Riporto integralmente il seguente articolo https://www.facta.news/articoli/blackout-spagna-energie-rinnovabili. Il quale riporta le probabili cause del grande blackout energetico del 28.04.2025 secondo gli esperti dei vari settori energetici interessati, considerando l’attuale stato dell’arte della produzione energetica mondiale.
Lunedì 28 aprile 2025, alle 12:30 circa, un vasto blackout ha interessato tutta la Spagna e il Portogallo, estendendosi anche ad alcune aree del sud della Francia e al piccolo Stato di Andorra. La mancanza di corrente elettrica ha causato la paralisi totale della rete ferroviaria del Paese, ha mandato nel caos il traffico nelle città, ha interrotto numerose attività lavorative ed è costato la vita ad almeno cinque persone in Spagna. In Portogallo sono state mobilitate le forze armate per garantire le catene di distribuzione e il governo ha dichiarato la crisi energetica.
L’origine del blackout è incerta e le cause non sono ancora state identificate. Nonostante il primo ministro Pedro Sanchez abbia invitato a non fare speculazioni, varie ipotesi sulle cause del taglio energetico hanno subito iniziato a circolare. Sin dalle prime ore, ad esempio, si è diffusa la notizia secondo cui la causa del taglio all’energia elettrica sarebbe stata causata da un cyberattacco. La teoria è stata smentita da Eduardo Prieto, direttore delle operazioni di Red Eléctrica, che il 29 aprile ha dichiarato: «Gra zie alle analisi che abbiamo potuto effettuare finora, possiamo escludere un incidente di cybersecurity nelle strutture di Red Eléctrica». In ogni caso, sempre il giorno dopo il blackout, il primo ministro Sánchez ha comunicato di non voler escludere nessuna ipotesi, spiegando che il Consiglio di sicurezza nazionale del governo ha istituito una commissione d’inchiesta, ma chiederà anche un rapporto indipendente al Gruppo di coordinamento europeo per l’elettricità della Commissione europea per avere un quadro più preciso.
Un’altra supposizione, riportata dai media internazionali e italiani, riguarda un raro fenomeno chiamato “vibrazione atmosferica indotta”. Si tratterebbe di una fluttuazione dell’alta tensione, potenzialmente causata da brusche variazioni di temperatura o pressione atmosferica, a loro volta legate al rilascio di energia dovuto a esplosioni, incendi, ondate di calore o altri eventi meteorologici estremi. Anche in questo caso, però, si tratta di presunzioni e non di dichiarazioni del governo spagnolo, come è stato erroneamente diffuso.
Ma la narrazione che ha preso più piede ha come protagoniste le energie rinnovabili. Secondo vari post comparsi sui social network, questo tipo di fonti energetiche non sarebbero in grado di provvedere ai bisogni di Paesi come la Spagna o il Portogallo e starebbero addirittura «creando vulnerabilità che minacciano direttamente la vita umana». Anche la testata italiana La Verità, il 30 aprile 2025, ha aperto il quotidiano con questa presunta notizia, definendo il blackout di qualche giorno prima «il risultato delle follie green di Ue e governo spagnolo». La realtà, però, è più complessa e articolata di così e, al momento in cui scriviamo, le certezze sulle cause del blackout sono ancora poche.
La ricostruzione dell’accaduto
Secondo la ricostruzione di Red Eléctrica, alle 12:33 di lunedì 28 aprile è stata rilevata una oscillazione molto forte nei flussi di energia delle reti elettriche. Nel giro di pochi istanti si è registrata una perdita improvvisa del 60 per cento dell’elettricità consumata nel Paese in quel momento, pari a circa 15 gigawatt, per una durata di cinque secondi. Questa oscillazione è stata dovuta al calo della produzione dell’energia elettrica che, secondo quanto riportato da El País, in Spagna proviene principalmente da centrali nucleari, centrali idroelettriche, impianti a ciclo combinato, cioè che producono energia elettrica combinando due cicli, uno a gas e uno a vapore, e parchi solari ed eolici.
Eduardo Prieto, direttore delle operazioni di Red Eléctrica, ha spiegato che questa disconnessione ha portato al collasso del sistema e al conseguente blackout. Nelle reti elettriche, quando produzione e consumo non sono allineati si generano variazioni improvvise chiamate “oscillazioni”. Sbalzi che, in realtà, sono normali e i sistemi sono progettati per compensarli automaticamente: se la frequenza sale troppo, alcuni impianti vengono scollegati per ridurre l’energia in eccesso. In questo caso, però, dopo una prima stabilizzazione, un secondo squilibrio, più intenso, ha superato le capacità di risposta della rete, facendole perdere stabilità e propagando l’anomalia in pochi istanti.
Dopo altri 3,5 secondi, i sistemi di sicurezza hanno disattivato il collegamento elettrico tra Spagna e Francia, uno dei pochi che connette la penisola iberica al resto dell’Europa. Isolamento che ha bloccato l’importazione di energia, aggravando la carenza interna. A quel punto, una parte rilevante della produzione da fonti rinnovabili è venuta meno, causando il blackout generale. A influire potrebbe essere stata la bassa inerzia del sistema elettrico, presente nei sistemi a combustibili fossili o nucleari, ma minore in quelli basati su fonti rinnovabili.
Se gli eventi sono chiari nei loro effetti, lo sono, però, molto meno nelle cause esatte che hanno innescato la crisi.
L’ennesimo pretesto per attaccare le rinnovabili
La Spagna, nella prima metà del 2024 ha generato quasi il 60 per cento dell’energia elettrica da fonti rinnovabili e per tutto l’anno il Paese ha superato per la prima volta, per dodici mesi consecutivi, la soglia del 50 per cento di generazione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili. Il 16 aprile 2025 la Spagna ha raggiunto un traguardo storico coprendo completamente la domanda di energia elettrica peninsulare con energie rinnovabili.
Il blackout del 28 aprile ha puntato i riflettori sulle energie rinnovabili, ormai da diversi anni sotto attacco da parte di chi diffonde disinformazione sulla crisi climatica e sulle soluzioniadottate per mitigarla.
Il motivo per cui si è diffusa questa narrazione è principalmente perché le indagini preliminari di Red Eléctrica hanno indicato un problema di perdita di generazione fotovoltaica nella parte sud-occidentale della penisola. Inoltre, alcuni hanno ricordato che Redeia, gruppo che gestisce le infrastrutture strategiche per l’energia e le telecomunicazioni nel Paese e società madre di Red Eléctrica, nel suo rapporto annuale per il 2024 aveva avvertito sui rischi per la sicurezza del sistema derivanti dalla massiccia penetrazione delle energie rinnovabili nel sistema.
Tuttavia, diverse organizzazioni e specialisti hanno difeso le tecnologie più pulite, sostenendo che la disconnessione di 15 gigawatt di potenza in soli 5 secondi, in gran parte da impianti fotovoltaici, ma anche nucleari, è stata una consegu enza, non la causa scatenante del blackout che ha coinvolto l’intera rete elettrica della penisola.
Tra queste voci c’è anche la Fundación Renovables, think tank che mira a sensibilizzare la società spagnola sul tema delle energie rinnovabili, che ha chiarito come gli impianti fotovoltaici si siano disattivati in conformità con le norme di Red Eléctrica, aggiungendo che non si può attribuire senza prove la responsabilità del blackout alla produzione rinnovabile o ad altre fonti in modo esclusivo.
Anche secondo Beatriz Corredor, presidente di Red Eléctrica, «collegare l’incidente di lunedì alle rinnovabili non è corretto». Corredor ha spiegato anche che Red Eléctrica ha avviato un’indagine approfondita per raccogliere milioni di dati e sapere cosa è successo, millisecondo per millisecondo, assicurando che quanto accaduto funzionerà da lezione per non ripetere l’incidente in futuro.
Le fonti rinnovabili, come qualsiasi nuova tecnologia, necessitano di adattamenti per raggiungere lo stesso livello di affidabilità e stabilità delle centrali elettriche tradizionali. Accusarle senza prove certe e concrete è molto rischioso. Pratheeksha Ramdas, analista sul tema delle energie rinnovabili presso la società di consulenza norvegese Rystad Energy, ha dichiarato al Guardian che non si può «affermare che siano stati l’eolico e il solare a causare il blackout — nei giorni precedenti c’erano quantità di rinnovabili ben maggiori nel sistema». Tuttavia, «una quota più alta di rinnovabili potrebbe aver reso più difficile assorbire una perturbazione di frequenza» e le cause possono essere molte: «un guasto nel sistema, una linea di trasmissione debole». Secondo Ramdas questa è una lezione anche per altri Paesi, poiché «servono maggiori investimenti in inverter con funzione di regolazione della rete, che possono contribuire a stabilizzarla».
Mar Reguant, dottoressa in Economia presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha chiarito a El País che «chi, come noi, si occupa di questo settore è preoccupato per ciò che si sta dicendo sulle rinnovabili dopo il blackout, anche se ancora non se ne conoscono le cause» poiché «pur senza essere fondamentalisti di questo tipo di fonti energetiche, riteniamo che i vantaggi di queste tecnologie siano molto rilevanti e non si possa tornare indietro».
Una delle critiche rivolte alle rinnovabili è che, a differenza delle centrali convenzionali, non riescano a regolare con precisione parametri come la frequenza della rete elettrica, poiché dipendono da condizioni naturali come sole e vento. Le reti elettriche alimentate da gas o da energia nucleare hanno un’elevata inerzia, cioè una naturale resistenza ai cambiamenti improvvisi di frequenza. Al contrario, le reti basate sulle energie rinnovabili hanno un’inerzia più bassa e, se questo non viene compensato in qualche modo, possono risultare meno stabili e più vulnerabili agli sbalzi improvvisi.
Tuttavia, secondo alcuni esperti, è possibile superare questo limite adottando nuove strategie tecniche, come l’inerzia sintetica, che consentirebbe di stabilizzare la rete anche con impianti eolici e fotovoltaici. In caso di blackout, inoltre, si è visto che le rinnovabili possono partecipare efficacemente al riavvio del sistema.
La Spagna viene spesso citata come modello internazionale di successo nella transizione energetica. Sempre Reguant ha chiarito che per aumentare la sicurezza della rete, una delle soluzioni più promettenti è l’uso di batterie per lo stoccaggio, come già avviene in California, dove la capacità è cresciuta da 500 a 13.000 megawatt tra il 2018 e il 2024.
Chiara Di Mambro, direttrice strategia Italia e Europa del think tank Ecco, ha commentato a Wired che «le cause del black out in Spagna e Portogallo saranno note solo con il tempo. Incolpare le rinnovabili non restituisce la complessità della questione», aggiungendo che «con un importante afflusso di energia intermittente la resilienza delle reti è fondamentale».
Mentre la Spagna tentava di ripristinare il funzionamento della rete elettrica, Stephen Jarvis, professore associato di economia ambientale alla London School of Economics and Political Science, ha monitorato i cambiamenti nel sistema. Su Bluesky ha spiegato che lui stesso ha osservato come solare, eolico e idroelettrico continuavano a fornire energia, mentre nucleare, gas e carbone erano completamente fuori servizio.
A Euronews Green il professor Keith Bell, docente di sistemi energetici del futuro presso l’Università di Strathclyde del Regno Unito, ha spiegato che «eventi di questa portata si sono verificati in molti luoghi del mondo nel corso degli anni, in sistemi energetici che utilizzano combustibili fossili, nucleare, idroelettrico o fonti rinnovabili variabili» e che non importa da dove si ottiene l’energia, «è necessario che l’ingegneria sia corretta per garantire forniture di elettricità resistenti».
Nonostante la narrazione che demonizza le rinnovabili, il punto non sembra tanto essere sul tipo di energia utilizzata, ma sulla gestione del sistema e sull’adattamento a questo nuovo tipo di energia, fondamentale per la transizione verso una minore dipendenza dai combustibili fossili.
I blackout possono verificarsi indipendentemente dal tipo di energia che alimenta la rete. Nel 2003, ad esempio, Londra è stata vittima di un consistente taglio dell’energia elettrica e in quel momento la rete era alimentata principalmente da combustibili fossili. Il blackout era stato causato da un trasformatore guasto e da un componente installato in modo errato.
Il dibattito sul nucleare
L’incidente del 28 aprile, però, non ha alimentato solo il dibattito sull’uso delle energie rinnovabili, ma ha riattivato anche un confronto già molto acceso sull’energia nucleare, rilanciato anche da alcuni media italiani. C’è, infatti, chi ha colto la palla al balzo per provare a dimostrare come le rinnovabili non siano sicure e le centrali nucleari debbano continuare a essere considerate nei piani energetici del Paese.
L’attuale pianificazione energetica del governo spagnolo, approvata dall’Unione europea, prevede la chiusura e lo smantellamento delle cinque centrali nucleari del Paese tra il 2027 e il 2035. La destra ed estrema destra del Partito popolare e Vox, però, è contraria a questo progetto e sostiene, invece, che le centrali nucleari debbano restare aperte in quanto sarebbero una fonte energetica fondamentale e più sicura. Dopo il blackout queste forze politiche hanno rafforzato la loro posizione, fino ad accusare il governo di nascondere informazioni.
In Spagna ci sono ad oggi cinque centrali nucleari attive, con un totale di sette reattori in funzione. La produzione di energia elettrica nucleare in Spagna nel 2022 è stata pari a circa il 20 per cento della produzione totale del sistema elettrico nazionale. Tuttavia, con la crescente diffusione delle fonti rinnovabili, come il solare e l’eolico, questo scenario sta cambiando, e la quota di energia nucleare nel sistema sta diminuendo. Il motivo principale è economico, poiché le centrali nucleari non riescono più a competere con i prezzi molto più bassi dell’elettricità prodotta dalle rinnovabili.
Xavier Cugat, esperto di energie rinnovabili, ha raccontato a El País che poco prima del blackout, precisamente alle 12:32, le fonti rinnovabili stavano coprendo circa il 70 per cento della domanda di elettricità in Spagna. In quel momento, solo quattro dei sette reattori nucleari erano in funzione, mentre gli altri tre erano fermi perché non riuscivano a competere con i bassi costi dell’energia solare ed eolica.
Il presidente del Governo, Pedro Sánchez, ha lanciato un messaggio chiaro, spiegando che «durante questa crisi, le centrali nucleari non solo non sono state una soluzione, ma hanno rappresentato un problema, perché erano spente ed è stato necessario deviare verso di esse grandi quantità di energia per mantenere stabili i loro nuclei». Sànchez, nello stesso discorso pubblico, ha aggiunto anche che «c’era produzione nucleare poco prima del crollo del sistema, ma si è disconnessa come tutte le altre tecnologie», sottolineando così che questa non può essere considerata una soluzione. «L’energia nucleare non si è dimostrata più resiliente rispetto alle altre fonti energetiche», ha concluso il presidente, spiegando che il processo di ripristino delle centrali nucleari che sono andate fuori servizio durante il blackout, il giorno successivo, cioè martedì 29 aprile, non era ancora stato completato. Secondo Sánchez questo dimostra che con una maggiore dipendenza dal nucleare, il recupero non sarebbe stato così rapido come quello che è avvenuto.
Seconda parte e conclusioni.
Ho riportato integralmente l’articolo sopra perché ritengo che sia stato scritto con competenza e imparzialità dagli autori, considerando l’attuale stato dell’arte delle energie mondiali, che purtroppo escludono la vera energia terrestre del futuro. Se è vero che dopo la trasformazione delle varie fonti energetiche in energia elettrica, possono fare insieme un percorso comune su tralicci aerei o cavi elettrici interrati. Non dobbiamo dimenticare che ogni processo ha il proprio rendimento e produce il proprio inquinamento. Inoltre, il trasporto stesso dell’energia elettrica comporta costi strutturali, inquinamenti ambientali e interferenze sgradite con l’energia elettrica naturale terrestre, concepita dal Creatore dell’Universo, tramite lo scambio ionico tra la superficie terrestre e la ionosfera.
Ho dato a questo articolo un titolo molto simile a quello che il sottoscritto ha pubblicato il 20.04.2024 https://www.spawhe.eu/it/parliamo-scientificamente-della-tragedia-della-centrale-idroelettrica-di-bargi/, dove, appunto, circa un anno fa è avvenuto il disastro che ha distrutto la centrale idroelettrica di Bargi, in Italia, la quale non è ancora stata ancora rimessa in funzione dalla Società Enel, che la gestiva. Probabilmente, tale Centrale non sarà mai rimessa in funzione, se non si modifica l’intero impianto, come proposto dal sottoscritto nell’articolo sopra citato. Infatti, l’attuale stato dell’arte mondiale energetico e depurativo non ha realizzato nessuna delle mie quaranta invenzioni descritte in oltre centotrenta articoli pubblicati in ordine cronologico sul sito web https://www.SPAWHE.eu. Come ho già scritto, queste invenzioni, mi sono costate venti anni di lavoro non retribuiti da nessuno. Solo per pagare i diritti di depositi dei brevetti nazionali e internazionali, mi hanno costretto a sottrarre dal mio modesto reddito di pensione la somma di circa 20.000 euro, senza aver nessun diritto di autore perché le leggi attuali, non riconoscono agli inventori la proprietà intellettuale, ma soltanto quella industriale, a patto che si paghino le tasse di mantenimento annuali dei brevetti. Ovviamente, il sottoscritto, non avendo mai trovato investitori pubblici o privati, non ha potuto pagare le tasse di mantenimento annuali dei brevetti nazionali e internazionali. Io ho sempre ritenute ingiuste queste leggi perché ritengo che le mie invenzioni siano corrette, essendo contemporaneamente energetiche e depurative dell’ambiente terrestre, nelle versioni fisse e mobili. Pertanto, nel 2014, ho realizzato il mio sito web (https://www.spawhe.eu), trasformandomi anche in uno scrittore, per ottenere almeno il riconoscimento della proprietà intellettuale che è riconosciuta agli scrittori anche se scrivono favole, canzoni, opere di fantasia, senza nessuna utilità scientifica e tecnologica.
Io penso che l’utilità sociale delle invenzioni valga molto di più, rispetto a qualsiasi opera letteraria di fantasia. Soprattutto, considerando i settori di cui mi sono occupato. Infatti, la spesa energetica per il sollevamento delle acque mondiali è una delle maggiori spese energetiche mondiali. In quanto, fino ad ora, nessuno scienziato o inventore che mi ha preceduto sul pianeta Terra, ha mai pensato di usare le pompe al contrario di come si usano adesso, non per sollevare le acque, ma per aggirare la forza gravitazionale, montate in serie alle turbine che produrrebbero energia elettrica senza il salto idraulico. E negli impianti mobili e di piccole dimensioni con la pressione dell’aria compressa sfruttata a senso unico. Questi concetti sono fondamentali per estrarre l’energia gratis dall’ambiente terrestre. Non è colpa del sottoscritto se l’intera scienza mondiale di tutti i tempi non ha afferrato questo concetto. Ho scritto un articolo su questo argomento dal titolo “Scusate il ritardo” 03.07.2024 https://www.spawhe.eu/it/scusate-il-ritardo-per-il-chiarimento-spero-definitivo-di-alcuni-aspetti-dellenergia-terrestre/
Pertanto, io non critico gli esperti dei sistemi energetici citati nell’articolo sopra riportato, che si sono attenuti al reale stato dell’arte delle energie mondiali, senza tener conto delle innovazioni che il sottoscritto ha proposto ufficialmente a partire dall’anno 2014 in qualità di inventore e scrittore, continuando a pagare solo le tasse di deposito dei brevetti. Non ho potuto pagare le tasse di mantenimento annuali, continuando a non trovare interlocutori pubblici e privati. Ma ci tengo a precisare che almeno come scrittore mi spetta di diritto la proprietà intellettuale di quello che scrivo. Infatti, ho fatto molto di più rispetto agli scrittori, avendo pagato tasse di deposito che gli altri scrittori non pagano.
Inoltre, ci tengo a precisare che la progettazione alternativa dell’intero sistema energetico e depurativo mondiale da parte del sottoscritto, non è iniziata nell’anno nel 2014, ma nel 2006, con gli impianti di risparmio idrici, la depurazione fognaria, gli stagni biologici sovrapposti, le serre calcaree con piogge artificiali sovrapposte a sedimentatori fognari, le ciminiere modificate con filtri elettrostatici che deporrebbero i fumi e catturerebbero il CO2 con la produzione di acque alcaline nel sistema fognario, che realizzerebbero cicli depurativi completi, strettamente collegati alla produzione energetica idroelettrica senza il salto idraulico che può essere diffusa su tutto il pianeta senza nessuna reta di distribuzione dell’energia elettrica in alta tensione su tralicci; oppure con cavi interrati. Ancora oggi, non esistono le soluzioni che io ho proposto e chiaramente gli esperti sopra menzionati, non le conoscono, sebbene alcune soluzioni siano brevetti internazionali non finanziati da nessun governo e da nessuna multinazionale. Fino ad ora, a poco è servito che sono descritte nel sito web https://www.spawhe.eu. Le attuali divisioni delle competenze scientifiche, professionali, che iniziano nelle scuole e proseguono nelle attività lavorative, non portano a comprendere il funzionamento globale e interattivo dell’energia terrestre. Questo funzionamento globale è più semplice di quanto possa sembrare se si osserva con competenze multi disciplinari pratiche di chi ha vissuto contemporaneamente per circa 37 anni le esperienze di installatore di impianti industriali e ambientali, prima di proporsi, come inventore indipendente nell’anno 2006 fino alla data attuale.
Nella sostanza, il mio lavoro di inventore si è basato soprattutto nel portare l’organizzazione scientifica del lavoro industriale nel settore ambientale, dove i cicli depurativi sono interrotti nei sistemi fognari e ripresi con immensi danni ambientali ed economici nei depuratori finali. Nei miei impianti globali i cicli depurativi non si interrompono nei sistemi fognari e quindi non si sprecano risorse per rigenerare i fanghi settici, che contenendo idrogeno solforato e acido solforico corrodono anche le armature metalliche della rete fognaria.
Pur rispettando il lavoro dei progettisti degli enti pubblici e delle aziende private, io ritengo che non possono sottrarsi agli interessi delle proprie aziende e alle direttive ricevute. Pertanto, non mi meraviglio di essere solo ad asserire che, sul pianeta Terra, non abbiamo bisogno delle attuali energie, fossili, rinnovabili e nucleari, che hanno fonti energetiche diverse tra loro, criteri di progettazioni altrettanto diversi e rendimenti molto diversi tra loro, ma sempre meno efficienti dei cicli interattivi dell’acqua e dell’aria terrestri che si depurano a vicenda mentre producono energia elettrica compressa.
Infatti, se ragionassimo con il senno del poi, dovremmo riconoscere che non abbiamo bisogno nemmeno del trasporto dell’energia elettrica, in quanto, come detto sopra, sul pianeta Terra grazie alla forza gravitazionale, che ha addensato l’aria atmosferica alla pressione di un bar al livello del mare, abbiamo la possibilità di addensarla ulteriormente a nostro piacere per sfruttarla come fonte energetica a senso unico nella direzione della stessa forza gravitazionale per mezzo di altre invenzioni, del sottoscritto, in particolare, le pompe modificate con la doppia alimentazione, fino alla girante che consentono inserire acqua in bassa pressione nel circuito di riciclo pressurizzato, per aggirare la pressione statica dell’aria compressa e la stessa forza gravitazionale, producendo energia elettrica in abbondanza senza combustibili, energia nucleare e le attuali energie rinnovabili. Infatti, per produrre l’energia elettrica ed elettromagnetica senza produrre calore c’è un solo sistema ed è l’unico che la scienza terrestre non ha mai realizzato sul pianeta Terra: aggirare con la fluidodinamica la forza gravitazionale nell’ambito dello stesso volume di acqua (vettore energetico) per mezzo della circolazione interna intubata pressurizzata dall’aria atmosferica o di autoclavi con aria compressa (fonte energetica) in impianti antropici fissi e mobili, senza usare il salto idraulico, che non consente il riciclo dell’acqua. Si riporta sotto la modifica proposta dal sottoscritto della centrale suddetta.

Stranamente, l’intera classe dirigente mondiale, compresa quella scientifica, tace su questa soluzione, che appunto, nel caso italiano, della centrale di Bargi, ne avrebbe evitato la distruzione progettando la centrale diversamente: senza il salto idraulico. Infatti, tale centrale è stata distrutta perché l’impianto non era protetto dall’immenso colpo di ariete scaturito dal blackout prodotto nella rete elettrica di alimentazione, mentre la centrale idroelettrica era nella fase in cui assorbiva energia elettrica dalla rete elettrica esterna, per riportare l’acqua al bacino superiore nelle ore notturne che hanno una maggiore disponibilità di energia elettrica rispetto alle ore giornaliere, dove è necessaria maggiormente la produzione dell’energia idroelettrica per alimentare le industrie.
Gli errori di progettazione degli impianti idroelettrici sono costati molto cari all’intera comunità mondiale perché hanno moltiplicato le alluvioni per sfruttare il salto idraulico ai fini energetici. Mentre il sottoscritto ha proposto il riciclo dell’acqua per tutto l’anno mettendo in serie le pompe e le turbine e conservando i bacini allo stato naturale che prevengono le alluvioni rallentando il deflusso delle acque, oppure producendo energia con l’acqua delle dighe ai minimi livelli, grazie alla pressione aggiuntiva fornita dalle pompe poste in serie alle turbine. Quindi, ragionando con il senno di poi, l’intera energia elettrica mondiale, per essere razionale, non dovrebbe essere prodotta da una immensa rete di distribuzione elettrica con fonti energetiche diverse, che interferiscono tra loro, usando principi energetici diversi e costosi accumulatori di energia. L’energia naturale terrestre è fluidodinamica ed elettromagnetica. Deve essere sviluppata alla temperatura dell’ambiente terrestre, senza combustibili, energia nucleare, pannelli solari, pale eoliche, che creano soltanto una diversificazione tecnologica inutile, che incrementa la dimensione, la complessità degli impianti e i costi economici.
Sul Pianeta Terra non esiste nulla di più economico e funzionale dell’aria atmosferica comprimibile e dell’acqua incomprimibile. che hanno anche proprietà chimiche biologiche elettromagnetiche necessarie alla vita delle piante degli uomini e degli animali. Inoltre, è stato accertato che l’energia elettrica naturale terrestre è prodotta dallo scambio ionico tra la superficie terrestre e la zona superiore dell’atmosfera denominata “ionosfera” che si estende da 50 a 1000 km circa sopra la superficie terrestre, in cui la densità di elettroni e ioni liberi raggiunge valori fisicamente rilevanti, cioè tali da influenzare l’indice di rifrazione delle onde elettromagnetiche. Nella sostanza, la temperatura terrestre e gli eventi climatici sono regolati dallo scambio ionico tra la superficie terrestre e la ionosfera che si comportano come l’armatura di un condensatore che producono i fulmini e le perturbazioni atmosferiche in funzione delle quantità dei gas e vapore acqueo presenti nell’atmosfera terrestre. Il pianeta Terra aveva raggiunto un equilibro climatico naturale con la giusta percentuale di gas atmosferici nel secolo diciottesimo dopo Cristo. Tale equilibrio, ha incominciato ad alterarsi proprio con le attuali produzioni energetiche, soprattutto fossili. Ma è inutile e dannosa anche l’energia nucleare che il creatore dell’universo ha utilizzato solo nei nuclei delle stelle e dei pianeti, molto lontani da dove si sviluppa la vita biologica e quella degli uomini e degli animali.
Per il sottoscritto, che come ho scritto, per l’intera vita lavorativa ho installato impianti antropici, industriali e ambientali, non ci sono dubbi. Il pianeta Terra, gradirebbe che la produzione energetica fosse sviluppata a freddo e pertanto, da pensionato, ho iniziato a proporre invenzioni ambientali che si basano su una razionale distribuzione idrica sull’intero pianeta e da questa rete estrarre a freddo l’energia idroelettrica ed elettromagnetica senza il salto idraulico, nelle versioni sommerse e compresse. Praticamente, da inventore ho continuato a pensare come un installatore di impianti industriali e ambientali, organizzando i cicli di lavoro scientifici e tecnologici praticamente per non perdere tempo e non disperdere risorse e veleni nell’ambiente. È chiaro che questo tipo di lavoro è scomodo per chi ha sfruttato i principi, fisici, chimici, biologici, termici, nucleari, solari, eolici, elettrostatici, singolarmente, senza tener conto che in natura tutto avviene contemporaneamente, alla temperatura dell’ambiente terrestre, quindi dell’aria atmosferica e dell’acqua terrestre, che per le proprie caratteristiche fisiche, chimiche, biologiche, elettromagnetiche, sono rispettivamente, la fonte energetica e il vettore energetico naturale che usa la natura dell’ambiente terrestre, a tutte le ore del giorno e della notte e a tutte le latitudini longitudini. È sufficiente mantenere l’acqua allo stato liquido è l’aria allo stato gassoso per produrre tutta l’energia pulita che serve agli uomini alle piante e agli animali, anche per difendersi dal caldo e dal freddo.

Infatti, sfruttando i principi della solubilità dei gas nell’acqua di Henri e Dalton, possiamo comprendere che la fonte energetica (aria e forza gravitazionale) e l’acqua, che è il vettore energetico, si auto depurano a vicenda durante la produzione energetica. Questo vale, sia in grandi impianti che piccolissimi, come i cuori umani artificiali del futuro, che la scienza attuale ha fatto finta di non comprendere per continuare a usare gas petrolio ed energia nucleare che non servono né all’economia, né alla salute umana. Pubblico di seguito il link dell’articolo “La filastrocca di Spawhe.eu e la mappa del sito web”, che l’autorevole rivista scientifica Word Journal, mi ha pubblicato senza pretendere nessun compenso. Non è strano che chi pubblica soluzioni di pubblica utilità deve pagare gli editori, mentre chi scrive romanzi di fantasia viene pagato dagli editori?
Questo succede perché i centri di potere mondiali non desiderano la diffusione globale della scienza. Preferiscono l’attuale divisione delle competenze, anche se vanno a scapito della protezione globale dell’ambiente e dell’economia sostenibile. Non è possibile che ancora nell’anno 2025 gli esperti del settore energetico mondiale ignorino le potenzialità future del sistema Spawhe che, come ho scritto, ho iniziato a pubblicare nel 2006, mentre, nel frattempo le attuali depurazioni e gli attuali sistemi energetici, continuavano a produrre il riscaldamento globale, con soluzioni incomplete e anti economiche, comprese le energie rinnovabili, che certamente non possono competere con una energia veramente pulita, producibile 24 ore al giorno, che non costa niente e non si consuma, essendo a riciclo e disponibile in ogni angolo della terra, alla temperatura dell’ambiente terrestre. Questa energia pulita è dappertutto ed è in grado di sfamare una popolazione decine di volte superiore a quella attuale con il sistema SPAWHE. Non a caso, è l’acronimo delle parole Synergic Plant Artifical Welling Hydroelectromagnetic Energy.
Nell’attuale modello di sviluppo non si sfruttano le sinergie tra gli impianti perché l’organizzazione scientifica del lavoro non vi è mai entrata, come è entrata nell’industria. Non si sfrutta nemmeno il welling artificiale proposto dal sottoscritto, pur sapendo la scienza che il welling naturale che produce il pesce alimentare si realizza solo nel cinque per cento della superficie oceanica. Non si sfrutta correttamente l’energia idroelettrica, la quale, ha creato più disastri che benefici, perché lo sfruttamento del salto idraulico comporta il percorso a senso unico dell’acqua, che invece non deve essere dispersa nel mare ma trattenuta sulla terra ferma, essendo il vettore energetico, non solo della forza fisica ma, anche della forza elettromagnetica nei processi chimici, biologici, neurologici degli esseri viventi. Questa energia ci può portare anche nello spazio proprio perché non si consuma e con la luce artificiale si può generare anche negli ambienti spaziali, partendo dalla fotosintesi clorofilliana, come descritto nei depositi dei brevetti e nei 130 articoli pubblicati su https://www.spawhe.eu

Le attuali energie prodotte dagli uomini non sono interattive, non sono auto depurative, non potranno mai contribuire a realizzare cuori artificiali, ossigenatori del sangue umano che allungherebbero la vita umana e non saranno mai in grado di sommare insieme la spinta di reazione di Newton a quella elettromagnetica di Lorentz. Per il semplice fatto che la prima si realizza con gli spettacolari fumi di combustione che sono il vanto della aeronautica militare italiana con le frecce tricolori che inquinano l’atmosfera. Mentre, la seconda spinta si può realizzare solo alla temperatura dell’ambiente terrestra non bobine di fili protetti con vernici isolanti che non resistono alle temperature dei motori termici e ancora meno a quelle nucleari.
Non possiamo nemmeno pensare di andare nello spazio con l’energia solare o eolica. Pertanto, l’unica energia potente e sostenibile è quella che sul pianeta Terra non è mai stata realizzata, essendo stata inventata dal sottoscritto, che non è legato a nessun governo e nessuna multinazionale.
Tuttavia, le vie del Signore sono infinite. Il caso ha voluto che una delle mie tre figlie abbia comprato insieme al coniuge una vecchia casa di campagna da restaurare. Questa casa, per puro caso è dotata di una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana. Con il loro permesso, utilizzerò l’acqua di questa cisterna per realizzare due prototipi funzionanti dei miei sistemi “idroelettrico compresso” e “idroelettrico compresso sommerso”, già pubblicati nei miei articoli e depositi di brevetti, ma adattati alla specifica applicazione, come da disegno allegato:

Fino ad ora, non ho potuto realizzare prototipi dimostrativi per l’assenza di collaborazione degli enti pubblici italiani, essendo le infrastrutture edili e idriche, la parte più costosa per la realizzazione di tali opere. Nel prossimo futuro vedremo se ho torto o ragione e mi batterò per ottenere i miei diritti intellettuali sulle mie invenzioni, almeno come scrittore, avendo perso i miei diritti sulla proprietà industriale per le assurde leggi che impongono agli inventori di pagare le onerose tasse di mantenimento annuali dei brevetti. So bene che la proprietà intellettuale vale molto di meno della proprietà industriale, ma moralmente è più corretta, non creando monopoli che frenano lo sviluppo globale. Inoltre, se non mi sbaglio, la proprietà intellettuale decade dopo settanta anni dalla morte dell’autore. Non ci dobbiamo meravigliare di tale lunga durata, perché, soprattutto, nel settore idroelettrico, che è nato nel 1882 nel Wisconsin (Stati Uniti), presso le Cascate del Niagara, sfruttando il salto idraulico. Ancora oggi nel 2025, non ci sono stati aggiornamenti significativi fino alle invenzioni del sottoscritto, che come ho spiegato sopra, hanno la potenzialità di portare tale energia al primo posto dell’energia mondiale per efficienza, sostenibilità ed effetti collaterali protettivi dell’ambiente, che nessuna altra energia mondiale può produrre.
Sempre, per pura combinazione, voglio citare Il pensiero agostiniano del nuovo Papa Leone XIV sulla creazione, che è caratterizzato da due aspetti: l’ottimismo metafisico: la natura in quanto creazione di Dio è perfetta; il pessimismo antropologico: sebbene l’uomo sia perfetto, in quanto creazione di Dio, ha deciso di sfidarlo per un atto di superbia, creando energie non naturali come quelle attuali, che stanno riscaldando il pianeta. L’unica energia che non è mai stata realizzata è quella che mi è stata ispirata da una entità sconosciuta, come ho sempre asserito. Io sono certo che funzionerà, ma se non dovesse funzionare, non sarò l’unico colpevole.
Con il sistema Spawhe non abbiamo bisogno delle reti di distribuzione elettrica a distanza, ma soltanto di una razionale distribuzione idrica mondiale perché per produrre localmente l’energia elettrica fissa e mobile di qualsiasi potenza è sufficiente l’acqua, l’aria e la forza gravitazionale. Scusate il ritardo per questa incredibile invenzione.
Luigi Antonio Pezone