantità di energia molto superiore a quella attuale poiché non uscendo l’acqua dagli impianti possiamo realizzare molti impianti paralleli. Questo sistema consentendo il continuo trasferimento delle acque superficiali ai fondali consente la lotta all’eutrofizzazione ossigenazione ossigenando l’acqua, pertanto consumando i nitrati, fosfati l’azoto ammoniacale e i coliformi fecali. 

Perché gli uffici brevetti hanno contestato al sottoscritto che questo sistema è contrario ai principi della conservazione dell’energia? Perché assimilano il circuito a un circuito chiuso. Io ho già scritto che gli uffici brevetti non sono delle autorità scientifiche e non devono esprimere giudizi scientifici ma solo certificare la data di ricevimento del deposito di brevetto. I brevetti contenenti innovazioni scientifiche di pubblica utilità non devono essere commercializzati ma messi a disposizione di tutti, riconoscendo agli autori i diritti di autore perché gli inventori non devono essere ricattati dai centri di potere economici esistenti.  Per questa ragione io non mi sono mai preoccupato del loro giudizio. Deve essere la giustizia internazionale a fare chiarezza. Gli inventori non possono essere lasciati soli.  Per quanto io abbia spiegato in molti modi, che questo non è un circuito chiuso, non posso anche spendere i miei pochi risparmi in ricorsi legali. Anche se vincessi tutti i ricorsi legali, nessuno ripristinerebbe il diritto violato degli inventori e demolirebbe gli attuali impianti energetici e depurativi che stanno creando più danni che benefici all’umanità all’ambiente e all’economia. Infatti tutti i brevetti che mi sono stati concessi sulla pulizia dell’energia fossile, ugualmente non hanno trovato finanziatori. Le battaglie di civiltà devono coinvolgere la società intera.  Questo deposito di brevetto risale al 06/ 10/2014 con il numero di deposito 102014902298581 ed è stato pubblicato in molti articoli, ma sempre ignorato dalla scienza. Questo progetto ha partecipato anche al concorso “Innovation Competition sociale europeo 2015” senza essere preso in considerazione (https://www.spawhe.eu/european-social-innovation-competition-2015/). Non è sufficiente riformare gli uffici uffici brevetti ma gli interi apparati scientifici e burocratici mondiali, che vivono in un mondo diverso dal mondo in cui si lavora e si produce. Al concorso Europeo 2015 ho partecipato con 15 progetti innovativi a livello globale, non perché speravo di vincere un premio. Ma per costringere queste personalità scientifiche pagate dai contribuenti a leggere anche le soluzioni alternative alle attuali produzioni energetiche e depurative.  Non ho partecipato alle competizioni  degli anni 2016 -2017, ma quest’anno parteciperò di nuovo alla   European Social Innovation Competition 2018, partendo di nuova da questa invenzione ignorata nel 2015.

Io non vorrei essere un contestatore, ma penso che la scienza debba essere soprattutto trasparente e imparziale e fino a quando continuerà a tacere non sarà né trasparente né imparziale.  Nessuno può impedirmi di credere nel mio lavoro fino a quando qualcuno dimostra il contrario. Certamente non possono farlo con i silenzi, probabilmente nemmeno con le parole, altrimenti le avrebbero già dette. Occorrono prototipi che purtroppo il sottoscritto non può permettersi. Ma anche se avesse il potere economico per realizzarli, perché li dovrebbe realizzare se sono progetti di pubblica utilità? Io penso che i poveri avevano più coraggio e spirito di iniziativa nei secoli passati.  Oggi sono distratti dalla televisione e social network , non si battono nemmeno per le loro invenzioni e per i loro inventori. Non si accorgono che le leggi sulla proprietà intellettuale proteggono soltanto le multinazionali. Ma io ho voluto lavorare ugualmente su questi argomenti e pubblicare le mie soluzioni per cercare di creare una piccola breccia nel muro di omertà che si è creato tra i governi e le multinazionali a scapito della democrazia, della giustizia e dell’ambiente e della distribuzione della ricchezza mondiale.  Il resto lo deve fare il popolo che si deve svegliare e scegliere rappresentanti che possano portare avanti non solo discorsi politici e sociali, ma anche tecnici e scientifici. La ricchezza e il benessere non si creano con le parole ma con precise scelte tecniche e scientifiche. Se le scelte tecniche e scientifiche le pilotano i ricchi e i servitori dei ricchi il popolo può sperare soltanto in sussidi di disoccupazione per tenerli buoni. Questi sussidi offendono la dignità dell’uomo. Questi devono essere concessi soltanto a chi è inabile al lavoro, perché nel mondo c’è molto lavoro da fare per ricostruire l’intera società che non è a misura di uomo e non rispetta nemmeno i cicli naturali della natura.

 Nei circuiti chiusi, comunque siano pressurizzati, non si può produrre energia elettrica poiché non si può sfruttare l’energia di posizione “h” (20 +10 m) dell’acqua, non si può far entrare la forza gravitazionale, la pressione dell’aria compressa e nemmeno creare una depressione che favorisce l’entrata dell’acqua di rinnovo e dell’energia esterna. Mentre nel caso descritto avvengono tutte queste cose: l’acqua si rinnova ad ogni passaggio nel tubo di discesa e il circuito si conclude all’uscita della turbina, sfruttando soltanto l’energia cinetica che si sviluppa nella tubazione di discesa (non il salto di pressione che avviene nell’ambiente atmosferico tra l’entrata dell’acqua del tubo di discesa e la pressione atmosferica). Nel caso in oggetto si sfrutta soltanto l’energia cinetica (pressione dinamica) che esiste soltanto quanto la pompa è in rotazione, la quale è rallentata dalla turbina (per non sprecarla in calore inutile) che fa girare l’albero del generatore di corrente elettrica, come negli impianti idroelettrici attuali. Non si produrrebbe se l’acqua non partisse dalla superficie con un percorso intubato alimentato dalla pressione atmosferica in nessuno dei due casi.   Infatti questo circuito è aperto anche se le pressioni idrostatiche in entrata e uscita della pompa sono uguali: l’acqua di superficie, attraverso il tubo di discesa, la pompa e la turbina e si ferma nel fondale senza risalire in superficie, mentre altra acqua entra nel tubo di discesa in un flussa continuo alimentato dalla forza gravitazionale e dal battente positivo sulla pompa, mentre tutta l’acqua circostante resta in condizioni statiche.  La bassa prevalenza della pompa non deve trarre in inganno. Più in profondità viene installata la pompa e la turbina maggiore, maggiore è la massa di acqua in movimento maggiore è l’energia elettrica che si produce, che non dipende dall’energia assorbita dal motore della pompa. Anzi, aumentando la profondità diminuirebbe anche l’assorbimento del motore, se non si aumenta la resistenza idraulica della turbina.                   

Questo sistema che il sottoscritto ha chiamato energia idroelettrica sommersa non è stato compreso della scienza e dagli esaminatori dei brevetti, ma è evidente che nell’ambiente acquatico il terzo principio della dinamica non e valido e che possiamo moltiplicare l’energia consumata dalla pompa di circolazione proporzionalmente a alla pressione idrostatica “h” che agisce sul lato aspirante della pompa. D’altra parte, la scienza che non comprende, o che finge di non comprendere, si contraddice anche nei calcoli idraulici che realizza quando sceglie le pompe idrauliche negli impianti di sollevamento. Infatti per determinate la prevalenza di una pompa rispetto alla prevalenza dell’impianto, sottrae dalla prevalenza dell’impianto il battente positivo sull’asse della pompa di sollevamento.  E’ ovvio che se il battente sul lato aspirante diventa uguale a quello sulla mandata, anche se ci troviamo in un circuito aperto la pompa funziona con una prevalenza di pochi centimetri di colonna di acqua: Quello che non ha approfondito la scienza è il fatto che funzionando in tal modo la pompa vince lo stato d’inerzia e consente lo sfruttamento dell’energia di posizione dell’acqua superficiale e della pressione atmosferica. Non ha nemmeno considerato che la pressione atmosferica può essere sostituita con la pressione artificiale dell’aria compressa, creando impianti molto più piccoli e molto più potenti sia dal punto di vista energetico che depurativo, sfruttando insieme i principi di Pascal Torricelli ed Henry.  

Infatti, per sfruttare questo sistema anche al di fuori dell’ambiente acquatico, dobbiamo realizzare impianti sempre pieni di acqua e modificare il modo di alimentare le attuali pompe, affinché attraverso l’alimentazione delle pompe di circolazione possa entrare una quantità di acqua esterna. La stessa quantità di acqua che entra nella pompa dal circuito esterno viene espulsa dall’intero sistema a causa dell’impenetrabilità dei corpi, attraverso il troppo pieno del serbatoio se è alla pressione atmosferica, oppure da una valvola di sicurezza, o da una apposita apertura sommersa collegata a una turbina idraulica. In quest’ultimo caso possiamo sfruttare l’energia di espulsione dell’intero sistema per produrre energia elettrica nel generatore di corrente collegato alla turbina come nell’esempio sommerso precedente. Ovviamente, anche in questo caso l’energia di espulsione dell’intero sistema è nettamente superiore a l’energia spesa per far entrare il liquido in eccesso nel sistema se l’entrata avviene dal lato aspirante della stessa pompa di circolazione. La quale consuma poca energia perché lavora con le pressioni equilibrate in aspirazione e mandata come tutte le pompe di circolazione.

In un certo senso, la quantità di acqua in eccesso che entra nel sistema idraulico già pieno, si potrebbe assimilate all’energia atomica prodotta dalla rottura dell’atomo, come spiegato efficacemente da Albert Einstein nell’esempio già citato nell’articolo https://www.spawhe.eu/le-civilta-perdute-il-pensiero-di-einstein-e-l-energia-di-sopravvivenza/: “L’atomo M è come un ricco avaro che, finché vive, non da via alcun denaro (energia). Ma nel suo testamento lascia la sua fortuna in eredità ai figli M’ e M”, a condizione che essi ne destinino una piccola quantità a fini sociali (meno di un millesimo dell’intero patrimonio di energia o di massa). I figli insieme ricevono un po’ meno di quanto avesse il padre, ma la parte destinata alla società, benché relativamente piccola è tuttavia così rilevante (considerata come energia cinetica) da costituire una grande minaccia. Sventare tale minaccia è diventato il più pressante problema del nostro tempo”.

Come spiegato sopra e in numerose altre pubblicazioni, nel nostro caso non c’è bisogno di dividere l’atomo: è sufficiente realizzare un circuito fluido dinamico aperto/chiuso, che consente di avere la moltiplicazione dell’energia primaria estratta dalla natura, e dell’energia elettromagnetica senza violare i principi della conservazione dell’energia e senza ricorrere all’energia nucleare e tutte le complicazioni che comporta ambientali ed economiche. Infatti, il sistema espelle automaticamente la stessa quantità di acqua che entra in eccesso attrverso il circuito di riciclo senza far variare né il volume di acqua né la pressione dell’aria compressa, producendo energia idroelettrica sfruttando staticamente il principio di Pascal (che non consuma energia) e il principio di Torricelli (che ugualmente non consuma energia).

Dovrebbe essere ovvio che questo sistema può essere usato su tutti i mezzi di trasporto, compresi quelli spaziali controllando anche la velocità di rientro nell’atmosfera che oggi è affidata a scudi termici e paracaduti perché nemmeno la Nasa ha pensato a tale energia, aspettando in eterno l’energia nucleare pulita e di piccolo ingombro.

Questi ragionamenti non nascono soltanto dal ragionamento tecnico e scientifica ma anche da ragionamento dell’organizzazione del lavoro globale. Ogni passaggio tecnico e scientifico può portare in una direzione o in un’altra direzione, completando tutti i cicli, oppure non completandoli tutti. Questa è una scelta tecnica ma anche morale. Possiamo anche chiamarla una scelta economica. La scienza pura non può nascondere alcune opzioni e scegliere soltanto quelle che convengono ai datori di lavoro pubblici o privati. Ha il dovere di sviluppare tutte le opzioni e solo alla fine scegliere la soluzione migliore per il bene di tutti. Secondo la mia esperienza, la scienza pubblica mondiale non ha fatto il proprio dovere. Se avesse indagato, prima o poi sarebbe arrivata alle mie soluzioni e i legislatori pubblici mondiali sarebbero stati obbligati a legiferarle in favore dell’ambiente e dell’economia sostenibile. Invece, su questi argomenti, nonostante le tante pubblicazioni c’è ancora un silenzio di tomba.  Sono troppe le opzioni deliberatamente trascurate dalla scienza. Da molti anni io mi chiedo che cosa ha condizionato la scienza senza avere mai delle risposte? Eppure anche i soldati qualche volta hanno disobbedito agli ordini pur di non produrre vittime innocenti.    

Questo è anche dovuto al fatto che i legislatori consentendo la vendita dei brevetti pubblici alle multinazionali, hanno impedito che i progettisti pubblici ragionassero globalmente. Il ragionamento globale è molto diverso dal ragionamento commerciale. Li avrebbe portati a una diversa organizzazione degli impianti energetici e depurativi sul territorio, realizzando cicli unici per l’acqua e l’aria per economizzare i costi del trattamento e degli impianti. Gradualmente questo modo di lavorare li avrebbero portati alla produzione di energie interattive che proteggono l’ambiente, che purtroppo, oggi sono state sviluppate  soltanto virtualmente dal sottoscritto, senza soldi, solo con il ragionamento.  Non è strano che gli impianti che sono venuti fuori da tali scelte siano diversi da quelli attuali. Quello che è strano è il fatto che sono anche più economici in tutte le applicazioni: nelle industrie, nell’agricoltura, nei centri urbani, nei vari settori depurativi, sui mezzi di trasporto delle merci e degli uomini, oltre a essere non inquinanti, ma addirittura protettivi dell’ambiente. Quello che è ancora più strano è il silenzio della scienza e della giustizia mondiale.

Il ragionamento globale è un lavoro enorme, che certamente non avevo la presunzione di fare da solo. Ho cercato alleati in tutto il mondo senza trovarli. Questo non fa riflettere i governanti mondiali e i responsabili delle Nazioni Unite?  Come scritto anche in altri articoli, questo lavoro lo avrebbero dovuto fare insieme presso le Nazioni Unite un gruppo di scienziati e tecnici, con fondi pubblici a disposizione per le varie sperimentazioni. Invece le Nazioni Unite non lo hanno fatto. Lo stato dell’arte delle energie interattive è dovuto crescere attraverso una trentina di invenzioni collegate tra loro in modo logico non finanziate e non sperimentate, ma per il sottoscritto, la sperimentazione non è necessaria per accertarne il funzionamento, di cui è certo, ma soltanto per convincere lo scetticismo mondiale e migliorare le tecnologie di costruzione dei componenti necessari.  

Le Nazioni Unite hanno organizzato ben ventitré inutili conferenze tra le parti (COP) e oggi siamo ancora al punto di partenza. Oggi non esistono soluzioni globali nell’interesse di tutti. Esistono le soluzioni parziali dei singoli paesi, che sfruttano le risorse che hanno per produrre energia, lavoro e benessere. Bisogna chiedersi come mai gli enti pubblici mondiali di ben centonovanta sei stati sovrani si sono limitati a stabilire limiti di emissioni di CO2 e polveri sottili, per gli impianti termici fissi e mobili e non hanno mai pensato di fare reagire almeno negli impianti fissi l’aria inquinata con materiale calcareo per produrre carbonati nelle acque di scarico e in quelle di raffreddamento degli impianti termici? Non lo sa la scienza pubblica mondiale che il ciclo del carbonio naturale funziona in questo modo? Perché il ciclo del carbonio antropico dovrebbe funzionare diversamente, catturando il CO2, mediante un lavaggio chimico del combustibile per poi interrarlo nel sottosuolo come vorrebbero gare con il sistema C.C.S. che è costoso dannoso e pericoloso per l’intero genere umano? Il sistema C.C.S. è costato molti miliardi di dollari solo in sperimentazioni mentre nessun ente pubblico mondiale ha speso un solo euro per pulire l’energia fossile secondo i sistemi naturali, proposti e brevettati dal sottoscritto, pubblicate su https://www.spawhe.eu.

L’UOMO NON HA RISOLTO ANCORA IL DUBBIO DI AMLETO: “ESSERE O NON ESSERE?”

Vediamo cosa scriveva Shakespeare (1564 – 1616): “Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d’animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell’iniqua fortuna, o prender l’armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli”; “Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell’uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale?”;  “Morire per dormire. Dormire, forse sognare. È proprio qui l’ostacolo; perché in quel sonno di morte, tutti i sogni che possan sopraggiungere quando noi ci siamo liberati dal tumulto, dal viluppo di questa vita mortale, dovranno indurci a riflettere”.

“Essere o non essere” riportato ai nostri tempi, significa che la vita è fugace e che le istituzioni mondiali devono tutelare i valori fondamentali, premiando i meritevoli e punendo i colpevoli e la tracotanza dei potenti. Ma questo non avviene come non avveniva nel quindicesimo secolo.

Oggi viviamo in un mondo in cui tutta la scienza è schierata dalla parte dei potenti per non perdere lo stipendio, compresa quella pubblica, che dovrebbe essere al servizio del popolo, ma per le ragioni sovra esposte, questo non avviene. La scienza che oppongono le classi meno abbienti contro l’ingiustizia, il malessere ambientale, la cattiva sanità, la disoccupazione, le tasse inique, o costi energetici è quasi zero.  Purtroppo, anche i populisti italiani, più vicini al popolo dei governi precedenti, stanno dimostrando la stessa ignoranza scientifica nei confronti dell’ambiente, di chi li ha preceduti. Non è facile accorgersi che il riscaldamento globale è una bufala creata dall’ignoranza scientifica di chi ha governato il mondo dall’avvento dell’era industriale. Pertanto, anche i debiti pubblici li dovrebbero pagare coloro che si sono arricchiti indebitamente con opere sbagliate e vendendo combustibili che non servono.  Se non servono i combustibili, non servono nemmeno i motori termici, le centrali nucleari e termiche.  Non solo perché inquinano ma anche perché sono antieconomiche. Mentre per ragioni di efficienza e di economia sono sbagliati anche I grandi impianti idroelettrici, i grandi depuratori le auto elettriche i pannelli solari e le pale eoliche. Se il popolo mondiale non impara a ragionare scientificamente almeno sulle scienze e le tecnologie acquisite e non mette in discussione le scelte fatte dalla scienza mondiale, che hanno originato il riscaldamento globale e anche le attuali differenze sociali, non cambierà nulla né a livello ambientale, né dal punto di vista della creazione di posti di lavoro. All’indomani delle elezioni politiche italiane sono state espresse molte preoccupazioni politiche dalla stampa estera, mentre la borsa non ha avuto nessuna reazione. Se i cavalli di battaglia dei populisti italiani sono la flat Tax e il reddito di cittadinanza, senza preoccuparsi del modo in cui viene prodotta la ricchezza, chi detiene la ricchezza mondiale può dormire tranquillo, non cambierà niente rispetto al passato. 

Dall’esperienza che ho avuto negli undici anni di lavoro trascorsi come inventore a studiare soluzioni ambientali ed energetiche sostenibili, ho dovuto constatare, con dolore, che i nemici dell’ambiente sono soprattutto nei ministeri, non come ministri ma come funzionari, che non si assumono le loro responsabilità e non fanno ricerche per trovare le soluzioni ma soltanto per approfondire i problemi e chiedere fondi pubblici per continuare a spendere in soluzioni poco efficaci, che non portano da nessuna parte.

 A parte il fatto che nessuno è profeta in patria, come potrebbero i giovani italiani che hanno vinto le elezioni, credere al sottoscritto? Se a scuola i professori gli hanno insegnato senza il minimo dubbio che l’energia non si può creare dal nulla? Nessuno ha chiarito che il nulla è soltanto il vuoto assoluto, che non esiste nemmeno nello spazio. Sul pianeta terra siamo circondati di energia, bisognava soltanto insegnare il modo corretto per estrarla, ma nessuno lo ha fatto, non in Italia, ma nemmeno nel mondo, e questi giovani come quelli che li hanno preceduti, si accingono a governare con armi spuntate, facendo promesse che non possono mantenere. Nemmeno i burocrati europei tengono conto degli inventori privati non agganciati ai centri di potere e pertanto non finanziati (https://www.spawhe.eu/european-environmental-competition/). Quello che è peggio è il fatto che i burocrati mondiali hanno creato delle leggi sulla proprietà intellettuale delle invenzioni che non riconoscono i diritti di autore agli inventori, nemmeno se tra qualche anno le invenzioni si rivelano esatte. Per il sottoscritto, l’Europa unita non ha portato grandi vantaggi agli italiani. Ma senza l’Europa saremmo stati ancora peggio perché almeno ci ha costretto a contenere il già elevatissimo debito pubblico. Il debito pubblico si può azzerare solo con un colpo di stato mondiale oppure realizzando invenzioni sostenibili che costano poco e rendono molto, come quelle riportate in https://www.spawhe.eu.

Oggi chiunque vuole comprendere i concetti fondamentali dell’economia, può farlo leggendo articoli pubblicati su internet. Un paese che non sa progettare, non può liberarsi dai debiti, verso i propri cittadini o stati esteri. I concetti fondamentali sono i seguenti:

1) Il debito pubblico si manifesta come le obbligazioni emesse dal Tesoro. Si forma perché le spese dello Stato sono maggiori delle sue entrate.        

2) La differenza tra le entrate e le uscite se è finanziata con l’emissione di moneta produce inflazione. Oggi l’Italia stando ancorata all’euro non può emettere moneta ed è costretta a pagare le obbligazioni di stato e i relativi interessi.  

3) La spesa pubblica si divide in spesa “per lo Stato minimo”, e in quella “per lo Stato sociale”. La prima finanzia la polizia, i magistrati, i soldati. Ossia l’ordine, la giustizia, la difesa. La seconda finanzia le opere pubbliche, l’istruzione e la salute.

L’Italia è un paese ricco di piccole e medie imprese che nell’economia globale diventano sempre meno competitive a causa dell’automazione della produzione dei beni di consumo, che richiede grandi investimenti, e imprese collegate al sistema di potere economico. Tuttavia, queste piccole imprese, che sono abbandonate a se sesse, devono sostenere grandi apparati burocratici inefficienti grandi centrali termiche, idroelettriche grandi depuratori inefficienti e grandi reti di distribuzione dell’acqua e dell’energia che disperdono gran parte delle acque e dell’energia.

Per il sottoscritto, che ha vissuto sia le esperienze dell’organizzazione del lavoro industriale, che quelle delle piccole imprese non legate alla produzione industriale di serie, le piccole imprese, per sopravvivere devono essere riqualificate, ed occuparsi dei servizi pubblici interattivi depurativi ed energetici collegati all’edilizia urbana, all’agricoltura, ai sistemi fognari, essendo tali sistemi completamente da rifare per renderli interattivi e protettivi dell’ambiente  a livello mondiale. Le multinazionali possono fornire i componenti di serie ma gli interventi devono essere realizzati dalle piccole imprese in modo capillare, modificando gli impianti di distribuzione idrica, energetici, riscaldamento, condizionamento, rendendo tutto interattivo   e automaticamente depurativo, senza combustibili e senza grandi opere pubbliche che hanno rovinato e riscaldato il pianeta. Le grandi centrali termiche e nucleari, grandi depuratori, i metanodotti, oleodotti sono antieconomici e rovinano l’ambiente.

Tuttavia, personalmente, io auspico, addirittura, un governo mondiale, anche se le Nazioni Unite stanno dimostrando, ugualmente, di non saper progettare globalmente e di non volere nemmeno organizzarsi per farlo. Prima o poi almeno le Nazioni Unite devono comprendere che le cose non possono andare avanti nel modo attuale, in balia delle borse mondiali, con la scienza pubblica e privata schiave dei centri di potere che non consentono di lavorare su soluzioni sostenibili. Non è un caso che l’unico sistema sostenibile globale sia soltanto virtuale e sia stato creato da un pensionalo solo con la propria esperienza personale. Prima o poi almeno la giustizia deve comprendere che non possono essere considerate scienze applicabili tutte quelle che non chiudono i cicli termici, nucleari, chimici, che aprono. I miei interlocutori continueranno ad essere gli organi di giustizia internazionali e le Nazioni unite, sebbene con la presente, sono arrivato alla dodicesime lettera aperta senza risposta.

Il mondo dell’ambiente, dell’energia, della pesca, del turismo, dissalazioni oceaniche (https://www.spawhe.eu/artificial-welling-files/) dell’agricoltura può ampiamente compensare i posti di lavoro che si perdono nelle industrie a causa dell’automazione industriale per una serie di ragioni che il mondo non ha preso inconsiderazione:

1) buona parte dell’industria dei trasporti terrestri, marini, aeronautici e spaziali, nonché delle macchine agricole e movimento terra, devono essere ricostruite dalle fondamenta, avendo sbagliato a usare i motori termici. Non solo perché inquinanti, ma anche perché poco efficienti rispetto a quelli idroelettrici compressi.

2) I nuovi sistemi industriali, agricoli, urbani si devono integrare perfettamente con i cicli dell’ambiente e quindi i posti di lavoro che si perdono a causa dell’automazione si recuperano ampliando i cicli di trattamento ai settori collaterali alle produzioni principali, che sono stati trascurati soprattutto dalla scienza pubblica mondiale, che continua a tacere su questo argomento, nonostante su  http://spawhwe.eu sono state pubblicate le soluzioni da realizzare. Non è necessario completare tutti i cicli nel luogo di lavoro, ma attraverso opere invisibili integrate nei percorsi dei fumi e delle acque di scarico che producono energia depurando l’ambiente.

3) Non solo deve cambiare l’industria dei trasporti mondiale ma anche quella degli impianti di riscaldamento, condizionamento, le caldaie le pompe di calore, che devono scambiare il calore con l’acqua non con l’aria. Perché così facendo gli impianti depurano insieme acqua e aria e diventano con tali elementi anche produttori di energia. Raffreddando il pianeta. Non riscaldandolo.     Tuttavia i governi mondiali continuano a finanziare i palliativi energetici e ambientali attuali, a costruire metanodotti, oleodotti e petroliere, che non servono perché l’energia non costa niente, a parte l’usura delle macchine che la producono, che è minore dell’usura delle macchine termiche poiché non esistono shock termici e i circuiti fluido dinamici sono anche più economici, non dovendo raffreddare i materiali e i fumi. Nemmeno filtrare e depurare i fumi emessi nell’atmosfera.

4) Se non produrremo inquinamento da fumi nei centri urbani ci dovremo preoccupare soltanto dell’inquinamento biologico che non solo non incrementa la percentuale di CO2 nell’ambiente. Ma addirittura realizzando cicli depuratici completi e consumando il CO2 prodotto con piogge artificiali in serre calcaree, possono sottrarre CO2 all’ambiente. Che cosa sta raccontando al mondo la scienza pubblica mondiale con 23 COP organizzate dalle Nazioni Unite senza nessun risultato concreto, mentre la percentuale di CO2 continua a crescere? Questi articoli spiegano che il mondo della scienza e dell’imprenditoria mondiale sta girando a vuoto da un quarto di secolo  su un problema che non avrebbe dovuto esistere se gli impianti termici fissi e mobili e gli impianti di depurazione mondiali fossero stati progettati con maggiore competenza   (https://www.spawhe.eu/the-role-of-biological-energy/, https://www.spawhe.eu/the-reasons-of-lack-protection/, https://www.spawhe.eu/the-hoax-of-the-fight-against-global-warming/, https://www.spawhe.eu/marrakech-2016-is-there-a-conspiracy/, https://www.spawhe.eu/causes-of-failure-cop-21/, https://www.spawhe.eu/cop22-failed-international-crime-of-states-not-punished/, https://www.spawhe.eu/cop23-the-unthinkable-has-already-been-thought-with-interactive-energy/,   https://www.spawhe.eu/after-the-failure-of-cop23/)

E’ vera scienza oppure è una colossale presa in giro del popolo mondiale? Io non credo che sia vera scienza. E per dimostrarlo, non da scienziato, ma da semplice tecnico e installatore di impianti, ho cercato di dimostrare come si dovrebbero progettare gli impianti energetici interattivi  fissi e mobili senza distruggere l’ambiente, ma proteggendolo:                https://www.spawhe.eu/the-force-of-rational-scientific-global-reasoning/,https://www.spawhe.eu/if-science-was-globally-applied/, https://www.spawhe.eu/learn-to-extract-better-energy-from-the-environment/, https://www.spawhe.eu/a-new-development-model-with-interactive-energy/, https://www.spawhe.eu/open-letter-of-denunciation-to-courts-of-international-justice/, https://www.spawhe.eu/second-open-letter-of-denunciation-to-courts-of-international-justice/, https://www.spawhe.eu/aerospatial-pressurized-hydroelectric-transport-system/. https://www.spawhe.eu/fighting-global-warming-extending-the-borders-of-perpetual-motion/, https://www.spawhe.eu/the-potentialities-of-pressurized-hydroelectric-energy/, https://www.spawhe.eu/defend-the-environment-and-the-territory-by-producing-energy/, https://www.spawhe.eu/the-pressurized-submerged-hydroelectric/, https://www.spawhe.eu/hydroelectric-power-auto-with-torque-peripheral-to-the-wheels/, https://www.spawhe.eu/sustainable-desalination/, https://www.spawhe.eu/the-energetic-miracles-of-pumps-with-separated-double-supply-until-to-the-impeller/, https://www.spawhe.eu/the-sustainable-future-of-environment-energy-food-and-labour/, https://www.spawhe.eu/the-sustainable-future-of-environment-energy-food-and-labour/, https://www.spawhe.eu/the-sustainable-future-of-environment-energy-food-and-labour/. https://www.spawhe.eu/where-is-the-science-and-where-hope/,             https://www.spawhe.eu/open-letter-to-mr-bill-gates-on-energy-miracle/). Queste pubblicazioni, in parte riportate anche su facebook, non hanno convinto la scienza pubblica, l’imprenditoria, che vorrebbero vivere di rendita sulle invenzioni del passato, accettando l’attuale stato dell’arte con i relativi limiti di emissioni (completamente eliminabili insieme ai costi dei combustibili).  

LA SCIENZA SUPERIORE È LONTANA DAI BISOGNI QUOTIDIANI DEL POPOLO

Un discorso a parte lo merita la scienza superiore. Quella astrofisica e nucleare, che ci sta facendo comprendere ogni giorno di più i misteri dell’universo. Può questa scienza estraniarsi completamente di quello che succede sul pianeta Terra?  Estraggo da internet la prefazione di Steven Weinberg al libro di Jim Baggott “Il Bosone di Higgs” che invito a leggere:

“Tra i tanti oggetti pervasivi ed elusivi che affollano la dimensione invisibile del mondo subatomico, il “bosone di Higgs” è stato il più pervasivo ed elusivo: quella particella era l’elemento cruciale che mancava a completare il puzzle del Modello Standard, perché conferiva massa a tutte le altre particelle elementari, un enigma rimasto altrimenti insoluto. Quando finalmente il 4 luglio 2012 il CERN ne ha annunciato la verifica sperimentale, la “particella di Dio” (come l’ha temerariamente denominata il premio Nobel per la fisica Leon Max Lederman) ha attirato su di sé i riflettori dell’attenzione mediatica mondiale. Affrontando l’intera questione con un rigore che ne acuisce la densità intellettuale e la vertigine tecnologica, Jim Baggott segue due percorsi paralleli. Non solo, infatti, ne ricostruisce la genesi teorica, ma ripercorre tutte le stazioni di avvicinamento all’eclatante risultato di Ginevra: il legame tra i primi acceleratori degli anni Venti e le collisioni di particelle nei raggi cosmici; la messa a punto del ciclotrone da parte di Lawrence; il contributo di Van der Meer, il cui metodo di “raffreddamento stocastico” ha permesso al gruppo di Rubbia l’individuazione dei bosoni W e Z, decisivi per arrivare alla scoperta del bosone di Higgs; e le svolte successive del LEP (Large Electron-Positron Collider) e dell’ormai leggendario LHC (Large Hadron Collider), che con i suoi 1600 magneti superconduttori ha permesso di sviluppare energie senza precedenti.”

La recente scomparsa (14 marzo 2018) del famoso, astrofisico, matematico e cosmologo Stephen Hawking, ha riacceso la domanda sui misteri dell’universo. Hawking ha dimostrato che tutto il nostro universo si è compresso in una singolarità, poi esplosa con il Big Bang, formando stelle, galassie, pianeti e l’intero universo. Per questo, ha paragonato il Big Bang a un buco nero al contrario, dove anziché finire tutto in una singolarità, tutto ha inizio da una singolarità. In seguito, Stephen Hawking si è interrogato sulla ragione dell’esistenza dell’universo, elaborando una teoria generale. “Nulla è più vasto e antico dell’Universo”.  Hawking ha avuto l’onesta di tornare sui suoi passi, nel 2014 rivedendo parte delle sue teorie sul comportamento dei buchi neri, arrivando a scommettere 100 dollari che il bosone di Higgs non sarebbe stato scoperto.  Io non so se Awking abbia perso la scommessa, poiché oggi circola una nuova teoria pubblicata sul Journal of High Energy Physics, da un team italiano composto da quattro giovani fisici teorici: Francesco Sannino (University of Southern Denmark), Alessandro Strumia (Cern), Andrea Tesi (Istituto Fermi di Chicago) ed Elena Vigiani(dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa e dell’istituto Nazionale di Fisica Nucleare). L’ipotesi di base è che il bosone di Higgs non sia una particella elementare, ma un insieme di particelle tenute insieme da una nuova forza. Quello che io mi chiedo è la seguente domanda: non bastano le certezze acquisite con le teorie sulla relatività e l’origine dell’universo? Cosa si aspettano i fisici nucleari nel continuare a indagare sulla divisione dell’atomo al fine di produrre energia? Ammettiamo che riescano a produrre finalmente un’energia pulita priva di scorie nucleari. La dimensione dei reattori non consentirà di utilizzarli sui piccoli mezzi di trasporto mobili, né tale energia potrà diventare interattiva con l’ambiente disciogliendo ossigeno nell’acqua per mezzo del principio di Henry. Questa energia, sempre se non avrà effetti indesiderati interattivi, non potrà mai essere l’energia della salvezza dell’umanità per piccole comunità in caso di grandi calamità naturali. Io non dico che la ricerca nucleare si debba fermare. Dico che deve proseguire. Ma chiedo ai responsabili mondiali della politica della scienza e della giustizia perché la ricerca dell’energia interattiva tra l’acqua e l’aria non è mai iniziata pur essendo molto più semplice concettualmente? Non sarebbe più logico rallentare le attuali ricerche energetiche negli altri settori che hanno già speso molte risorse e mostrato i propri limiti, mentre sull’energia interattive non è stato speso nemmeno un dollaro pur avendo potenzialità infinite? 

Io penso che sia necessario recuperare il tempo perduto finché siamo in tempo perché il metabolismo umano ha bisogno dell’aria, dell’acqua e del cibo terrestre. Quindi, anche sulle astronavi che serviranno per esplorare l’universo o per abbandonare definitivamente la Terra servirà di più l’energia interattiva, che quella nucleare. Soprattutto se entrambe le energie primarie (idroelettrica compressa e nucleare) hanno bisogno dell’elettromagnetismo per produrre elettricità. Se non mi sbaglio nel vuoto l’elettricità non è sufficiente a produrre il moto, occorre anche la spinta di Newton prodotta da un gas di reazione. Cosa c’è di meglio dell’aria esausta compressa usata come gas di reazione iniettata a piccole dosi nei turboventilatori elettrici come descritto dal sottoscritto in https://www.spawhe.eu/aerospatial-pressurized-hydroelectric-transport-system/. Ben venga anche l’energia nucleare senza effetti collaterali, ma prima è necessario recuperare il tempo perduto nella giusta direzione dell’energia interattiva. Ma oggi siamo al grande paradosso, che la scienza superiore non ha speso una sola parola in favore o contro l’energia idroelettrica compressa interattiva, come tutti gli enti di ricerca pubblici mondiali.

La scienza superiore deve spiegare perché il ragionamento fisico fatto con i bosoni, e fermioni sia più utile dello stesso ragionamento fatto senza speciali reattori con le molecole di un liquido incomprimibile, che possono entrare con poca spesa energetica nello spazio occupato da altre molecole identiche pressurizzate con l’aria compressa, semplicemente creando gli equilibri pressostatici: l’immissione del liquido deve avvenire direttamente nella girante della pompa di riciclo interna al volume accumulato. Infatti, la spesa energetica è minima perché il liquido circolando solo internamente al volume accumulato lavora con la stessa pressione statica in aspirazione e mandata. Non risente della pressione statica esterna che può essere anche di centinaia di bar. Pertanto la pompa di circolazione lavora con una bassa prevalenza. Tuttavia, se immettiamo nella girante della pompa, dall’esterno, una quantità di liquido della stessa densità, approfittando della depressione che si crea al centro di ogni pompa centrifuga, incrementiamo la portata della pompa e di conseguenza il sistema, nello stesso istante espelle la quantità di acqua in eccesso entrata con tutta la pressione dell’aria compressa di cui dispone.   Non variando i volumi originali dell’acqua e dell’aria compressa, quest’ultima si comporta come una molla compressa che esercita la sua forza ma non consuma energia, essendo l’elasticità un fenomeno fisico naturale, come il magnetismo e la gravità.

Quando il pianeta Terra avrà esaurito la propria energia cosmica, insieme al sistema solare (Hawking ha previsto tale evento entro il 2600) gli uomini saranno costretti a lasciare la Terra per cercare altri pianeti.  Ma prima di tale evento di distruzione totale, l’inversione dei poli magnetici che è un fenomeno indipendente e non totalmente distruttivo, può essere anche più imminente.

 Io penso, indipendentemente da quello che pensano gli scienziati di categoria superiore, che fin da ora bisogna incominciare a creare grandi astronavi che riproducano l’habitat naturale dell’uomo come descritto in https://www.spawhe.eu/aerospatial-pressurized-hydroelectric-transport-system/ per prepararsi alla sopravvivenza autonoma nello spazio di molte generazioni successive. Questo sarà impossibile da fare  senza l’energia interattiva tra acqua e aria compressa, che al momento non esiste per un’incredibile svista delle scienze depurative, energetiche e astrofisiche. Questa energia servirà più di tutte le attuali energie messe insieme, perché è l’unica che si può bere e respirare, che non si consuma mai, a parte quella che useremo per creare la spinta di Newton nello spazio quando ne avremo bisogno.

E’ IMPORTANTE IL TAYLORISMO GLOBALE PERCHE’ IL MONDO STA GIRANDO AL CONTRARIO E LE ISTITUZIONI MONDIALI NON SE NE ACCORGONO. 

Lascio per ultimo un argomento sconosciuto ai politici, agli scienziati, ai giudici e allo stesso sottoscritto, prima di iniziare a fare l’inventore di soluzioni energetiche depurative globali: “L’organizzazione del lavoro globale” che può essere chiamato “Taylorismo globale” in onore dell’inventore dell’organizzazione scientifica del lavoro industriale.

Per concepire le varie forme di energie interattive mi è state necessaria soprattutto la conoscenza dell’organizzazione del lavoro industriale che ho trasferito virtualmente al lavoro ambientale ed energetico, dopo aver conosciuto come lavorano tali impianti sul territorio nazionale e anche all’estero. Da queste esperienze, ho compreso che il mondo per funzionare bene e creare sviluppo e benessere per tutti, dovrebbe essere gestito almeno per quanto riguarda gli aspetti ambientatagli ed energetici attraverso l’organizzazione scientifica del lavoro globale. Le invenzioni di pubblica utilità sociale, come le energie interattive, dovrebbero essere requisite dall’organizzazione mondiale delle Nazioni Unite, sperimentate in fretta e messe a disposizione di tutto il popolo mondiale, invece sono ostacolate dalle stesse istituzioni  mondiali per continuare a vendere il petrolio, il carbone e andare avanti con le energie nucleari, sulle quali continuano a investire.

La scienza non dovrebbe essere chiusa nei laboratori di ricerca e non dovrebbe avere padroni che la condizionano nelle scelte. Dovrebbe essere applicata globalmente e imparzialmente, chiudendo tutti i cicli che apre termici, chimici, biologici e nucleari, oppure evitando di aprire tali cicli, affidandosi solo ai cicli della fisica ordinaria. Ma questo sistema è ostacolato dai silenzi mondiali di tutte le associazioni di categoria, che perseguono fini di parte perché le progettazioni che vengono fuori adottando I sistemi interattivi tra l’acqua e l’aria compressa sono molto diverse da quelle attuali e molto più efficienti ed economici, soprattutto per gli impianti pubblici depurativi ed energetici. Tuttavia, il problema riguarda anche gli altri impianti mondiali fissi e mobili perché se migliorano gli impianti pubblici i legislatori non possono non trasferire tali miglioramenti anche agli impianti privati. Pertanto, come scritto in uno dei capitoli precedenti è necessaria una nuova rivoluzione industriale per correggere tutti gli errori del passato, non solo industriali ma anche dovuti alla politica, che non si può riferire più alle vecchie ideologie delle classi sociali.

Le lotte di classe che il mondo ha vissuto dalla rivoluzione francese, al marxismo fino alle primavere francese e italiane del 1968, non hanno più senso dopo il crollo del muro di Berlino e le aperture della Cina che si appresta a diventare la più grande potenza mondiale. Le frontiere si devono abbattere almeno per le soluzioni ambientali ed energetiche che scientificamente dimostreranno di essere imparziali e sopra le parti, nell’interesse di tutti anche dal punto di vista economico. Tutte le aziende pubbliche e private mondiali nel più breve tempo possibile devono adeguarsi ai sistemi interattivi che azzerano i costi energetici e depurativi pubblici e riducono quelli privati (a parte l’usura delle macchine). Ovviamente, le altre attività industriali e commerciali, adeguandosi a un sistema generale sano, potranno svolgere una sana competizione basata sugli stessi principi. Ma è necessario rinforzare l’organizzazione delle Nazioni Unite affinché ci sia una netta distinzione tra le invenzioni commerciali e quelle universali di pubblica utilità sociali.  Queste ultime devono essere diffuse, non protette, e le invenzioni commerciali non devono essere in contrasto con quelle universali e di pubblica utilità sociale che devono avere il riconoscimento di patrimonio comune dell’umanità, al pari delle opere d’arte, proprio perché vanno oltre gli interessi dei singoli paesi.

L’esempio più eclatante di questa imparzialità è proprio l’energia interattiva che usa come fonti .energetiche l’acqua e l’aria che appartengono a tutti. Inoltre, anche i principi fisici che usa non appartengono a nessuna multinazionale. Sono imparziali e trasversali a diverse discipline scientifiche e tecnologiche, ereditate dagli inventori e scienziati del passato che il sottoscritto ha messo insieme imparzialmente: Newton, Pascal, Torricelli, Henry, Herz, Plank, Maxwell, Venturi, Bernoulli, Einstein.  Non sarebbe ridicola una guerra di potere per approvvigionarsi dell’acqua e dell’aria una volta dimostrato che è la fonte energetica più potente pulita ed economica del mondo? Bastano poche migliaia di dollari per dimostralo ma nessuno fino ad ora li ha tirati fuori, probabilmente per nascondere tale vergogna mondiale. Per quanto tempo ancora può durare questo silenzio che disonora soprattutto la scienza nel suo insieme? 

 Non ci può essere nessuna seria lotta al riscaldamento globale fino a quando i politici e gli enti pubblici mondiali non comprendono che lo sviluppo e la crescita non si può fare improvvisando gare di appalto pubbliche obsolete idroelettriche, termoelettriche, urbanistiche, depurative e nemmeno lasciando il libero arbitrio alle aziende private, imponendo ridicoli limiti di emissioni degli scarichi delle acque e dei fumi, degli impianti fissi e dei mezzi di trasporto. E’ necessario simulare un modello base di sviluppo universale che rispetta i principi basilari della natura e in particolare il ciclo del carbonio universale. E’ necessario evitare di aprire cicli del carbonio organico e inorganico che non si possono chiudere e anche l’uso di materiali radioattivi che producono scorie radioattive che non si possono neutralizzare. E necessario avere dei piani di fuga per la sopravvivenza umana in caso di calamità naturali non condizionati, dalla scarsità di combustibili, di accumulatori di energia, e da infrastrutture che possono essere distrutte da terremoti e tsunami. Tutto questo richiede una capillare organizzazione del lavoro mondiale, partendo proprio dai sistemi depurativi ed energetici mondiali, di cui il sottoscritto, sul sito web ha previsto soltanto la parte iniziale sul sito web https://www.spawhe.eu.

L’incapacità di progettare impianti pubblici sostenibili energetici e depurativi ha fatto crescere il debito pubblico e aggravato la bilancia dei pagamenti per approvvigionarsi di energie che non sarebbero servite fin dalle origini dell’avveno dell’era industriale.  Ma quello che è peggio è il fatto che la scienza pubblica mondiale, invece di guidare le industrie private verso soluzioni sostenibili è diventata complice e succube delle multinazionali, sviluppando e vendendo brevetti commerciali pur essendo pagata dai contribuenti.  La maggior parte degli impianti pubblici mondiali depurativi ed energetici non si possono recuperare: sono da demolire e ricostruiti con criteri diversi e distribuiti diversamente sui territori. 

L’attuale problema mondiale non è l’assenza di tecnologie che possano proteggere il mondo dal riscaldamento globale ma l’assenza di persone capaci di metterle insieme correttamente senza rompere gli equilibri di potere esistenti. Ma rompere gli equilibri è indispensabile perché oggi chi inquina è prima fila nella lotta all’inquinamento per non cambiare niente d’importante, ma soltanto palliativi che ci fanno perdere tempo in una lotta che diventa sempre più urgente. Si prega di leggere attentamente quando appresso riportato e scegliere tra falsi finanziatori e la vera lotta al riscaldamento globale.

L’attuale divisione delle attività e delle competenze umane, produttive e sociali, non aiuta lo sviluppo armonico dell’industria, agricoltura, energia, delle città urbane, e non consente il ritorno dei minerali alla terra e dei carbonati ai mari in cicli chiusi. Nonostante le conoscenze scientifiche e lo sviluppo tecnologico, il Mondo è ancora governato a settori separati, scaricando il superfluo nell’ambiente, senza opere strutturali, che amministrino gli scarti in modo razionale. Gli economisti e politici si preoccupano soltanto dei bilanci economici e di depurazioni locali che spostano i problemi ambientali a livello globale, con il tacito assenso degli scienziati, pubblici e privati, concentrati su grandi invenzioni commerciali. Ma nell’ambiente le grandi invenzioni commerciali non servono. Bastano invenzioni logiche, strutturali, legate in modo che nulla vada sprecato, soprattutto, l’inquinamento organico, il calore e il CO2 che possono essere ritrasformati in energie rinnovabili e acque alcaline per contrastare direttamente il riscaldamento globale. Non indirettamente, come avviene con le soluzioni energetiche commerciali, non legate ai sistemi depurativi.

Oggi, alla luce dell’inquinamento globale, i concetti economici di Taylor, che ha teorizzato” l’organizzazione del lavoro nelle fabbriche” per aumentare l’efficienza della produzione e i concetti di Keynes, che ha teorizzato “l’intervento statale a sostegno della domanda dei beni di consumo”, devono essere aggiornati con nuovi concetti non elaborati dai vecchi economisti, mentre i nuovi si sono concentrati soprattutto sul “monetarismo”. Gli economisti, stranamente, hanno dimenticato di prendere in considerazione la “fonte primaria del capitale” che sono le risorse naturali. Questa fonte, l’economia globale la sta distruggendo, per non ripartire un poco più equamente la ricchezza, creando maggiori opportunità di lavoro, con il consenso dei governanti, i quali sebbene sostengano l’economia, il lavoro e l’ambiente non stanno mostrando di saper intervenire con soluzioni globali, che facciano gli interessi di tutti, comprese le future generazioni che non solo si apprestano alla maggiore crescita demografica della storia dell’umanità (nove miliardi di persone) ma dovranno farlo anche più poveri di risorse naturali e in balia di violenti e improvvisi cambiamenti climatici creati, in gran parte, da una dissennata politica industriale per nulla attenuata dalle buone intenzioni adottate dal protocollo KIOTO tenutosi nel 1997. Per l’inventore di SPAWHE, i problemi ambientali, occupazionali e alimentari, si possono affrontare soltanto ampliando i cicli di lavoro in tutte le attività umane per “preservare le risorse naturali, che sono appunto, “la fonte primaria del capitale economico” trascurata proprio dagli economisti, che di fatto, oggi governano il mondo nei cinque continenti, come governatori delle banche centrali, come ministri dell’economia e come consulenti dei governi. Questa soluzione ovvia, prospettata nel sistema SPAWHE, non è altro che l’ampliamento razionale e moderno dei pensieri degli economisti Taylor e Keynes, che non potevano, al loro tempo, conoscere l’importanza che avrebbe assunto l’inquinamento globale. Se proviamo ad estendere il pensiero di Taylor e Keynes anche all’ambiente ci accorgiamo che l’organizzazione del lavoro non deve riguardare solo le fabbriche ma tutto il territorio e che lo “Stato” non deve sostenere la domanda dei beni, creando soltanto incentivi al consumo, ma creando le infrastrutture, affinché i cicli di produzione possano continuare oltre le fabbriche, i campi agricoli, le produzioni energetiche, chiudendo completamente anche i cicli naturali, collaterali alla produzione fisica del bene consumabile, riportando i sali minerali e i carbonati alla terra, ai laghi, ai mari nella giusta proporzione, quindi creando lavoro per tutti. Praticamente, le produzioni dei beni di consumo devono essere in armonia con l’ambiente, non contro.   

Oggi, nel mondo intero, avviene esattamente il contrario: per produrre beni da consumare a tutti costi si prendono troppe scorciatoie ambientali come se l’obiettivo finale non fosse il bene comune ma soltanto il rapido ritorno del capitale investito e con il massimo interesse. Mentre per l’inventore si tratta di riprendere il pensiero di vecchi economisti come Taylor e Keynes che hanno gettato il seme per aumentare la produttività industriale e attenuare gli squilibri sociali della società moderna. Oggi si tratta semplicemente di portare la protezione ambientale allo stesso livello produttivo di quella industriale, applicando gli stessi concetti e in molti casi, anche gli stessi strumenti. Infatti, il territorio deve essere organizzato come l’interno di un’azienda automobilistica, dove tutti i reparti sono collegati, ogni operazione depurativa ed energetica deve essere fatta al posto giusto e al momento giusto altrimenti perde di efficienza: Questo è taylorismo applicato all’ambiente. Oggi, senza una visione globale dei problemi, i politici, gli economisti, gli scienziati, i tecnici, gli imprenditori, i sindacati, le associazioni ambientali, non riescono a sviluppare le soluzioni che devono essere necessariamente organizzate industrialmente sotto l’aspetto produttivo, non soltanto tecnologico. E’ necessario comprendere che i grandi impianti fossili attuali non possono essere neutralizzati nella gestione ordinaria e che le grandi opere nucleari o idroelettriche, non possono essere gestite in caso d’incidenti straordinari. Queste opere non portano nessun vantaggio economico e non aiutano il ritorno dei minerali alla terra, i carbonati ai mari, non impediscono che le falde s’inquinino di nitrati e arsenico e non ossigenano i fondali inquinati. Continuano a mettere delle pezze a sistemi che devono esser sostituiti o cambiati radicalmente per fingere che i problemi sono sotto controllo. Non importa se le pezze che mettono aggravano i problemi ambientali, e costano moltissimi soldi come il CCS che non recupera il calore e il CO2 in favore dell’ambiente. Non aprendosi al Taylorismo territoriale i settori depurativi ed energetici producono più danni che benefici e giustificano questi danni dicendo che rispettano le normative. Ma, le normative non possono superare lo stato dell’arte esistente e lo stato dell’arte non può crescere se loro stessi impediscono la nascita di sistemi globali che siano contemporaneamente energetici, depurativi e con maggiori capacità produttive: La collegialità scientifica, oggi si limita alla consulenza occasionale. Non è mai continua e mai globale. Invece, deve essere realizzata, a tempo pieno, dove si preparano i progetti di pubblica utilità, che devono essere sopra gli interessi di parte, e non devono essere specifici ma globali. Queste ovvietà procedurali oggi non avvengono in nessuna parte del mondo, perché nessun impianto è progettato collegialmente da esperti delle varie discipline. Nessuna azienda può permettersi di avere esperti che possano seguire tutti cicli che si mettono in gioco quando realizziamo qualsiasi trasformazione della materia. Ma non hanno compreso che non è necessario che i cicli si chiudano tutti dove iniziano. L’importante è che il ciclo non sia interrotto o contaminato, per questo è stato progettato SPAWHE. La legge di Lavoisier dice che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Ogni trasformazione ha i propri effetti collaterali, che nella società industriale ben progettata si trasformerebbero in risorsa (SPAWHE) mentre nella società attuale (mondiale) si trasformano in veleno.

 Non è sufficiente legiferare che l’inquinamento è un reato penale, contemplando soltanto i grandi sversamenti di veleno. Anche l’inquinamento lento delle emissioni di CO2 e l’omesso adeguamento alcalino delle acque depurate al corpo idrico ricevente è un danno ambientale, come l’omessa depurazione delle acque di scolo agricole, il recupero del calore dell’acqua di raffreddamento- La degenerazione fognaria è contemporaneamente un danno ambientale ed economico, distruggendo il potere energetico dei fanghi e aumentando i costi depurativi. Sprecando altre risorse in vasche a cielo aperto che emettono CO2 e consumano prodotti chimici flocculanti, per produrre acque acide e fanghi non utilizzabili in agricoltura. Non sono questi reati ambientali ed economici legalizzati?

Di cosa dovranno vivere la generazioni future, se i governi non sono in grado di portare avanti ragionamenti ambientali completi? Compresi i professori pubblici, che formano i nostri giovani nelle università, dove le scienze e la ricerca sono divise come lobby di potere, al pari delle correnti politiche e delle multinazionali? La natura del pianeta Terra che si è formata in miliardi di anni, ha collaudato cicli di collegamento infallibili tra acqua, aria energie fossili e biologiche, che sono stati in grado di neutralizzare l’atmosfera primordiale fatta principalmente di idrogeno e metano, mentre noi non siamo in grado di neutralizzare le emissioni di CO2, semplicemente copiando quello che ha fatto la natura. Ovvero, affiancando a ogni impianto termico una serra calcarea con piogge artificiali, ovviamente, proporzionate alla quantità di energia prodotta, per cui gli impianti termici non possono essere posizionati a casaccio sul territorio. E’ tanto difficile comprendere che dove non si può neutralizzare il CO2, non si possono realizzare impianti termici? Ma questo non significa che non possiamo produrre un’energia positiva per l’ambiente. Basta pensare che la sola pressione atmosferica, senza espandersi, in un tubo svuotato dell’aria, ha il potere di sollevare l’acqua di 10 m. Quindi, un serbatoio pressurizzato artificialmente con aria compressa, senza espandersi, può sollevare l’acqua in un tubo vuoto fino a 350 m, oppure può sfruttare questi 350 m di energia in una turbina per produrre energia elettrica. Il problema da risolvere era solo quello di recuperare l’acqua che esce dalla turbina e di inserirla di nuovo nel serbatoio pressurizzato senza spendere molta energia. Questo problema, penso che sia stato risolto brillantemente dall’ dell’invenzione delle pompe con la doppia alimentazione separata fino alla girante, che consentono il continuo riciclo interno al volume di acqua accumulato. Il quale, basandosi sul fatto che l’acqua non si comprime, equilibra la spinta idrostatica in aspirazione e mandata della pompa, pertanto, non solo consente di far circolare l’acqua con pochissima prevalenza e pochissima energia elettrica, ma anche di inserire, tramite la seconda bocca aspirante, all’interno della girante, l’acqua scaricata dalla turbina, che sostituisce quella espulsa dal cuscino di aria. Quindi realizzando un ciclo che si può ripetere all’infinito: fino a quando la pompa gira, si conserva la pressione di esercizio, e non ci sono perdite di acqua.

 Per i politici e i legislatori mondiali, i tecnici di riferimento non sono gli inventori, ai quali non è riconosciuto nemmeno il diritto di autore. Per loro i tecnici sono gli economisti e i banchieri che hanno creato l’economia globale, che ha creato una piccolissima percentuale di ricchi, una media percentuale di classe media che ha paura di perdere il lavoro, e una vastissima percentuale di poveri. Questa economia è basata sul monetarismo e su sistemi industriali, urbani, che riciclano solo quello che è commerciabile, mentre acqua e aria, avendo un basso valore commerciale, non sono riciclate ma depurate e filtrate, senza mai realizzare cicli completi. Le nuove energie rinnovabili non sono altro che specchietti per le allodole, che si mantengono a spese dei contribuenti, aumentando i costi dell’energia. L’energia solare ha un bassissimo rendimento, altissimi ingombri e alti oneri di smaltimento, l’energia eolica ha altissimi impatti ambientali e rendimenti migliori rispetto a quella solare, ma sempre bassissimi rispetto all’energia idroelettrica compressa. Basti pensare che occorrerebbe un vento che viaggia a 80 km / h per esercitare una pressione di appena 0,83 bar sulle pale della turbina eolica. Non certo paragonabili ai 35 bar che potremmo avere sulle piccole pale di una turbina idraulica, con relativo serbatoio pressurizzato che si potrà alloggiare anche nel cofano di un auto, figuriamoci nel cofano di un camion, di un treno, di una nave, o di un aereo. L’energia idroelettrica pressurizzata, che non è un’energia neutrale, ma protettiva dell’ambiente, in quanto porta ossigeno nelle acque e installata in versione sommersa può proteggere dalle acque alte e dalle alluvioni, per il sottoscritto, ha un costo di produzione inferiore al costo di estrazione, raffinazione e trasporto dei combustibili. Quindi, dal punto di vista economico, non può essere confrontata con nessuna delle attuali energie. Tuttavia, i miei ragionamenti e tutti i miei brevetti sono accolti con il silenzio dagli enti pubblici mondiali e con l’incompetente rifiuto degli uffici brevetti che li dichiarano contrari ai principi della conservazione dell’energia. La colpa è della formazione scolastica degli esaminatori, perché le università mondiali non si sono accorte che i principi della conservazione dell’energia sono stati legiferati trascurando le sinergie tra la comprimibilità dell’aria e l’incomprimibilità dell’acqua e l’assenza delle pompe con la doppia alimentazione separata che solo un progettista esperto poteva mettere insieme razionalmente per moltiplicare non solo i rendimenti energetici ma anche quelli depurativi.  Nell’articolo   https://www.spawhe.eu/integriamo-i-principi-della-conservazione-dell-energia/ descrivo la persecuzione subita dagli uffici brevetti, mentre nell’articolo  https://www.spawhe.eu/le-civilta-perdute-il-pensiero-di-einstein-e-l-energia-di-sopravvivenza/, cito il pensiero di Einstein che non auspicava la svolta presa dalle sue teorie della relatività, che effettivamente stanno cercando da un secolo di violare i principi della conservazione dell’energia  con molti  miliardi di finanziamenti pubblici e molti premi Nobel concessi.   

Come uomo e come tecnico, sono in difficoltà a esprimere il mio voto politico a politici che non sanno da dove arriva la vera ricchezza mondiale e come deve essere conservata; non posso dare il mio consenso a una scienza che non è mai stata applicata globalmente; non posso accettare una giustizia che non legifera con giustizia e quando lo fa non applica le leggi che dovrebbero condannare i potenti, come ho scritto nell’articolo https://www.spawhe.eu/cop22-failed-international-crime-of-states-not-punished/. Per il sottoscritto, tutti i politici e i legislatori mondiali, sono colpevoli di reati internazionali nei confronti dell’ambiente codificati nel 2001 dalle Nazioni UNITE. Soprattutto negli articoli 1, 15, 48, 54, 58, omettendo di rispondere a progetti di riconosciuta utilità internazionale, elaborati da cittadini che non dispongono di fondi e che non possono trovare nemmeno finanziatori privati, perché la protezione dell’ambiente e l’energia è di competenza pubblica.

Cordiali saluti

Luigi Antonio Pezone

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