image_pdfimage_print

Un piccolo miracolo italiano del governo di Giuseppe Conte.  

Dopo essermi rifiutato di adempiere per l’ennesima volta alle richieste burocratiche dell’ufficio brevetti italiano, invece di essere punito con la mancata concessione del brevetto, come è sempre successo, inaspettatamente, mi è stato concesso il brevetto.  Ovviamente, questo brevetto non serve a niente perché non ho nessuna intenzione di trasformarmi in imprenditore a settantuno anni, ma conoscendo la mentalità scientifica ristretta dell’ufficio brevetti italiano, penso che sia stato costretto a ingoiare il rospo dal nuovo governo del professor Giuseppe Conte. Purtroppo, lo stesso rospo lo dovrebbe ingoiare l’intera società italiana che ha partecipato attivamente a produrre il riscaldamento globale e produrre grandi, inutili e dannose opere pubbliche nel mondo, che hanno favorito siccità alluvioni deforestazioni per aver sbagliato l’interpretazione dei principi energetici e depurativi mondiali. Questa società, oggi, a corto di idee, è il fanalino di coda dello sviluppo europeo, che nemmeno brilla, per inventiva. La comunità europea, sebbene sia mediamente più efficiente della classe dirigente italiana, non ha fatto nulla di concreto per cambiare l’attuale modello di sviluppo, che oltre ai danni ambientali, sopra menzionati, ha portato anche al COVID-19.  Questo virus non è cinese, ma dovuto all’ attuale modello di sviluppo mondiale.  Il COVID-19 e i virus similari che sono in agguato, non sono un problema che possono risolvere le strutture sanitarie mondiali, i vaccini e il distanziamento sociale. Le invenzioni antropiche devono interagire positivamente con l’ambiente circostante, non negativamente come quelle attuali, distruggendo gli equilibri biologici e ambientali. L’auto idroelettrica con coppia motrice periferica alle ruote, di cui mi è stato concesso, l’inaspettato brevetto italiano,  e una soltanto delle oltre quaranta invenzioni proposte del sottoscritto che non sono state sperimentare e finanziate da nessun paese mondiale. Sebbene una quindicina di queste abbiano ottenuto l’attestato di brevetto, nessun paese le ha finanziate, compresi i precedenti governi italiani. Questi attestati non servono a niente se, principalmente, i governi non dimostrano praticamente agli imprenditori mondiali come devono realizzare gli impianti antropici, come collegarli tra loro per non danneggiare l’ambiente e alterare gli equilibri biologici naturali. Inoltre, come devono essere progettati gli impianti mobili e i mezzi di trasporto, che non potendo interagire chimicamente e biologicamente con l’ambiente, non devono aprire cicli chimici, biologici, nucleari, ma soltanto fisici ed elettromagnetici. I governi non possono concedere i brevetti di pubblica utilità agli inventori e lavarsene le mani, aspettando che questi senza supporti economici e tecnici sperimentino e industrializzino da soli le loro invenzioni. Devono vietare l’attuale commercio dei brevetti pubblici ai privati e condividere con gli inventori nazionali i diritti di autore a livello internazionale, in modo che la crescita sia globale, non locale. Occorrono nuove leggi internazionali sulla proprietà intellettuale e industriale, che devono includere anche e soprattutto la compatibilità ambientale delle invenzioni.

Se Il governo di Giuseppe Conte ha fatto questo piccolo miracolo, che nessuno si aspettava, soprattutto il sottoscritto, ne deve fare molti altri, perché in cento anni di sviluppo industriale il mondo intero è andato nella direzione opposta a quella in cui doveva andare. Molti famosi scienziati premiati con il Nobel hanno creato più disastri che benefici all’umanità perché non hanno chiuso negli impianti i cicli chimici, biologici, nucleari che hanno aperto. La vera storia positiva delle scelte politiche e scientifiche dell’umanità deve essere ancora scritta. Ma deve essere scritta urgentemente. Non possiamo perdere altro tempo.    Riporto sotto l’attestato di brevetto appena ricevuta dall’ufficio brevetti italiano.

Riporto sotto uno stralcio dell’articolo recentemente pubblicato dal titolo: “Lettera aperta all’ufficio brevetti e al governo italiano nel tempo del coronavirus”      

”Santa Maria Capua Vetere, il 10/03/2020.

Oggetto: Domanda 102016000087373 (Auto idroelettrica con coppia motrice periferica alle ruote) – Procedimento di esame. 

Con riferimento alla vostra lettera del 10/01/2020, vi comunico che mi rifiuto di riscrivere per la terza volta le rivendicazioni del mio deposito di brevetto, che io ritengo intellettuale, non semplicemente industriale. La differenza, tra questi due tipi di brevetti, di cui il primo non è riconosciuto dalle autorità brevettuali mondiali, si può comprendere soltanto leggendo interamente il documento allegato sotto, che invio per conoscenza anche al Presidente del consiglio dei ministri e ad alcuni ministri direttamente coinvolti nella protezione dell’ambiente e nello sviluppo sostenibile e culturale. Per il sottoscritto, il mancato riconoscimento della proprietà intellettuale, separata da quella industriale, ha impedito lo sviluppo sostenibile mondiale e il nostro paese, che non cresce da un trentennio, ne ha risentito più degli altri paesi. La proprietà industriale è stata monopolizzata dalle grandi multinazionali che comprano anche i brevetti pubblici in linea con il loro modello di sviluppo. Per un inventore che si occupa di soluzioni di pubblica utilità ambientali ed energetiche, non è sufficiente ottenere un brevetto per trovare finanziatori. È indispensabile, soprattutto la collaborazione degli enti pubblici, che in primo luogo devono riconoscere i propri errori e adeguare i capitolati di appalto pubblici affinché queste invenzioni possano essere realizzate e fare da guida o imposizione anche agli imprenditori privati del settore civile e industriale. Ma quello che è strano, è il fatto che a livello mondiale, l’inventore che non trova finanziatori debba essere costretto a pagare anche le tasse di mantenimento dei brevetti a livello nazionale e internazionale. Oltre tutto, lo Stato Italiano, non consente di scaricare dalle tasse il pagamento dei depositi di brevetto e di quelle di mantenimento ai pensionati come il sottoscritto, che non hanno i redditi delle imprese. Per lo Stato Italiano, i pensionati devono aspettare tranquillamente la morte, invece di mettere a frutto le esperienze che hanno accumulato in una vita di lavoro. Soprattutto, le attività inventive ambientali ed energetiche di cui si è occupato il sottoscritto, hanno bisogno di inventori con esperienze trasversali che oggi è molto difficile acquisire nel mondo del lavoro del settore civile e industriale. Per questa ragione il mondo in poco più di un secolo di sviluppo industriale ha prodotto il riscaldamento globale.

Oggi, l’intera scienza mondiale è alla ricerca dell’energia miracolosa, ma essendo tutti specializzati in singoli settori, cercano di vincere questa gara senza ricorrere all’individuazione dei principi interattivi naturali e all’organizzazione scientifica del lavoro globale. Invece, questa corsa, certamente la più importante del mondo, credo che l’abbia vinta il sottoscritto involontariamente. Infatti, non avevo l’ambizione di potervi partecipare quando decisi di partecipare a una corsa un poco meno importante, che era quella della “pulizia sostenibile dell’energia fossile”, che ugualmente ritengo di aver vinto, anche se i blasonati partecipanti e i governi hanno fatto finta di non accorgersi della mia partecipazione.  Tuttavia sul mio sito web tutti possono leggere e scaricare i progetti, disegni e depositi di brevetti che dimostrano che tale problema si poteva risolvere soltanto applicando scientificamente l’organizzazione del lavoro all’ambiente, come è stata applicata al lavoro industriale. il sottoscritto si è trovato a partecipare, involontariamente, anche alla gara ancora più importante dell’energia miracolosa. Infatti, l’approfondimento dei principi interattivi depurativi dell’aria inquinata dai fumi e i vari principi fluido dinamici dell’acqua inquinata da altre sostanze, ha portato il sottoscritto all’individuazione dei processi economicamente più vantaggiosi a fini depurativi e anche a quelli più economici per la produzione di energia. Infatti, dopo aver pulito virtualmente l’energia fossile senza un centesimo di aiuto dalle istituzioni mondiali, con altri progetti disegni e depositi di brevetti ha dimostrato che anche il problema dell’energia sostenibile si poteva e si può risolvere soltanto applicando scientificamente l’organizzazione del lavoro anche all’ambiente. Ma di fronte al solito silenzio degli organi scientifici e politici istituzionali, non avendo più nulla da proporre, non gli resta che proporre la seguente soluzione: Una società per azioni aperta a tutti per finanziare almeno i prototipi dimostrativi degli inventori non legati ai centri di potere mondiali, che si occupano di problemi di pubblica utilità, nei settori ambientali energetici e sanitari. Io non so quanti siano questi inventori solitari.  Ma credo che siano pochissimi perché le leggi attuali non riconoscendo i diritti di autore agli inventori, questi, non trovando finanziatori, non possono pagare le tasse di mantenimento dei brevetti e perdono tutti i diritti sul lavoro svolto, anche se successivamente, le loro invenzioni si riveleranno esatte.

Oggi, purtroppo le soluzioni dei problemi seri sono monopolizzati dai centri di potere che fingono soltanto di volerli risolvere, ma non possono farlo, se non hanno il coraggio, di cambiare il modello di sviluppo globale, che loro stessi hanno creato, iniziando dal correggere, prima gli impianti pubblici e poi emanando le direttive antinquinamento a cui si devono attenere le aziende private. Non per ridurre le emissioni, ma per eliminarle completamente, senza compromessi di soluzioni ibride e rinnovabili inefficienti e ingombranti.   Secondo l’organizzazione scientifica del lavoro globale, una sola è la soluzione migliore, che va individuata, caso per caso, utilizzando sempre globalmente l’avanzamento dello stato dell’arte di tutti i settori scientifici e tecnologici coinvolti.  Tutte le altre soluzioni sono dei palliativi che non possono reggere il confronto di fronte a una soluzione sviluppata globalmente, che ha individuato contemporaneamente la soluzione più economica ed efficiente. Non semplice da individuare, ma possibile, se si abbina l’esperienza trasversale, le conoscenze scientifiche e tecnologiche e la pazienza di andare avanti, nonostante i silenzi raccolti. Per il sottoscritto, i silenzi sono taciti consensi di chi non ha il coraggio di opporsi alle direttive dei propri datori di lavoro e di chi non ha argomentazioni scientifiche sufficienti per difendere le attuali energie in un confronto aperto.    

Io non dico di aver vinto la corsa all’energia meravigliosa perché credo di essere un inventore più bravo degli altri. Ho avuto più pazienza a cercare la soluzione, impiegando moltissimi anni. Gli organi Istituzionali se avessero voluto veramente risolvere i problemi ambientali ed energetici potevano abbreviare i tempi   mettendo insieme tecnici e progettisti con esperienze diverse, ordinando loro di trovare soluzioni imparziali e sostenibili a emissioni zero, non commerciali, come quelle che producono le multinazionali. Questi gruppi di lavoro, prima o poi avrebbero compreso che lo studio dell’organizzazione scientifica del lavoro è come un pettine che non può avanzare se non scioglie completamente i nodi che incontra dal punto di vista scientifico tecnologico ed economico. Per il sottoscritto, mettendo insieme i trattamenti dell’acqua e dell’aria, sciogliendo tutti i nodi che si incontrano lungo i percorsi depurativi ed energetici, non è possibile arrivare a soluzioni imparziali diverse da quelle individuate dal sottoscritto. Infatti, io non sapevo quali soluzioni avrei scelto quando da pensionato iniziai a fare l’inventore ma mi fidavo del mio metodo di lavoro, anche se era più lungo degli altri, dovendo partire dall’inizio di tutti i processi. Infatti, le soluzioni ambientali ed energetiche non si possono sbagliare se si mettono insieme coerentemente tutte le informazioni scientifiche, tecnologiche, economiche, disponibili allo stato dell’arte, e si impostano correttamente i cicli di lavoro principali e collaterali della produzione energetica e ambientale. Questo metodo di lavoro, che è lo stesso che ha insegnato Frederick Taylor nel 1911, non è mai stato applicato al settore ambientale, ma avrebbe consentito di trovare la soluzione migliore, che è sempre una sola se si mettono le stesse informazioni di base nella ricerca, come avviene oggi mettendo le informazioni in un computer.  Infatti se noi oggi visitiamo diverse fabbriche di automobili o di elettrodomestici, dove l’automazione è molto avanzata, ci sembra di visitare la stessa fabbrica per ogni tipologia di prodotto costruito in serie.  

 Il sottoscritto, che ha imparato a mettere insieme gli impianti correttamente e a creare i relativi collegamenti nell’industria automobilistica, ha applicato lo stesso metodo di lavoro anche nel settore ambientale, collegando insieme i cicli depurativi dell’acqua e dell’aria. Modificando per prima cosa le fognature e le ciminiere e sciogliendo tecnicamente i nodi del lungo percorso depurativo, usando le tecnologie esistenti, ha modificato quello che riteneva necessario secondo la propria esperienza e le ricerche effettuate.   Ogni nodo modificato rappresenta un brevetto intellettuale per individuare un modello di sviluppo alterativo che non può essere individuato in un solo brevetto. Solo dopo aver sciolto i nodi depurativi, ho continuato a far avanzare il pettine per scogliere anche i nodi energetici, usando lo stesso metodo di lavoro. Io credo che questo lavoro non lo abbia fatto nessun gruppo di ricerca mondiale nell’era industriale e preindustriale.  Se la avessero fatto sarebbe stato impossibile creare il riscaldamento globale e i disastri alluvionali prodotti dall’attuale energia idroelettrica. Gli attuali gruppi di ricerca hanno sciolto i nodi interni alle singole specializzazioni scientifiche e tecnologiche. Non sono passati alle fasi successive, che riguardano i passaggi attraverso pettini sempre più stretti, dove solo l’energia migliore avrebbe potuto passare. Cioè quella interattiva tra acqua, aria e forza gravitazionale. Io ho scoperto che questa energia nessun centro di potere mondiale, pubblico e privato, la vuole, soprattutto, i governi che hanno sbagliato il modello di sviluppo seguito che si nascondono dietro alla scienza che non ha il coraggio di ammettere di aver sbagliato i principi fondamentali dell’energia, che non possono essere separati dai principi fondamentali depurativi e dell’economia: “Massimo rendimento energetico e depurativo con la minima spesa”. Questi avrebbero dovuto essere gli obiettivi della scienza pubblica mondiale, invece hanno prodotto: “Massima spesa con minimi rendimenti energetici e depurativi”

Il seguito dell’articolo si può leggere su

Luigi Antonio Pezone

image_pdfimage_print